Arrivano anche in Italia le auto ibride a metano. Ma siamo sicuri che siano davvero green?

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha dato il via libera all’omologazione dei veicoli alimentati con motori Euro 6D Temp, anche per configurazioni a gas naturale. Un rapporto di Transport and Environment sottolinea però come il metano non sia da considerare una soluzione ottimale nel contenimento dell’inquinamento atmosferico.
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Federico Turrisi 17 Giugno 2020

Quante volte hai sentito dire che i veicoli a metano (a gas naturale compresso, sarebbe meglio dire) inquinano di meno rispetto a quelle alimentate a benzina o a gasolio? È una convinzione piuttosto diffusa, tant'è vero che in Italia diverse amministrazioni comunali ne incoraggiano, o ne vogliono incoraggiare, l’acquisto con incentivi e agevolazioni fiscali, concedendo anche loro l'accesso nelle zone a traffico limitato.

Proprio fondendo due tecnologie considerate sostenibili, le aziende italiane Ecomotive Solutions e Autogas Italia, in collaborazione con Snam4Mobility, hanno dato vita a un kit che permette di montare sul proprio veicolo un sistema a doppia alimentazione ibrido-metano. Il kit si adatta a tutti i motori a benzina a iniezione diretta o indiretta con omologazione Euro 6D Temp, che nel 2020 ha ottenuto il via libera dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti anche per la configurazione a metano.

Questo sistema, sostengono i produttori, oltre a consentire un risparmio economico sul rifornimento, ha un minore impatto sull'ambiente: un veicolo ibrido convertito a metano può arrivare ad emettere il 24% in meno di anidride carbonica rispetto allo stesso modello benzina-ibrido, secondo i dati rilevati effettuando test con strumentazione PEMS (Portable emissions measurement system).

Fin qui tutto bene, penserai. Ma il metano rappresenta davvero un'alternativa pulita alla benzina e al diesel? Secondo il rapporto pubblicato ieri da Transport and Environment, il principale gruppo di organizzazioni non governative in Europa che si batte per la mobilità sostenibile, la risposta è no.

Stando ai risultati di cinque test di laboratorio, le auto a gas naturale compresso hanno emesso tra i 9 e i 900 miliardi di particelle inquinanti, tra cui ossidi di azoto, per chilometro percorso. Il dossier fa notare che i veicoli a metano presi in considerazione (inclusi gli autobus) sono in grado di emettere polveri ultrafini particolarmente pericolose per la salute umana, in quanto penetrano più facilmente nell'organismo. L'esposizione prolungata al particolato fine è associata a un aumento delle probabilità di insorgenza di malattie polmonari, cardiocircolatorie, tumori e morbo di Alzheimer.

I dati dei test ci dicono che le auto a metano producono polveri che sono solo molto più piccole di quanto oggi regolamentato, risultando per questo motivo ancora più nocive per la salute umana", sostiene Anna Gerometta, presidente dell'associazione Cittadini per l’Aria. "Inoltre, dato il contributo di questo combustibile alla dispersione di ammoniaca in atmosfera, ne consegue che vi è un collegamento fra le emissioni di queste auto e la formazione di particolato secondario (PM 2.5) nelle nostre città. Per proteggere la salute dei cittadini questi veicoli dovrebbero essere vietati nelle aree urbane e, di certo, non ne va promosso l’acquisto con contributi come, per esempio, sta accingendosi a fare il Comune di Milano”.

Il rapporto conclude che i test su strada effettuati sugli ultimi standard di auto e furgoni a metano hanno mostrato che le emissioni di ammoniaca possono arrivare rispettivamente fino a 20 mg/km e 66 mg/km. Tuttavia, sui veicoli di questo tipo in Italia non vengono imposte alcune limitazioni per quanto riguarda le emissioni di ammoniaca.