#UPprezzami, non fermarti all’etichetta: la campagna di SottoSopra contro le discriminazioni a scuola

La voglia di liberarsi dalle etichette, di non essere più vittima degli stereotipi e dei pregiudizi. In occasione della Giornata mondiale contro la discriminazione, i ragazzi di SottoSopra Movimento giovani per Save the Children lanciano una campagna social e di sensibilizzazione nelle scuole, dove omosessualità, diverso colore della pelle e obesità sono ancora motivo di emarginazione. Anche nel 2019.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Giulia Dallagiovanna 1 Marzo 2019

Rompere le regole del gioco, sovvertire gli schemi, capovolgere le prospettive. Ecco cosa vogliono fare i ragazzi di SottoSopra Movimento giovani per Save the Childrennato fra ragazzi e che ai ragazzi vuole rivolgersi per spingerli a diventare protagonisti delle questioni che li riguardano. Riqualificazione del territorio in cui vivono, cittadinanza attiva, integrazione ma soprattutto lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi. In occasione della Giornata mondiale contro la discriminazione, il Movimento lancia la campagna #UPprezzami per liberarsi una volta per tutte dalle etichette.

E se anche a te è capitato di ritrovarti inserito in una categoria ben definita, di essere isolato in quanto "diverso", di sentirti in dovere di comportarti in un certo modo per risultare più conforme alle regole del gruppo, allora saprai cosa significa non essere libero di essere te stesso.

"I ragazzi avvertono le etichette come un limite, una gabbia– spiega a Ohga Francesca Bilotta, responsabile del settore Educazione per Save the Children – ecco perché nel video di presentazione della campagna, interamente costruito dai partecipanti al Movimento, si vedono dei ragazzi imprigionati in alcuni scatoloni. Poi, però, si assiste a un cambio di ritmo, dove decidono di strapparsi di dosso le etichette che gli sono state imposte".

Come ti dicevo, #UPprezzami si rivolge agli adolescenti ed è quindi soprattutto social. Fino al 7 marzo potrai unirti alla lotta contro le discriminazioni condividendo il tuo video con l'hashtag della campagna. Durante l'intera settimana, poi, i 18 gruppi di SottoSopra, presenti in 15 città italiane da Genova a Palermo, organizzeranno delle iniziative di sensibilizzazione nelle scuole della loro zona. È evidente come la necessità di liberarsi dalle etichette stia diventando sempre più urgente per i giovani. "I ragazzi sono, in questo momento, i migliori attori di coesione sociale e per gli adulti è molto importante ascoltare il loro punto di vista e capire quali bisogni concreti abbiano", afferma Bilotta.

Tre ragazzi su 5 sono vittime di discriminazioni, 9 su 10 sono testimoni diretti di questi episodi

Ed è proprio da dati concreti che la campagna è partita, grazie a un sondaggio che ha coinvolto oltre 2mila coetanei. Dal questionario, realizzato con l'aiuto dell'Invalsi, è emerso con chiarezza che essere omosessuale, avere un diverso colore della pelle, appartenere a una comunità rom o avere problemi di obesità nel 2019 sono ancora motivo di discriminazione. Sono 3 su 5 i ragazzi che si sono sentiti emarginati o sono stati derisi almeno una volta dai proprio compagni, mentre 9 su 10 sono stati diretti testimoni di questi episodi.

"Mi ha colpito molto il dato relativo all'omosessualità – commenta Francesca Bilotta – di come rappresenti tuttora uno dei principali motivi di discriminazione e di quanto i ragazzi soffrano per questo. Stiamo parlando di adolescenti, che attraversano una fase delicata della vita nella quale ci si costruisce la propria autostima e sono quindi particolarmente fragili. Se questo è stato il tema scelto per la campagna, sono certa che è proprio quello in cui i ragazzi ritengono più necessario intervenire."

Necessario e urgente, proprio come emerge dalle parole e dai toni del manifesto di #UPprezzami: "Mentre noi riposiamo tranquilli, qualcuno muore a causa di atti bullismo, per un’etichetta che gli è stata attaccata. Ti piacerebbe un mondo dove siamo tutti uguali. No, vero? Allora perché discrimini chi è diverso da te?"

Ecco, quello che i ragazzi chiedono a ciascuno di noi è di rispondere a queste domande, semplici e dirette. E forse è proprio per questo che spaventano così tanto. Ma se una soluzione non arriverà, i giovani di SottoSopra la troveranno da soli, come hanno già dimostrato di saper fare in diverse occasioni.

Come a Venezia, dove hanno organizzato le "Antenne contro il bullismo" nelle scuole, per facilitare le segnalazioni dei casi di violenza attraverso un dialogo maggiore fra studenti e insegnanti. Oppure a Napoli, in Corso Malta: una strada periferica e in degrado ma con la presenza di cinque edifici scolastici. Nonostante la raccolta firme, il dialogo con l'amministrazione della città non ha portato a nessun risultato concreto. Così, nella ferma convinzione che "la bellezza genera bellezza", i ragazzi hanno realizzato una mappa multimediale con immagini e voci dei residenti che valorizzassero un altro aspetto di quella strada e ne riscoprissero il passato di quartiere vivo e attivo. E a primavera, con il coinvolgimento di tutte le scuole, daranno il via alla pulizia e alla riqualificazione.

Il logo della campagna #UPprezzami, organizzata dai ragazzi di SottoSopra Movimento giovani per Save the Children

SottoSopra Movimento giovani per Save the Children è tutto questo. È la volontà di partecipare alla vita delle propria città mantenendo aperta la collaborazione delle istituzioni, ma è anche il desiderio di trovare da soli una soluzione quando chi di dovere non interviene.

D'altronde, anche lo stesso movimento si è costituito proprio a partire dall'impegno dei ragazzi che facevano parte della rete dei giovani di Save the Children. Il 17 settembre del 2016 hanno presentato il progetto, indicando il nome, il target di riferimento (i ragazzi fra i 14 e i 22 anni) e la mission. Oggi sono circa 400, ma quando si organizzano possono coinvolgerne a migliaia.

Credits: foto di copertina dalla pagina Facebook di SottoSopra Movimento giovani per Save the Children