Che cosa sta succedendo con il Virus Marburg in Guinea Equatoriale e in Tanzania?

Nove in Guinea Equatoriale, otto in Tanzania: è la fotografia dei casi di malattia da Virus Marburg registrati in Africa nell’ultimo mese. Trasmessa dai pipistrelli della frutta, si tratta di una patologia virale che causa febbre alta, brividi, dolori muscolari e vomito e che, spesso, può anche risultare fatale.
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Kevin Ben Alì Zinati 3 Aprile 2023
* ultima modifica il 04/04/2023

Nove in Guinea Equatoriale, otto in Tanzania. È una fotografia attuale e che, verosimilmente, verrà aggiornata nei prossimi giorni: ad oggi però testimonia l'ondata di casi di malattia da virus Marburg in Africa.

Si tratta di una patologia virale che provoca febbre alta, brividi, dolori muscolari e vomito e che, a volte, può anche risultare fatale. Nell’ultimo mese, infatti, nei due Paesi sono stati registrati rispettivamente sette e cinque decessi connessi all’infezione.

L’Organizzazione mondiale della sanità ha già lanciato l’allerta e in piena collaborazione con le autorità locali si è subito attivata per intensificare le misure sorveglianza, test, prevenzione e assistenza.

Un’allerta e quindi la richiesta di una maggior attenzione che, tuttavia, non devono sfociare nell’allarmismo. Prima di parlare di una “nuova epidemia” e di un rischio mondiale, servono ulteriori indagini, analisi epidemiologiche e conferme, tutto mescolato a una buona dose di cautela. Anche perché, secondo le informazioni disponibili in questo momento, i focolai restano confinati e contenuti e il rischio di una diffusione globale rimarrebbe comunque basso.

Il virus

Individuato per la prima volta nel 1967 tra Marburgo e Francoforte, in Germania, e Belgrado il virus Marburg appartiene alla stessa famiglia di virus della malattia da virus Ebola (Filoviridae) e infatti è clinicamente simile.

In questi anni sono stati registrati sporadici focolai locali in diversi stati dell’Africa subsahariana o in viaggiatori al rientro da questi Paesi e rarissimi casi fuori dal continente africano.

tumore al seno

Chi dovesse contrarre l’infezione da virus Marburg andrebbe incontro a febbre alta, forte mal di testa, gravi problemi di diarrea acquosa e dolore addominale, ma i problemi non finirebbero qui. La malattia, infatti, è caratterizzata da un tasso di mortalità elevato e se il decorso si complicasse, il decesso potrebbe avvenire anche otto e nove giorni dopo l’insorgenza dei sintomi.

Il contagio, secondo l’Oms, deriva dal contatto con gli animali portatori di questo virus, ovvero i pipistrelli Rousettus (i pipistrelli della frutta) e una volta che un individuo viene infettato, la trasmissione da uomo a uomo avviene attraverso il contatto diretto con sangue, secrezioni o altri fluidi corporei di persone infette.

Ad oggi non esistono vaccini o trattamenti antivirali per la malattia da virus Marburg e le cure prevedono reidratazione con fluidi per via orale o endovenosa e farmaci per la gestione dei sintomi specifici.

Cosa sta succedendo in Guinea Equatoriale

Lo scorso 13 febbraio, la Guinea Equatoriale ha confermato il primo focolaio di malattia da virus Marburg della propria storia.

Le segnalazioni erano arrivate con urgenza una settimana prima, quando un funzionario sanitario distrettuale aveva accusato sintomi molto simili a quelli della malattia da Marburg. Le autorità locali hanno inviato i campioni prelevati dall’uomo al laboratorio di riferimento dell'Institut Pasteur in Senegal per determinare la causa della sua condizione e degli otto campioni testati, uno è risultato positivo al virus.

Il Ministero della Salute della Guinea Equatoriale, il 22 marzo, ha poi dato conferma di altri otto casi, portando a nove il numero di persone positive al virus Marburg confermate sul territorio. A queste vanno poi aggiunti i sette decessi registrati.

Dopo le analisi di laboratorio di ulteriori campioni, in totale sarebbero 20 casi probabili ma ulteriori indagini sono ancora in corso. Tutti i casi sono stati registrati in aree distanti circa 150 chilometri tra loro, sintomo secondo l’Oms di una più ampia trasmissione del virus.

Al momento l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta lavorando con le autorità nazionali per intensificare le risposte aumentando le attività di sorveglianza e di prevenzione e sta anche portando avanti ulteriori indagini epidemiologiche e di azioni di sensibilizzazioni rafforzando la consapevolezza pubblica per aiutare a frenare la diffusione del virus.

Allo stesso tempo, l’Oms sta anche supportando le autorità sanitarie nei vicini Camerun e Gabon per aumentare la prontezza e la risposta a un'eventuale diffusione della malattia da virus Marburg nei propri confini.

Cosa sta succedendo in Tanzania

Oggi sembra che il virus Marburg si sia già riversato anche nei territori della Tanzania. Il 16 marzo 2023, il Ministero della Salute della Repubblica Unita di Tanzania ha annunciato, infatti, che sette persone avevano contratto una malattia sconosciuta in due villaggi nel distretto di Bukoba, nella regione di Kagera, nel nord del Paese, e che e cinque erano deceduti.

Le autorità sanitarie locali hanno subito avviato le proprie indagini confermando attraverso test PCR che si trattava di infezione da virus Marburg. Il 21 marzo, è stato dichiarato ufficialmente il primo focolaio nel paese mentre il giorno successivo sono stati segnalati otto casi, inclusi cinque decessi: i tre restanti attualmente sono in cura.

Ricostruendo la catena del contagio del primo caso, le autorità tanzaniane hanno scoperto che la persona aveva effettuato un viaggio dall'isola di Goziba nel lago Vittoria, manifestando tutti i sintomi dopo essere tornato al suo villaggio a Bukoba. Dopo pochi giorni, il paziente era poi deceduto nella propria comunità.

Quattro ulteriori casi sono stati poi identificati all’interno della sua stessa famiglia, insieme a due operatori sanitari che li hanno curati, uno dei quali è deceduto.

Cosa sta succedendo in Burundi

Tra i paesi coinvolti in questi focolai potrebbe rientrare anche il Burundi. Secondo un sito web di notizie locali, infatti, nei giorni scorsi tre persone avrebbero perso la vita a causa di una malattia "sconosciuta".

I sintomi registrati includevano dolore addominale, sanguinamento nasale, mal di testa, febbre, vomito e vertigini: un quadro familiare che, come puoi facilmente capire, potrebbe far pensare proprio a una malattia da virus Marburg.

Si attendono le conferme delle indagini epidemiologiche ma non a caso, gli esperti sanitari sospettano che almeno uno dei decessi sia avvenuto proprio a causa di un contagio da Marburg verosimilmente legato alla vicina Tanzania.

Rischi e precauzioni

I Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie statunitensi stanno monitorando anch'essi entrambe le situazioni e hanno già inviato personale in Africa per aiutare a contenere i focolai.

Allo stesso tempo, per una maggior precauzione, hanno esortato i viaggiatori in entrambi i paesi a evitare il contatto con persone malate e a prestare attenzione ad eventuali sintomi anche per tre settimane dopo aver lasciato i territori africani.

Fonti | Oms; Cdc

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