
Cos’è un obiettivo? Di norma è qualcosa che vuoi raggiungere, un risultato, uno stato, una condizione. Per raggiungerlo devi avere a disposizione del tempo e naturalmente una strategia.
La tecnica del Goal setting, o formazione degli obiettivi, può essere utile proprio per una programmazione efficace di quest’ultimi. Per attuarla occorre basarsi fondamentalmente su due azioni: la prima è quella di definire obiettivi efficaci, mentre la seconda è quella di stabilire un piano per raggiungerli.
La tecnica del Goal setting si basa semplicemente sulla definizione di obiettivi SMART, un acronimo che deriva dalle iniziali dei seguenti termini: (S) specifico, (M) misurabile, (A) realizzabile (Achievable), (R) rilevante, (T) a scadenza temporale (Time-bounded). Vediamoli uno per uno.
Specific (S): l’obiettivo prefissato deve essere il più chiaro e specifico possibile, senza lasciare spazio all’interpretazione. Se voglio correre senza fatica una mezza maratona, l’obiettivo sarà la distanza di 21 km, non semplicemente una migliore performance sportiva.
Measurable (M): più un obiettivo è misurabile (numerico), più è facile capire se l’obiettivo è stato raggiunto o meno. Tornando all'esempio della mezza maratona, non ti sarà difficile capire quanto sei lontano dal tuo obiettivo, se ti stai allenando su distanze di 5, 10 o 20 km.
Attainable (A): per essere efficace un obiettivo deve anche essere accessibile: inutile prefiggermi di diventare un ironman quando a malapena corro giusto la domenica mattina. Darsi un obiettivo impossibile da realizzare potrebbe nuocerti, arrecandoti non solo malumore, ma portandoti anche a perdere a poco a poco parte della tua autostima.
Relevant (R): il tuo obiettivo non deve nemmeno essere troppo banale, per evitare che nel tentativo di raggiungerlo, si verifichi un calo del livello di attenzione e di concentrazione.
Time-Bounded (TB): e infine la variabile tempo, importante per capire quali sono le tempistiche in cui si intende raggiungere il proprio obiettivo. Quindi, come prima cosa devi identificare il tuo obiettivo come a breve, a medio o a lungo termine. In quest’ultimo caso, perché il tuo piano sia efficace, è importante che tu definisca anche degli obiettivi a breve e a medio termine, vale a dire obiettivi con tempistiche più vicine, da considerare come tappe per raggiungere l’obiettivo finale.
Per mettere in pratica la tecnica del Goal setting occorre un piano ben strutturato, che si può costruire identificando dei mini obiettivi, pianificando una routine settimanale e tenendo traccia dei risultati raggiunti. I mini obiettivi sono una sorta di scadenze da rispettare per arrivare piano piano all'obiettivo finale. Voglio imparare una lingua straniera? Ci arriverò studiando una lezione dietro l'altra e mettendomi alla prova con esami e test per ogni argomento affrontato.
Una volta definiti i vari step, quest'ultimi possono essere scomposti ulteriormente: in questo modo arriverai a porti degli obiettivi settimanali, più semplici da raggiungere e che ti permettono di dedicartici con puntualità.
Per tenere traccia invece degli obiettivi settimanali o mensili puoi fare una checklist. Monitorare successi e fallimenti è l’essenza del goal setting. Se infatti raccogli successi, ciò significa che la tua programmazione di obiettivi è ben strutturata e soprattutto efficace; se, al contrario, raccogli fallimenti significa che qualcosa è da rivedere nel tuo goal setting, ma questo non è un problema. La flessibilità è un elemento essenziale per il raggiungimento dei propri obiettivi, così come lo sono altre due caratteristiche imprenscindibili: una forte motivazione, che ti porta a fare tutto il possibile per raggiungere uno scopo, e l'impegno costante, indispensabile per continuare a credere nelle tue possibilità e per affrontare con determinazione eventuali ostacoli incontrati lungo il percorso.