Boris Johnson sepolto da un’onda di plastica: la provocazione di Greenpeace sui rifiuti (anche italiani) spediti all’estero

Dicono di combattere l’inquinamento ma la realtà è ben diversa. Ed è rappresentata molto bene all’interno di un video che Greenpeace ha creato ad hoc per smascherare le reali azioni di contrasto all’inquinamento da plastica.
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Sara Del Dot 21 Maggio 2021

Boris Johnson parla davanti a giornalisti e fotografi, raccontando l’impegno del governo britannico per proteggere i cittadini e l’ambiente. D’un tratto dal cielo iniziano a cadere strani oggetti. E poi ancora. E ancora, sempre di più fino a diventare un’enorme tsunami di immondizia che travolge tutti, primo tra tutti il premier inglese mentre continua a raccontare le "grandi azioni" che il suo Paese ha messo in campo per contrastare l'inquinamento da plastica, come ad esempio vietare le cannucce monouso.

Si chiama “Wasteminster. A Downing Street Disaster”, ed è una video denuncia realizzata da Greenpeace per sottolineare la responsabilità del governo britannico, ma anche di altre nazioni europee tra cui l’Italia, nell’esportazione di rifiuti verso Paesi come la Turchia e la Malesia.

Ogni giorno, infatti, il Regno Unito spedisce 1.800 tonnellate di rifiuti plastici in Paesi del sud-est del mondo, per un totale di 688.000 tonnellate l’anno. Cifre in netto contrasto con le dichiarazioni attribuite a Johnson nel video, dichiarazioni che ha realmente espresso in diverse occasioni. Una realtà molto diversa da quella raccontata dal primo ministro e dall’ex segretario per l’ambiente Michael Gove.

Greenpeace denuncia come questi governi raccontino ai loro cittadini di riciclare gli scarti plastici mentre in realtà li spediscono all’estero dove vengono bruciati. E le conseguenze sono inquinamento degli oceani, problemi sanitari per la popolazione, depauperamento degli ecosistemi.

Sarà ora di dire basta?