Barkeriella museensis

Barkeriella museensis è una nuova specie di lumaca australo-asiatica scoperta a… Trento!

Un ritrovamento abbastanza eccezionale è avvenuto nel Museo di Trento: una lumachina sconosciuta alla scienza che dovrebbe vivere in Asia Orientale e Australia. E che ci faceva in Italia? Risolviamo il mistero!
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Roberto Russo 1 Marzo 2023

Misura due centimetri, appartiene alla famiglia dei Rathouisiidae, molluschi terrestri, è una lumachina che vive dall’Asia orientale fino all’Australia, è pressoché sconosciuta al mondo scientifico ed è stata scoperta… a Trento! È proprio nella serra tropicale del MUSE – Museo delle Scienze di Trento che, nel corso di alcuni campionamenti scientifici, ricercatrici e ricercatori si sono trovati dinanzi a questa piccola lumaca di cui non sapevano nulla.

Dopo un'attenta analisi morfologica e molecolare realizzata insieme con l’Università di Poznań, in Polonia, si ha avuto la certezza di trovarsi dinanzi a un invertebrato di una specie sconosciuta alla scienza. La lumachina è stata chiamata Barkeriella museensis e descritta in un articolo scientifico pubblicato sul prestigioso Zoological Journal of the Linnean Society. Il nome di Barkeriella museensis è presto spiegato. Barkeriella è in onore malacologo neozelandese Gary Barker, autore di centinaia di articoli scientifici sugli invertebrati terrestri, soprattutto lumache e limacce, di cui è considerato esperto in tutto il mondo. Mentre con museensis ci si riferisce proprio al luogo della scoperta, ovvero il MUSE di Trento.

La scoperta della piccola lumaca

Ma se la lumachina è asiatica o australiana, che ci faceva a Trento? Innanzitutto bisogna dire che la sua zona di origine non è stata ancora chiarita: come detto è una specie sconosciuta in natura, ma visto che la sua famiglia è diffusa in Asia orientale e Australia allora potrebbe provenire da lì. Forse è arrivata a Trento in seguito trasporto di terriccio o di piante esotiche nella serra tropicale del museo.

Come spiega proprio il Museo, la scoperta è avvenuta nel contesto di un progetto di ricerca sulle specie aliene condotto dall’Università di Siena e dal Museo di Storia Naturale Accademia dei Fisiocritici, in collaborazione con l’Università di Poznań, in Polonia, e il National Biodiversity Future Center (NBFC) grazie ai fondi del PNRR. Il progetto è coordinato da Giuseppe Manganelli e Folco Giusti dell’ateneo senese, tra i pochi ricercatori italiani che si occupano prevalentemente di molluschi terrestri.

Andrea Benocci, conservatore del Museo di Storia Naturale Accademia dei Fisiocritici, descrive così le caratteristiche della Barkeriella museensis: “Una delle particolarità è che l’apparato riproduttore di questa specie è dotato di tre diversi condotti (ciascuno dei quali si apre indipendentemente) preposti allo scambio dei gameti: una condizione finora mai osservata nei molluschi terrestri, che generalmente ne hanno due”.

L'importanza della ricerca per la salvaguardia della biodiversità

Il MUSE non è nuovo a identificare nuove specie nel mondo, anche se quella della Barkeriella museensis trasforma il museo stesso in territorio di scoperta. Come conferma Massimo Bernardi, responsabile Ricerca e Collezioni del MUSE: “Il Museo delle Scienze di Trento, nell’ultimo decennio, attraverso le sue attività di ricerca ha portato alla scoperta di circa 50 specie, quale esito dell’esplorazione territoriale. Nelle nostre collezioni sono conservati oltre 700 esemplari di riferimento per la descrizione di nuove specie”.

E poi fa un'annotazione molto interessante per tutti noi, quasi un invito a sapersi guardare intorno: “Solitamente notizie di nuove specie ci arrivano da luoghi ad alta concentrazione di biodiversità come i Tropici o solo parzialmente esplorati come i fondali oceanici. In realtà, c’è biodiversità da scoprire tutto attorno a noi, anche nei luoghi che pensiamo di conoscere meglio, come una manciata di terriccio in una serra tropicale di un museo frequentata ogni anno da migliaia di persone”.