come smettere di farsi paranoie

Come smettere di farsi le paranoie (e iniziare a vivere meglio): i consigli della psicologa

La paranoie sono il frutto del rimuginio che nasce dalle tante emozioni che accumuli ma che non sei mai riuscito a provare davvero. Smetterla di farsi paranoie non è un traguardo immediato ma ci puoi arrivare con questi consigli.
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Evelyn Novello 19 Giugno 2023
Intervista a Dott.ssa Ilaria Bruschi Psicologa e psicoterapeuta

Chiedersi ossessivamente perché sia accaduta una cosa, pensarci ore per non arrivare mai a una conclusione. Darsi la colpa per non avere fatto abbastanza, per non aver raggiunto ciò che volevi, nonostante tu abbia fatto del tuo meglio. Se ti rivedi in queste azioni saprai che le paranoie non solo sono improduttive ma anche logoranti perché utilizzi male molte energie mentali. Ma, allora, come smettere di farsi paranoie che il più delle volte non portano a nulla di costruttivo? Abbiamo intervistato sul tema la psicologa e psicoterapeuta Ilaria Bruschi.

Perché ci facciamo le paranoie

Se sei una persona ansiosa probabilmente ti sarà capitato di trovarti a pensare intensamente e ossessivamente a un momento che dovrai vivere immaginando come andrà, oppure chiedendoti se quella che hai compiuto sia stata la scelta giusta, oppure ancora interrogandoti sul perché una persona a cui tieni ti abbia risposto male. "Quando questi pensieri diventano continui e incontrollabili vengono definiti rimuginio, uno stato cognitivo del pensiero che sta diventando sempre più frequente nei giovani dai 25 ai 35 anni – spiega la psicologa Bruschi – ciò si nota in particolare dopo l'emergenza covid".

La spiegazione del fenomeno sarebbe nel fatto che siamo esposti a una costante idea di felicità (ma solo simulata, come quella che vediamo sui social media) e a questo si aggiunge il costante giudizio a cui siamo sottoposti fin da piccoli, da parte degli altri ma soprattutto di noi stessi. "É come se ci trovassimo sempre in un tribunale interiore che ci siamo costruiti a immagine di come pensiamo sia quello esterno – spiega l'esperta – ce lo siamo formato in base a quello che nel tempo abbiamo intercettato dal mondo esterno, dai valori sociali e dall'educazione che abbiamo subìto. Le svalutazioni e le critiche non costruttive che abbiamo ricevuto ci portano a cercare sempre quello che non va in noi. In particolare l'età adolescenziale è delicata, è quella in cui avremmo bisogno di rinforzi, valorizzazioni, al contrario, i commenti come critiche a senso unico e non come condivisione ci portano poi a fare altrettanto con noi stessi".

come non farsi paranoie inutili

Manie di perfezionismo

Tutto deriva, quindi, dall'educazione e dai modelli di riferimento che abbiamo avuto. "Gli adulti che intercettiamo ci formano e ci condizionano. In società impariamo fin da subito che tutto è dovuto, i traguardi raggiunti sono dati per scontati ma devi fare sempre di più. Tutto ciò ci porta in età adulta, invece che a valorizzarci, a voler continuamente raggiungere il massimo. Diventiamo ipercritici perché siamo stati sensibili alla critiche". spiega la dottoressa.

Questa educazione ha plasmato gli adulti che siamo oggi. A questo si aggiunge l'esposizione a una felicità costantemente costruita dalle identità digitali che ci siamo creati sui social media e ciò ci porta a chiederci cosa non vada in noi e perché non riusciamo a fare in modo che tutto vada secondo i piani che ci eravamo costruiti. "Quando qualcosa non va e ci dobbiamo adattare a situazioni che vanno al di là di ciò che conosciamo, la nostra coscienza incappa in rimuginii. Queste sono le cosiddette paranoie. La mente continua a riportarci alla memoria conflitti e fallimenti, personali e professionali per trovare un modello da seguire per risolvere la situazione. Se quindi, ad esempio, devo adattarmi a una situazione stressante tipo un conflitto con i colleghi, per trovare una situazione reitero il pensiero del conflitto" continua Bruschi.

