A rischio l’ecosistema marino della Nuova Zelanda: trovate microplastiche nel 75% dei pesci

Due report recenti riguardanti l’ecosistema marino neozelandese rivelano dati preoccupanti: molte specie che lo abitano, tra cui anche uccelli e mammiferi, sono minacciate di estinzione e in tre quarti dei pesci sono state rinvenute tracce di microplastiche inquinanti. In aumento poi anche acidificazione e temperature dei mari.
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Martina Alfieri 14 Ottobre 2022

Ormai le conosciamo come una delle principali forme di inquinamento del nostro tempo: stiamo parlando delle microplastiche, piccolissime particelle di plastica in grado di raggiungere ogni parte del Pianeta e di insinuarsi anche negli organismi viventi e nel sangue umano. Un recente report realizzato dall'Università di Otago rivela che le microplastiche contaminano il 75% dei pesci che nuotano nelle acque del Paese. Ed è solo uno dei problemi che, negli ultimi anni, stanno minando il benessere della biodiversità marina locale.

Sappiamo che il degrado ambientale è causa di sofferenza per molte specie. In particolare, nello stato circondato dalle acque del Pacifico, è l’ecosistema marino a trovarsi in un momento di grave difficoltà. Secondo il report del Ministero dell’Ambiente Our marine environment 2022, oltre ai pesci anche tanti altri animali marini sarebbero in serio pericolo.

Un rapporto del Ministero dell'Ambiente e di Stats NZ sullo stato dell'habitat marino ha contenuti allarmanti e dobbiamo agire subito per ripristinare e migliorare la salute degli oceani”, ha affermato Eugenie Sage, parlamentare del Green Party di Aotearoa. “Per cominciare, dobbiamo fermare le pratiche di pesca distruttive, come la pesca a strascico, che stanno distruggendo i fondali marini; cambiare i metodi di pesca per evitare di uccidere migliaia di uccelli marini e centinaia di foche, continuare a lavorare per vietare la plastica monouso e impedire che la plastica finisca nell'oceano”.

Dallo studio risultano già a rischio di estinzione – o prossimi a diventarlo – il 90% degli uccelli marini indigeni, l'82% degli uccelli costieri indigeni, l'81% delle specie di invertebrati marini e il 22% delle specie di mammiferi marini. Tra il 1998 e il 2020 anche l'acidificazione degli oceani è aumentata dell'8,6%, sono cresciute le temperature generali dell'acqua e le ondate di calore marino sono diventate più frequenti e più gravi.

Il benessere dell’ecosistema marino neozelandese è inoltre fondamentale per le popolazioni indigene locali, i Māori, che da esso dipendono. Per questo contrastare la crisi climatica e l’inquinamento degli oceani rappresenta, per la Nuova Zelanda, una missione ancor più importante. Ma non dimentichiamo che la situazione, dalle nostre parti, non è migliore: nel Mediterraneo galleggiano migliaia di tonnellate di plastica e il surriscaldamento delle acque potrebbe portare alla scomparsa di almeno 50 specie marine.