inizio scuola

Back to school e ansia da rientro, ma i genitori possono aiutare i figli? I consigli della psicologa

L’inizio della scuola è sempre più vicino. Bambini e ragazzi devono riabituarsi a una nuova routine, in parte già vissuta, ma che può e dovrebbe suscitare curiosità. I genitori in questo momento dovrebbero essere degli alleati dei figli, accompagnarli per mano verso il cambiamento ponendosi come base sicura. Per caprine di più, la psicologa infantile ti spiega come fare.
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Evelyn Novello 13 Settembre 2023
Intervista a Dott.ssa Giulia Paladino Psicologa dell'età evolutiva

Se tuo figlio non ha ancora iniziato la scuola, sicuramente non gli mancherà ancora tanto. L'estate è ormai agli sgoccioli e si sta avvicinando il famigerato momento dell'anno tanto temuto dalla maggior parte degli studenti. Che sia una scuola nuova o semplicemente una classe diversa, i nuovi inizi trasmettono sempre un po' di preoccupazione e ogni alunno può manifestare il proprio disagio a modo suo, sia prima dell'inizio che durante i primi giorni. Ma i genitori possono fare qualcosa? Si può rendere questo momento dell'anno un po' più piacevole e divertente per i più piccoli? Lo abbiamo chiesto alla dott.ssa Giulia Paladino, psicologa dell'età evolutiva.

L'inizio della scuola per bambini e ragazzi

Caliamoci nei panni dei più piccoli. Hanno trascorso l'estate all'aperto, tra mare, montagna o anche solo nei giardini della città. Sono stati molto a contatto con i loro cari e con gli amici più stretti e hanno corso, giocato, visto posti nuovi. Dalla metà di settembre si troveranno per la maggior parte del loro tempo seduti, in un luogo chiuso e circondati da persone, se non sconosciute, che comunque non sono parte della loro famiglia. "A livello visivo e uditivo cambiano tutti gli stimoli – spiega Paladino – da loro questo cambiamento è descritto come una mancanza d’aria, come una percezione diversa e più ristretta della libertà. In estate i bambini hanno un’illusione di avere il controllo su ciò che accade, è il periodo delle eccezioni. Ora si torna alle regole e le sensazioni che provano sono disorientamento e confusione. Molti mi dicono di sentirsi preoccupati, paurosi, ansiosi, di sentirsi sopraffatti".

E nei ragazzi più grandi? Le emozioni sono le stesse ma cambia la modalità espressiva. "I bambini quando si sentono preoccupati hanno un'iperattivazione motoria, diventano irrequieti fisicamente – precisa l'esperta – gli adolescenti, invece, hanno una sintomatologia psicosomatica con mal di testa, agitazione. E logicamente verbalizzano i loro sentimenti in modo diverso".

scuola zaino o trolley

Come si comportano gli adulti?

Se queste sono le sensazioni che gli studenti possano provare istintivamente di fronte ai nuovi inizi, anche i genitori giocano, però, un ruolo fondamentale. Un'abitudine diffusa è quella di cercare di motivare i figli dicendo loro frasi come "bisogna riprendere la routine, a letto alle 10", oppure "ora bisogna subito ricominciare a studiare" ma perché c'è questa pretesa di riprendere tutto subito? "La preoccupazione generale è quella di non essere subito prestanti e sul pezzo – spiega la psicologa – dovremmo ristabilire sì la routine, ma costruirne anche di nuove insieme ai figli. Nel giro di 3 mesi tutti cambiamo, cresciamo, apprendiamo consapevolezze in più. Per questo non si può pretendere che tutto sia uguale a prima e, soprattutto, che accada tutto subito". 

Se è giusto e inevitabile cercare di ristabilire le abitudini che c'erano prima dell'estate, perché "ciò che è già testato e funzionante ci dà sicurezza  – precisa la psicologa – bisogna anche costruire qualcosa di nuovo. I ragazzi vogliono e devono portare in quest'anno una novità, che sia anche solo per i bambini uno zaino nuovo e per i più grandi un taglio di capelli o vestiti che facciano sentire gli studenti più felici per il nuovo inizio. I genitori, quindi, possono giocare in questo momento un ruolo importante: devono alimentare la curiosità e la motivazione. Possono, ad esempio, capire insieme al bambino come dovrà presentarsi il primo giorno scegliendo cosa portare e cosa indossare. In questo modo si favorirà in lui un senso di controllo e di autoefficacia riducendo quella sensazione di spaesamento che è normale provare davanti a una nuova routine".

Il segreto per approcciarsi a un nuovo contesto è, quindi, portare qualcosa di nostro gradimento o, perlomeno, di familiare. E darsi tempo. Imparare a tollerare la novità un passo alla volta e accettare di provare paura o preoccupazione. "Le nostre emozioni ci dicono qualcosa di noi, non dobbiamo respingerle – spiega l'esperta. – I genitori, in questo senso, non dovrebbero dire ai figli di non avere paura, al contrario, dovrebbero validare quest'emozione e rassicurarli ricordando loro che se avranno bisogno saranno sempre al loro fianco".

inizio scuola genitori

Come abituarsi a una scuola nuova

Sì ma, se i ragazzi devono non solo tornare sui banchi ma anche cambiare scuola o classe? Anche in questo caso la ricetta è quella di cercare di familiarizzare con il nuovo.  "Si possono accompagnare i figli in piccole esplorazioni attorno alla nuova scuola, capire quale strada dovranno percorrere cercando di avvicinarsi al contesto – suggerisce la psicologa – i genitori possono iniziare a immaginare con i figli come potrebbe essere l’ambiente alimentando l’idea che anche loro porteranno qualcosa di nuovo all'ambiente".

Ma se la scuola è già iniziata? I ragazzi potrebbero tornare a casa il primo giorno un po' scoraggiati e intimoriti. I compagni magari non sembrano simpatici, i professori severi. Il consiglio, se accade, è quello di "guadare all'esterno – spiega Paladino – il ragazzo sarà concentrato solo su di sé, sui suoi sentimenti. Il genitore può ricordargli di scrutare bene il contesto prima di giudicare. Di individuare dei punti fermi e spiegare a voce quello gli piace e quello che non gli piace. Bisognerebbe ricordargli di darsi del tempo perché può essere che non apprezzi qualcosa solo perché è una novità, diversa da come si aspettava".

Gli adulti devono essere la base sicura da cui i figli possono tornare se si trovano in difficoltà e questo concetto è valido non solo di fronte a un cambiamento, ma anche, e soprattutto, in caso di problematiche più complesse. "Una buona prevenzione contro il bullismo è insegnare ai figli a prendere posizione, ad esprimere chiaramente ciò che piace e cosa no. Questo serve a verbalizzare il consenso e a prendere consapevolezza di ciò che apprezzano imparando anche a opporsi a qualcosa che, invece, non fa stare bene. Fortunatamente sto riscontrando negli adolescenti di oggi una maggiore consapevolezza di sé e il coraggio di chiedere aiuto quando hanno bisogno. Questo è un ombrello che li può proteggere da violenze e molestie" conclude l'esperta.