Addio alle Olimpiadi invernali dal 2080, la causa? I cambiamenti climatici

Una ricerca dell’Università del Surrey in Inghilterra ha dimostrato come, a causa dei cambiamenti climatici, molte località che hanno già ospitato le Olimpiadi invernali non potranno più farlo dal 2080. Si salva solo una città del Giappone, Sapporo. Vediamo insieme di cosa parla lo studio nello specifico.
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Mattia Giangaspero 18 Maggio 2023

A meno che non si decida di far diventare Sapporo la città mondiale delle Olimpiadi invernali ogni anno, dal 2080 i giochi olimpici in inverno rischiano la cancellatura. Infatti secondo una ricerca pubblicata sulla rivista "Current issue in tourism" e coordinata da Daniel Scott, scienziato dell’Università del Surrey in Inghilterra, la città del Giappone potrebbe essere l'unica città in grado di ospitare le Olimpiadi invernali. Se non si dovessero rispettare i limiti alle emissioni di gas climalteranti imposti con l’Accordo di Parigi sul clima, le altre 20 località che, dal 1924 fino a ora hanno ospitato i Giochi invernali non potranno più essere il luogo di celebrazione di questa manifestazione sportiva. Qualora si riuscisse a contenere l’aumento delle temperature globali entro 1,5° il numero di località agibili a fine secolo salirebbe a otto.

L'analisi della ricerca sulle Olimpiadi Invernali

La ricerca si suddivide in due diverse fasi.

La prima fase prevede un questionario di domande che è stato sottoposto a 339 atleti e allenatori di sport invernali. Le domande riguardavano le condizioni climatiche ideali e il rapporto tra clima e rischio di infortunio. Erano presenti 23 fattori differenti, sulla tenuta della neve. La valutazione è stata espressa tramite un voto da 1 accettabile a 5 inaccettabile. In sintesi, è stato stimato che  l’intervallo di temperature ideale per le attività degli sportivi, al di sotto dei -20 °C risulta “troppo freddo” e al di sopra dei 10° C come “eccessivamente caldo”. La migliore situazione è, invece, stimata tra i -10° C e -1° C.

La seconda fase della ricerca invece è servita per strutturare e analizzare le risposte degli atleti sulle temperature applicandole agli scenari simulati di quel che sarà il clima nel mese di febbraio (mese delle Olimpiadi invernali) da qui fino al 2080. Le simulazioni sono state prodotte dall'Ipcc sull'evoluzione delle temperature medie globali considerando diversi scenari. Scenari con basse emissioni e con alte emissioni. I risultati finali hanno evidenziato che, nell’ipotesi di una riduzione delle emissioni, ci si aspetta un aumento delle temperature di 1,9° C al 2050 e 2,7° C al 2080, mentre nel peggiore dei casi si registrerebbero incrementi di 2,1°C al 2050 e di 4,4°C al 2080.

L’analisi tiene conto anche delle condizioni di partenza dove già quattro località risulterebbero a livello “non affidabile” e otto “a limite”. Quindi già oggi più della metà delle località che in passato hanno ospitato i Giochi non riuscirebbero a farlo. Nel caso dello scenario di basse emissioni nel 2050 dieci località risulterebbero in grado di organizzare gare in sicurezza e solo cinque sarebbero a rischio alto, per il 2080 si registrerebbero valori simili con otto località favorevoli, sette a rischio medio e sei impossibilitate.

Secondo lo scenario che considera alte emissioni nel 2050 solo quattro sedi sarebbero affidabili, otto a rischio medio e nove ad alto rischio, nel 2080 la situazione peggiora drasticamente con Sapporo come unica località in buone condizioni, sei a livello marginale e 14 inaffidabili.

Questa analisi mostra chiaramente come i cambiamenti climatici già in atto, anche se ridotti al minimo, hanno ormai un impatto significativo sull'ambiente. In alcuni casi, con basse emissioni, l'aumento delle temperature resta ugualmente impattante, al punto tale che alcuni luoghi non potranno più ospitare manifestazioni sportive.