Con quali misure i nostri partiti rispondono al 6° rapporto IPCC? Lo abbiamo chiesto a loro

Riscaldamento globale, siccità e innalzamento del livello dei mari sono i punti chiave del report. Dalla politica ci aspettiamo una risposta all’emergenza climatica: quale sarà? Lo abbiamo chiesto ai partiti italiani.
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Francesco Castagna 31 Marzo 2023

Il 20 marzo il team di ricercatori dell'IPCC hanno pubblicato il 6° rapporto sulla Valutazione sui Cambiamenti Climatici. Al suo interno, il rapporto di Sintesi che integra i risultati dei tre gruppi di lavoro:

  • Le basi fisico-scientifiche
  • Impatti, adattamento e vulnerabilità
  • Mitigazione dei cambiamenti climatici
  • Il documento contiene anche tre rapporti speciali: Riscaldamento Globale di 1.5, Climate Change and Land, Oceano e Criosfera in un clima che cambia

Ma cosa ci dice il rapporto? I ricercatori confermano l’urgenza di mettere in campo azioni per frenare le emissioni e limitare il riscaldamento globale. Queste analisi sono a tutti gli effetti la rappresentazione più veritiera dei cambiamenti climatici in atto, dei loro effetti e degli scenari futuri se i Paesi di tutto il mondo non rispetteranno gli accordi presi nel tempo e non decarbonizzeranno le loro economie entro i termini previsti.

Se però la scienza può fornire un solo un quadro della situazione, senza poter prendere delle decisioni da mettere in atto, è la politica che consapevole di queste affermazioni deve, o dovrebbe, risponderne.

Le risposte dei partiti

Ohga ha posto a tutti i partiti italiani la seguente domanda: "Viste le ultime indicazioni del team dell'IPCC, modificherete le vostre politiche per il clima? Le incrementerete? Ne discuterete?". Ecco cosa chi e cosa ci hanno risposto:

Partito Democratico

Il Partito Democratico non si è reso disponibile. Dopo l'elezione della nuova segretaria, Elly Schlein, manca la volontà da parte della nuova direzione di esporsi sulla transizione ecologica. Argomento dal quale dovrà comunque partire un'opposizione alle politiche del governo Meloni. Restiamo comunque a disposizione del partito qualora volesse intervenire in futuro. Proprio come è accaduto con Enrico Letta, che abbiamo intervistato in occasione delle elezioni politiche del 25 settembre 2022.

Azione/Italia Viva

Per il Terzo Polo ci ha risposto Giulia Pastorella, Vicepresidente di Azione e Consigliera Comunale di Milano, che era intervenuta anche per le Politiche del 25 settembre 2022. Secondo i due partiti (Azione-Italia Viva), alla luce del documento dell'IPCC, l'Italia deve dotarsi di una "strategia di decarbonizzazione razionale, basata su valutazioni tecnico-economiche e non ideologiche". 

In che modo, quindi, si traduce una decarbonizzazione razionale in atti concreti? Per Pastorella è essenziale puntare su rinnovabili, nucleare di ultima generazione e, nella fase transitoria, con gas naturale "meglio se con cattura e sequestro della CO2 emessa". Tutte azioni che, secondo Azione-Italia Viva, rispettano il mix ottimale tra tutte le fonti e tecnologie a bassissima emissione di gas a effetto serra incluse nella Tassonomia verde europea.

Ci scrivono che la transizione energetica deve passare assolutamente dal nucleare, già presente nei piani di decarbonizzazione di alcuni Paesi Membri, anche alla luce del recente accordo di cooperazione firmato da 12 Stati Europei, l'Alleanza per il Nucleare"in modo da sostenere a livello comunitario, sotto ogni punto di vista, sia industriale che regolatorio, il ruolo del nucleare come uno degli strumenti per raggiungere i nostri obiettivi climatici, per generare elettricità in modo continuo e per garantire la sicurezza energetica”. Per questo motivo, Azione e Italia viva chiedono al Governo Meloni di procedere alla richiesta di endorsement del Parlamento, condivisa da mozioni simili del Terzo Polo, Lega e di Forza Italia.

Oltre a una spinta sul nucleare, Pastorella è convinta della necessità di un riassetto normativo, con delle riforme in diversi campi per definire:

  • i criteri per l’individuazione delle aree idonee alla localizzazione di tutti gli impianti e infrastrutture necessari
  • procedure accelerate di autorizzazione
  • nuove modalità di remunerazione che valorizzino le caratteristiche ed i profili di generazione, premiando le tecnologie che hanno un minore impatto sui costi di sistema, perché per esempio non richiedono impianti di accumulo e di backup
  • un organismo indipendente di programmazione strategica, che individui priorità e programmi di sviluppo della capacità da installare, inclusa la loro distribuzione regionale (per generazione, accumulo, trasmissione e distribuzione)

Alleanza Verdi-Sinistra Italiana

Per il fronte ecologista ha risposto Angelo Bonelli, storico portavoce del partito Europa Verde, una delle forze politiche da sempre promotrici di azioni sostenibili e convinta sostenitrice delle energie rinnovabili. Bonelli, che avevamo sentito anche in occasione del 25 settembre 2022, è critico nei confronti delle politiche del Governo Meloni quando si parla di transizione energetica.

