Sul Ponte di Gravina: il maestoso viadotto che piace anche a James Bond

Non si conosce con esattezza la sua data di costruzione anche se alcuni atti notarili certificherebbero la sua esistenza già dal 1686. Per il Ponte di Gravina, tuttavia, l’età non conta: il fascino delle sua architettura unito alla storia tra acquedotti e alluvioni rende il viadotto che unisce le due sponde del vecchio torrente Crapo un luogo magico e una location degna di grandi film internazionali.
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Rubrica a cura di Kevin Ben Alì Zinati
27 Novembre 2020

Il collegamento tra due punti, o due mondi vicini eppure così lontani da vedersi ma non potersi toccare. La rappresentazione in pietra, sasso o mattoni dell’ingegno e dell’immaginazione con l’uomo oltrepassa un ostacolo trovandovi una soluzione. Un silenzioso osservatore dello scorrere del tempo, fluido e inevitabile come quello del torrente d’acqua che gli passa sotto i piedi. Il ponte di Gravina è tutto questo, e non solo: grazie al suo bianco sporcato dai secoli e ai suoi giganteschi archi che spuntano come fulmini dalla roccia, il ponte dell’Acquedotto (è chiamato anche così) è un luogo iconico anche per le cineprese di Hollywood, diventando il palcoscenico di una delle scene mozzafiato di No Time To Die, l’ultimo elettrizzante film di 007 con protagonista Daniel Craig. Un affascinante pezzo di storia che incanta la modernità e ispira il futuro.

Ponte e acquedotto 

Gravina in Puglia è una graziosa cittadina che vive silenziosa all’interno del Parco Naturale dell’alta Murgia. Per gran parte si stende a ridosso delle sponde di un profondo crepaccio, simile a un canyon scavato nella roccia dal torrente, il cosiddetto Gravina. E il ponte è nato proprio per unire le due sponde, anche se non si hanno notizie certe sulla sua data di costruzione: l’unico indizio è un documento notarile che dà prova certa della sua esistenza almeno al 1686.

Ma questa imponente struttura non collega solo le due sponde del torrente che i suoi abitanti erano soliti chiamare con il nome di Crapo: il ponte è anche l’unico collegamento che i fedeli hanno con la chiesetta della Madonna della Stella, un antico santuario scavato nella roccia. Secondo la tradizione, però, il ponte assunse ben presto anche una terza funzione. Per volere della famiglia Orsini, intorno alla metà del Settecento, venne infatti trasformato in un acquedotto per fare in modo di portare l’acqua fin sotto le mura della città, alle due fontane che puoi vedere ancora oggi ai due lati del ponte.

Era una struttura magnifica, costituita da 25 archi disposti lungo la sua spalliera, attorno a cui gli abitanti di Gravina (e non solo) trascorrevano la vita immersi nelle proprie faccende quotidiane: c’era chi nelle acque trasportate dal viadotto ci lavava la lana e chi recuperava l’abbeveraggio per i propri allevamenti.

Nell'agosto del 1855, tuttavia, una terribile alluvione si abbatté su Gravina e sul ponte, danneggiando gravemente i suoi maestosi archi al punto che, ormai pericolanti, furono sostituiti da una spalliera in tufo. Così operai e tecnici misero in restauro tutta l’immensa struttura con interventi di consolidamento che videro la posa di tiranti in ferro e di un selciato rustico di protezione.

Oggi il Ponte di Gravina lo vedi così: alto quasi quanto un palazzo da 13 piani, lungo più o meno come un campo da calcio, largo poco meno della distanza che sul campo da basket divide il canestro dalla linea dei tre punti e con il suo antico fascino imperturbabile.

Al cinema 

Il ponte di Gravina per secoli ha osservato la vita dei suoi cittadini, dal lavoro nei campi ai canti delle lavandaie fino ai giochi dei bambini. Ma è stato anche luogo in cui sono arrivati l’occhio e l’immaginazione di grandi registi del cinema internazionale. Nel 2011 Terrence Malick qui ha ambientato diverse scene del suo film The Last Planet mentre Cary Fukunaga ci ha portato il suo Agente 007.

Lo puoi vedere nel trailer qui sopra: quelle ambientate in Puglia, tra l'altro, sono le prime immagini che la produzione ha deciso di promuovere per l'uscita dell'ultimo film che vede Daniel Craig nei panni della spia al servizio di Sua Maestà. La scena è pazzesca: per sfuggire a una moto che gli sfreccia incontro, 007 si lancia dalla spalliera del ponte nel vuoto, appeso soltanto a una fune. Quale miglior location di un ponte così affascinante per una mossa in pieno stile James Bond?

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Giornalista fin dalla prima volta che ho dovuto rispondere alla domanda “Cosa vuoi fare da grande”. Sulla carta, sono pubblicista dal altro…