Anthropocene: in mostra a Bologna l’insostenibile impatto dell’essere umano sul Pianeta

Il problema dello sfruttamento incontrollato delle risorse e dell’inquinamento provocato dall’uomo viene raccontato in 35 fotografie di Edward Burtynsky, assieme a video installazioni ed esperienze di realtà aumentata. Potrai visitare la mostra al MAST di Bologna fino al 22 settembre. L’ingresso è gratuito.
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Giulia Dallagiovanna 14 Giugno 2019

L'uomo sulla Terra esiste da centinaia di migliaia di anni, ma sembra che negli ultimi 250 abbia voluto marcare a fuoco la propria presenza. Barriere frangiflutti lungo le coste, dighe altissime, deforestazione e sfruttamento incontrollato di risorse. Un Pianeta che porta ormai tutte le ferite di questo impatto il più delle volte violento. Ed proprio l'impronta indelebile dell'essere umano sulla natura che la mostra Anthropocene, che potrai visitare al MAST di Bologna fino al 22 settembre, racconta. Anzi fotografa: sono 35 gli scatti di grande formato ad opera di Edward Burtynsky, ai quali si uniscono i filmati dei pluripremiati registi i filmati di Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier.

Credits photo: Edward Burtynsky Clearcut #1, Palm Oil Plantation, Borneo, Malaysia 2016 photo © Edward Burtynsky, courtesy Admira Photography, Milan / Nicholas Metivier Gallery, Toronto

Non lunghe spiegazioni teoriche, dunque, ma la realtà così come essa appare agli occhi di questo fotografo canadese di fama mondiale. Dietro, un lungo lavoro di ricerca da parte del gruppo internazionale di scienziati Anthropocene Working Group, che vuole dimostrare come gli uomini (anthropos, appunto) siano diventati la forza più determinante nella modifica dell'ambiente.

D'altronde chi sta provocando il surriscaldamento globale? Il cambiamento climatico? L'inquinamento atmosferico e l'acidificazione degli oceani? L'essere umani, cioè noi. Io e te.

"Riversiamo quantità sempre più ingenti di CO2 nell'atmosfera – commenta Urs Stahel, curatore della photogallery e della collezione MAST – movimentiamo terra, pietre, sedimenti, perforiamo montagne, utilizziamo ogni riserva disponibile di carbone, petrolio, metano, fosfato, fino alle terre rare. Sviluppiamo nuovi materiali come cemento, alluminio e plastica (e nuove fonti energetiche con la scissione dell'atomo) che inquinano il nostro pianeta, la nostra aria, i nostri mari e che in alcuni casi ritroviamo nella catena alimentare sotto forma di microparticelle. Sfruttiamo il mondo animale e vegetale, peschiamo ogni anno 80 milioni di tonnellate di pesci dai mari e altrettanti negli impianti ittici. Negli allevamenti intensivi a scopo alimentare di maiali, polli, pecore, bovini viene aumentato l'indice di produttività per soddisfare la crescente domanda. Anche l'agricoltura industriale incrementa ogni anno la produttività, facendo ricorso a pesticidi sempre più efficaci. La nostra condotta provoca l'acidificazione degli oceani, l'aumento della temperatura media annua sulla Terra e limita fortemente la riproduzione di molte specie animali, tra cui api e insetti, sino a metterne addirittura a rischio la sopravvivenza. L'impatto dei comportamenti umani condiziona l'esistenza di ogni organismo vivente del pianeta".

Credit photo: Edward Burtynsky, Oil Bunkering #4, Niger Delta, Nigeria 2016 photo © Edward Burtynsky, courtesy Admira Photography, Milan / Nicholas Metivier Gallery, Toronto

Tutto questo, lo potrai vedere tu stesso se decidi di trascorrere una giornata a Bologna e visitare questa mostra. Non solo fotografie, ma anche murales, video installazioni ed esperienze di realtà aumentata. Insomma, un'esposizione per nulla noiosa e che non potrà lasciarti indifferente. Inoltre, l'ingresso è gratuito!

Credits photo: foto di copertina di Edward Burtynsky, Dandora Landfill #3, Plastics Recycling, Nairobi, Kenya 2016 photo © Edward Burtynsky, courtesy Admira Photography, Milan / Nicholas, Metivier Gallery, Toronto