"Non possiamo fare a meno di vedere che governo italiano è in una posizione assolutamente ostile nei confronti delle politiche sul clima", afferma Bonelli, convinto che i dati dell'IPCC non scalfiscano una posizione che, a sua detta, è assolutamente inaccettabile: far passare la questione climatica come un problema economico. Per Europa Verde la realtà è esattamente l'opposta, Bonelli infatti sottolinea come già oggi i cittadini italiani paghino i costi economici e sociali legati alle conseguenze del cambiamento climatico.

"Si continua ancora a pensare ed agire attraverso un modello che è quello proposto da Meloni: trasformare l’Italia in un hub del gas europeo, comprando il gas dal Nord Africa e poi rivendendolo in Europa", conclude Bonelli. Come forza politica, Europa Verde sostiene da sempre che "Tutto quello che sta accadendo oggi ha un unico responsabile e si chiama gas, prima noi usciamo dalle fonti fossili e prima noi rilanciamo l'economia e riportiamo benessere sociale. Per raggiungere questo obiettivo, l'unica strada sono le rinnovabili, perché se oggi il gas sta sui 315 MWh le rinnovabili stanno sui 50 MWh".

Movimento 5 Stelle

Dal Movimento 5 Stelle, la forza politica che negli ultimi anni è stata promotrice del Superbonus 110% e della Legge Salvamare, ci ha risposto l'ex Ministro dell'Ambiente del Governo Conte I, Sergio Costa.

"Noi spingeremo molto e ancora di più in Parlamento affinché il report dell’Ipcc sia il punto di partenza delle politiche del governo e non un tema di dibattito come un altro", ha detto Costa, che avevamo per le Politiche del 25 settembre ci aveva detto che: "Con una buona legge sul consumo di suolo è possibile riqualificare i luoghi abbandonati e allo stesso tempo dotarli di impianti energetici autonomi".

Secondo il Movimento di Conte, il governo non sente quest'urgenza ed è proprio per questo motivo che faranno opposizione affinché la transizione energetica venga realizzata nel modo più rispettoso per l'ambiente possibile.

Lega

Per la Lega (l'unico partito della maggioranza di Governo che si è reso disponibile) il Dipartimento Energia del partito ha inviato una nota di cui riportiamo alcuni passaggi significativi.

In occasione delle politiche del 25 settembre per la nostra rubrica "Che Ambiente votiamo?" ci aveva risposto l'ex senatore Paolo Arrigoni, che nel 2022 affermava che "La Lega segue un approccio pragmatico e non ideologico, che prevede azioni da intraprendere perseguendo oltre alla sostenibilità ambientale anche quella economica e sociale".

Per il partito di Matteo Salvini è necessario portare avanti la transizione ecologica assicurando la sicurezza del sistema energetico del Paese, mettendo in campo tutti gli sforzi possibili per ridurre l’elevata dipendenza energetica dell’Italia dall’estero, con costi dell’energia adeguati per la salvaguardare la competività delle nostre imprese.

Ma in che modo il partito vorrebbe affrontare la transizione? Partendo dalla mobilità, che deve essere decarbonizzata non considerando esclusivamente l'elettrico, ma anche i biocarburanti; investendo nell'efficientamento energetico, che "dovrà essere sostenuto con forza nei settori dell’industria, dell’edilizia e del terziario"; mentre per gli investimenti sulle rinnovabili, spiega il Dipartimento Energia della Lega, è necessario accompagnare lo sviluppo di tecnologie abilitanti come i sistemi di accumulo e le smart grid.

Nel frattempo però, anche la Lega è convinta che l'unico modo nel breve termine per affrontare le sfide del nostro Paese è investire sull'idrogeno per sostituire il gas naturale, specialmente in settori come l'hard to abate (settori industriali energivori) che non possono essere elettrificati. Questo perché per la Lega la transizione energetica è una sfida importante, ma "non va dimenticato che il costo dell’energia rappresenta un freno alla competitività del sistema Paese".

+Europa

Alla lista delle forze politiche che ci hanno risposto sul rapporto IPCC si aggiunge anche +Europa. Per il partito di Riccardo Magi ed Emma Bonino è importante tenere conto delle analisi dell'IPCC, poiché "Più che la crociata europea un po’ ideologica contro il motore a scoppio entro il 2030, che non ci convince, forse è meglio investire massicciamente nella tecnologia della cattura della CO2 nei processi industriali e negli allevamenti intensivi, nel rimboschimento urbano, in nuove forme energia rinnovabile".

+Europa sostiene che la consapevolezza all'interno del partito sul tema è alta e che l'obiettivo non deve essere la riduzione delle emissioni inquinanti, ma la vera e propria neutralità carbonica. Per questo motivo per +Europa bisogna assorbire tanta C02 quanta quella che emettiamo e occorre farlo ben prima della data inizialmente fissata del 2050.

Si definiscono "strani ambientalisti", perché non vogliono la chiusura delle acciaierie in Italia. Per loro infatti significherebbe perdere lavoro e benessere. "Vogliamo investimenti e ricerca per l’adozione di tecnologie nuove, come appunto la cattura delle emissioni o come la produzione di idrogeno verde, che permetteranno di produrre acciaio a emissioni zero", si legge nella risposta.

Sono queste le innovazioni su cui +Europa vorrebbe che l’Italia investisse risorse pubbliche.