Come dovrebbero funzionare i chip da impiantare nel cervello a cui sta lavorando anche Elon Musk?

Un dispositivo in grado di connettere i cervelli delle persone con gli strumenti elettronici. I chip potranno essere utili in caso di malattie neurologiche, come la Sla, in cui scrivere con un pc è l’unico modo per comunicare. Ecco come funzioneranno.
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Evelyn Novello 25 Settembre 2023
* ultima modifica il 25/09/2023

Chip nel cervello umano per farci diventare un tutt'uno con la tecnologia. Di cosa stiamo parlando? In sostanza, strumenti con cui potremo comandare i computer e i dispositivi elettronici direttamente con la forza del pensiero. L'obiettivo dichiarato è quello di aiutare le persone paralizzate o affette da malattie neurologiche, in questo caso puoi capire quanto sarebbe utile avere un modo per comunicare che non implichi l'uso della forza fisica. Nella cura di malattie come la Sla, che richiedono un computer per interagire, un chip potrebbe consentire alle persone di tornare, in parte, a vivere e ad avere una socialità.

Ma come funzioneranno questi chip? Con l'avvio della sperimentazione, si vuole valutare la sicurezza dei chip neurali e del robot chirurgico che li impianta. Ai candidati volontari sarà posizionato un dispositivo di interfaccia cervello-computer (chiamato “N1”) nella regione dell’encefalo che controlla l’intenzione del movimento. Il chip sarà esteticamente invisibile e potrà registrare e trasmettere segnali celebrali, in modalità wireless, a un’app che potrà decodificare la volontà del movimento. Con questo dispositivo le persone potranno, ad esempio, controllare con il pensiero il cursore di un mouse o la tastiera di un computer per scrivere e svolgere operazioni.

Questo sarà il funzionamento dei dispositivi usati anche da Neuralink la startup di Elon Musk che, quando certificherà questi impianti come abbastanza sicuri e affidabili, potrà iniziare ufficialmente i primi interventi chirurgici di prova. I destinatari non saranno solo pazienti malati di Sla, ma, potenzialmente, anche chi, pagando qualche migliaio di dollari, vorrà dotare il proprio cervello della potenza di un computer. Come spesso accade, la disponibilità economica rende le persone tanto padrone di sé da superare i limiti imposti dalla natura e forse anche tu ti starai chiedendo se di questa invenzione ne avevamo davvero bisogno. Molto probabilmente per chi ha malattie invalidanti questi chip potrebbero essere la svolta, tutto dipende da chi altro li comprerà e con quale scopo.

La sperimentazione richiederà comunque circa sei anni e si prevede una tempistica di oltre un decennio prima che il chip sia abilitato all’uso commerciale. Solo nel futuro capiremo quale sarà la percentuale di beneficio e quale di rischio.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.