
L'argento colloidale è un composto liquido che, prima della diffusione degli antibiotici, serviva a trattare diverse tipologie di infezioni causate da virus, batteri e funghi, grazie alle proprietà che gli venivano attribuite ma che più recentemente sono state messe in discussione dalla comunità scientifica.
Dopo la scoperta della penicillina e dei farmaci antibiotici, infatti, l’argento colloidale è stato sempre meno utilizzato, per poi essere riscoperto nell’universo della medicina alternativa, che riconosce l'azione antibatterica e antivirale di questo composto. Ecco perché oggi puoi trovare in commercio prodotti a base di argento colloidale da utilizzare per via esterna o interna, come gocce, pomate o spray, nonostante l'efficacia e la sicurezza di questa sostanza all'interno dell'organismo non siano state ancora dimostrate.
Prima di acquistare una preparazione a base di argento colloidale, quindi, ti consiglio di rivolgerti al tuo medico e di ricordare le controindicazioni più importanti: fai attenzione alle possibili interazioni con altri farmaci e all'utilizzo in gravidanza, visto che ci sono dei rischi connessi allo sviluppo del feto.
L'argento colloidale è un composto liquido formato da piccolissime particelle d'argento che sono sospese in acqua depurata.
Si tratta di un prodotto ottenuto dal risultato di quello che viene definito un sistema colloidale, ovvero che è frutto della dispersione di una sostanza solida, liquida o gassosa (chiamata fase dispersa, in questo caso l'argento) all'interno di un’altra, che a propria volta può essere allo stato liquido, solido o gassoso (ed è chiamata fase disperdente, in questo caso l'acqua). Tieni presente che per parlare di sistema colloidale è necessario che le particelle della fase dispersa siano davvero piccolissime, ovvero con dimensioni comprese tra 1 e 500 nanometri, per far sì che possano rimanere sospese.
Le proprietà antibatteriche, antivirali e antifungine che vengono attribuite a questo composto dipenderebbero dalla carica ionica positiva delle particelle d'argento, anche se non è ancora chiaro il meccanismo con cui queste riuscirebbero ad attaccare e uccidere gli agenti patogeni.
Come potrai immaginare, quindi, l'argento colloidale viene utilizzato soprattutto per il trattamento di infezioni virali e batteriche, ma anche per la cura della pelle, ad esempio in caso di ustione. A breve ci concentreremo su tutti i possibili usi di questo composto, ma ricorda che, come ti anticipavo, la sua sicurezza ed efficacia restano da dimostrare, tanto che negli Stati Uniti la Food and Drug Administration ha vietato la vendita di medicinali contenenti argento dal 1999. In Italia puoi ancora trovarne alcuni, nei quali però l'argento si lega ad altre molecole e non forma un sistema colloidale.
In sostanza, la maggior parte dei prodotti a base di argento colloidale che puoi acquistare oggi non sono considerati farmaci, piuttosto rimedi naturali da utilizzare per via esterna, ad esempio applicandoli sulla pelle, o integratori alimentari.
Nella medicina alternativa l'argento colloidale viene considerato una sorta di antibiotico naturale, in grado di apportare benefici all'organismo contrastando l’azione di virus, batteri e funghi, dannosi per il tuo corpo. Proprio grazie a queste proprietà, sono molti i modi in cui viene impiegato questo composto:
Considerati tutti i possibili utilizzi che abbiamo appena visto, ci sono diverse modalità in cui puoi trovare e utilizzare l’argento colloidale:
In ogni caso, solitamente potrai trovare tutte le informazioni riguardanti la posologia direttamente sulla confezione, o in alternativa al suo interno.
Fatta eccezione per alcuni prodotti da somministrare per via esterna, ti ricordo nuovamente che le preparazioni a base di argento colloidale non sono ritenute dispositivi medici, visto che la loro efficacia e sicurezza nei confronti di patologie o disturbi come le infezioni o le infiammazioni non è dimostrata da un’ampia letteratura scientifica. Per questo ti consiglio sempre di chiedere il parere di un medico: lui solo saprà indicarti la strada più corretta e sicura per trattare la tua salute.
A parte i dubbi sulla sicurezza e sull'efficacia, come ti ho spiegato fin dall'inizio ci sono due importanti controindicazioni da considerare prima di utilizzare l'argento colloidale. In particolare, dovresti fare attenzione in due casi: se sei in gravidanza, oppure se stai assumendo altri farmaci.
L’argento colloidale è sconsigliato durante tutto il periodo della gravidanza e anche quello dell’allattamento. Il motivo? Il metallo potrebbe oltrepassare la placenta e interagire quindi con lo sviluppo dell’embrione: in diversi casi, l'aumento dei livelli di questa sostanza nell'organismo è stato associato a sviluppi non corretti dell’orecchio o del collo del feto.
Probabilmente chi utilizza l'argento colloidale ti dirà il contrario, ma l'utilizzo dell'argento colloidale può interferire con l'effetto di alcuni farmaci, limitandone l'efficacia. Può succedere, per esempio, con antibiotici come chinoloni tetracicline, inficiando così la capacità del tuo corpo di assorbirli, oppure con i farmaci a base di levotiroxina, utilizzata per far fronte alla ridotta funzionalità della tiroide.
Anche se molti dei prodotti a base di argento colloidale non sono ritenuti dei veri farmaci, l’uso di questa sostanza può avere alcuni effetti collaterali, nonostante molto raramente questi vengano specificati a chi acquista le preparazioni che puoi trovare in commercio.
Non ti sto parlando di una lista infinita di reazioni indesiderate, ma in particolare di un rischio, che è sì piuttosto raro ma al quale devi fare attenzione. Si tratta dell'argiria, ovvero una condizione causata dall'accumulo di metallo a livello di organi e tessuti (dalla pelle e i muscoli fino ai reni, fegato e cervello) che può portare al cambio irreversibile del colore della pelle verso un blu-grigiastro. In casi più rari, poi, il problema può andare oltre il lato estetico e provocare complicazioni epatiche, renali e neurologiche.
Certamente meno pericolose, ma comunque possibili, sono le reazioni allergiche che possono verificarsi nei soggetti sensibili all'argento colloidale.
(Modificato da Alessandro Bai il 17-9-20)