La ricerca della perfezione è legata al pensiero di poter controllare il mondo esterno. Da ciò scatta un pensiero ossessivo che non dà spazio alle emozioni. Il fulcro sarebbe proprio quello: le emozioni che non ci concediamo di provare perché ci è stato insegnato a reprimerle. "Non riusciamo a entrare in contatto con le nostre emozioni, non le percepiamo davvero, soprattutto quelle negative, perché non accettiamo l'idea di volerle provare. Abbiamo sempre attiva la sfera cognitiva, razionale, non quella emotiva. Ci chiediamo perché sia successa una cosa, come risolverla, ma non ci chiediamo mai cosa proviamo. Da questo meccanismo si scatenano non solo paranoie ma anche disturbi come ansia e insonnia. L'attacco di panico, ad esempio, avviene perché il nostro sistema neurale, il nervo vago, si chiude per proteggerci. Questo perché siamo esposti a emozioni che non sappiamo gestire" conclude la psicologa.

come non farsi paranoie

Come non farsi paranoie inutili

Se anche tu, quindi, sei una persona molto razionale che tende a soffocare le proprie emozioni, prova a connetterti con esse chiedendoti prima di tutto cosa stai provando e cosa dice quell'emozione di te. "Una società che sopprime le emozioni, non aiuta le persone a connettersi con esse e non le riconosce. L'emozione, però, è il motore principale dell’energia che muove e condiziona i nostri pensieri, se siamo innamorati, ad esempio, abbiamo la sensazione che ogni preoccupazione scompaia. Dobbiamo imparare a seguire le nostre emozioni senza cercare di controllarle. Anche le emozioni "negative" servono: la tristezza ci aiuta a capire che è sbagliato ciò che abbiamo fatto, la rabbia serve a darci il coraggio di affrontare un pericolo. Le emozioni sono funzionali e ci aiutano ma dobbiamo conoscerle tutte e usarle per andare avanti" continua la psicologa.

5 consigli per smettere di farsi paranoie

Fatto ciò, ecco i consigli dell'esperta per cercare di vivere in serenità con noi stessi senza farsi paranoie:

  1. "Smetti di provare ad avere un controllo su tutto cercando di prevedere il futuro. Il problema non sta nel pensiero anticipato ma in tutta l'energia che ti risucchia. Ragionaci il tempo adeguato per crearti solo un piano B nel caso in cui le cose non vadano nel modo sperato.
  2. Trova il tempo di dirti grazie. Ringraziati per tutto ciò che fai in una giornata, apprezza ogni piccolo successo o situazione scomoda che hai affrontato e non incolparti per ogni fallimento.
  3. Se occorre, piangi. Permettersi di farsi un pianto e di manifestare il proprio dolore fa bene. Il pianto è un sistema naturale per creare ossitocina, il cosiddetto ormone dell'amore, e ci servirà successivamente per elaborare il dolore e superarlo.
  4. Percepisci le tue emozioni e solo successivamente prova ad accettarle e a connetterle con la sfera razionale.
  5. Credi in te stesso. Riconosci i successi raggiunti e sii certo che sarai in grado di raggiungerne altri affrontando le difficoltà che si presenteranno lungo il percorso".

I passi da compiere sono molti, soprattutto se sei una persona perfezionista. Essere ambiziosi non è un male ma pretendere sempre di più senza godersi le gioie del presente non fa altro che creare frustrazione e, appunto, paranoie. In quanto esseri umani non siamo solo dotati di ragione ma anche di sentimenti, prova ad ascoltarli di più e sii fiducioso. Non dimenticarti, infine, di non aver paura di chiedere aiuto: un percorso psicologico mirato ti può dare alcuni strumenti che da soli non è sempre facile trovare.