
Il kamut è anche chiamato grano khorasan o grano del faraone, perché i suoi grani sono stati scoperti nelle antiche tombe degli Egizi. Ma cerchiamo di conoscere meglio questo prodotto e di svelarne le zone d’ombra.
Quando senti parlare di Kamut immagini subito una varietà di frumento, ma non è così. Si tratta di un marchio registrato (dalla Kamut International) con cui viene commercializzato, negli ultimi anni, il grano khorasan (Triticum turanicum).
La storia del grano khorasan a marchio KAMUT è iniziata nel 1949, quando Earl Dedman, un aviatore americano di stanza in Portogallo, ricevette alcuni chicchi di grano dall’aspetto insolito, da un uomo che affermava di averli presi da una tomba in Egitto. È ovviamente una leggenda e si crede che sia più probabile che questi chicchi siano stati acquistati da un venditore ambulante al Cairo. Comunque, Mr Dedman inviò 36 chicchi a suo padre, che viveva nel Montana e faceva l’agricoltore. Dopo sei anni i campi del padre erano pieni di Khorasan e fu soprannominato "Grano di Re Tut".
Cosa ci sia di vero è difficile da stabilire. Sicuramente il kamut ha una tradizione antichissima. È stato coltivato nella Mezzaluna fertile ed è stato estremamente apprezzato degli Egizi. E pare che a loro si debba anche la parola kamut, associata in un dizionario di geroglifici egizi (An Egyptian Hieroglyphic Dictionary” di E. A. Wallis Budge) proprio alla descrizione di grano e pane.
E in Italia? Ci sono poche aziende autorizzate a utilizzare questo prodotto, ma anche a macinarlo. Chiunque può coltivare il grano khorasan, ma ovviamente per commercializzare e coltivare il kamut ci vuole una speciale autorizzazione e bisogna seguire le rigidissime regole dell’agricoltura biologica.
La pianta del grano Khorasan è una pianta erbacea annuale, che pare faccia parte della famiglia delle graminacee. Si sviluppa molto in altezza, perché può arrivare a circa due metri. E sono molto grandi anche i suoi chicchi, se paragonati al classico frumento. La sua caratteristica principale è la resistenza. Questa coltura, infatti, non soffre la siccità, non è vulnerabile ai parassiti e non si lascia rovinare facilmente dalle intemperie. Non è un caso dunque che provenga dal Medio Oriente e la sua coltivazione sia concentrata soprattutto in America e in Canada.
I valori nutrizionali del grano a marchio Kamut (per 100 grammi di prodotto) sono i seguenti:
Il kamut è un prodotto coltivato con metodo biologico, è una fonte di proteine, fibre, zinco, fosforo, magnesio, vitamina B1 (tiamina) e vitamina B3 (niacina). A volte viene pubblicizzato come molto più ricco di proteine rispetto al tradizionale grano duro o tenero, ma in realtà non lo è. Attenzione, molto spesso è indicato come adatto a chi soffre di celiachia. È un errore perché contiene glutine. È considerato un prodotto relativamente calorico e la presenza di molte fibre lo rendono ideale per contrastare il colesterolo nel sangue e per regolare i livelli di glicemia, grazie al suo basso indice glicemico.
Il kamut è un prodotto sicuro ma, come accennato prima, non è adatto ai celiaci. Contiene, infatti, glutine come il frumento tenero e quello duro.
Il kamut è un’alternativa al grano tradizionale e nei supermercati trovi la pasta e la farina, con cui puoi preparare il pane o la pizza, così come prodotti da forno già confezionati. Puoi anche mangiare i chicchi, cuocendoli per circa un’ora in acqua bollente (prima della cottura devono essere sciacquati e lasciati in ammollo 10/12 ore). Il cereale al naturale può essere usato per realizzare ottime zuppe o insalate dolci e salate.