Al castello di Sammezzano: un angolo in piena Toscana dove la cultura italiana s’intreccia ai profumi d’Oriente

A Reggello, poco sopra Firenze, il castello e il parco di Sammezzano sono uno dei più importanti esempi di Orientalismo in Italia ma anche in tutti Europa. Quella che in epoca medicea era adibita a tenuta per la caccia, sotto la guida ispirata del marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona divenne un vero e proprio capolavoro architettonico e artistico: un luogo dove la natura toscana e la cultura moresca s’intrecciano in un tutt’uno magico.
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Rubrica a cura di Kevin Ben Alì Zinati
11 Dicembre 2020

C’è profumo d’Oriente in Toscana. Lo senti provenire dalle parti di una collina proprio sopra Reggello, a pochi passi dalle bellezze e dalla storia di Firenze. Qui si trova un parco verde, ampio e affascinante, dove sono nate e cresciute più di cento specie arboree esotiche. Ma quel profumo non viene solo dalle foglie e dai tronchi, appartiene alla villa che gli si erge accanto ai suoi muri e ai suoi colori.

È il castello di Sammezzano, un edificio maestoso e magnifico dove la natura toscana si mescola con lo stile e la cultura moresco-orientale dando vita a un luogo quasi fuori dal tempo.

Durante l’epoca dei De Medici l’edificio che domina la cittadina di Leccio, una frazione di Reggello, fu utilizzata come una tenuta per la caccia. Soltanto dalla metà dell’800 si trasformò in una classica villa toscana ma da qui, il suo futuro cambiò per sempre.

E l’artefice fu il marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona. Ferdinando fu un grande amante dell’orientalismo, quella “moda” in voga all’epoca di nelle arti figurative a farsi influenzare dagli usi e dai costumi orientali. Così mise in cantiere una serie di lavoro di ristrutturazione (li diresse lui stesso) e in quasi 40 anni trasformò la villa nel castello che puoi cedere oggi.

Ferdinando non solo aveva una grande grande disponibilità economica ma fu anche un uomo innamorato di cultura e di conoscenza e il risultato del suo lavoro fu straordinario. Il castello divenne un edificio unico nel suo genere nelle cui sfumature puoi intravedere i riflessi di altre meraviglie come l’Alahambra di Granada o il Taj Mahal in India. Il castello di Sammezzano ancora oggi è uno dei più importanti esempi di arte Orientalistica nel nostro Paese, se non in Europa.

L’Oriente, però, arriva anche dall’esterno dal parco esterno al castello dove Ferdinando, che era anche un esperto di piante e botanica, trapiantò con oltre 140 specie arboree esotiche. In mezzo alla Toscana. Fece crescere sequoie, palme, aceri, querce, ginepri e tante altre rarità alcune delle quali sono presenti ancora oggi. Pensa che tra questi vive la cosiddetta “Sequoia Gemella”, una pianta monumentale che visti i suoi oltre 50 metri è il secondo albero più alto d’Italia.

Forse un pezzetto del castello di Sammezzano l’hai già visto in televisione. Sì, perché è un luogo così soggettivo che ha stregato anche attori e registi. Pier Paolo Pasolini per esempio ci girò Il fiore delle Mille una notte nel 1979 mentre nel 2015 Matteo Garrone trovò che il castello fosse adatto alle misteriose stranezze del suo Il racconto dei racconti.

È un luogo magico, che non si vede tutti i giorni e che Ferdinando, il suo innamorato ideatore, non riuscì a veder completato. Ci fai un salto?

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Giornalista fin dalla prima volta che ho dovuto rispondere alla domanda “Cosa vuoi fare da grande”. Sulla carta, sono pubblicista dal altro…