Cop26: non sarà l’Italia ad ospitarlo, ora è la Gran Bretagna la grande favorita

Sfuma la candidatura italiana ad ospitare il più importante incontro internazionale sul cambiamento climatico nel 2020. Raggiunto un accordo di collaborazione tra Italia e Gran Bretagna: il nostro Paese ospiterà una Pre-Cop e altri eventi preparatori tra cui un’iniziativa che darà spazio ai giovani.
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Federico Turrisi 19 Giugno 2019

Sarebbe potuta essere l'Italia la nazione ospitante della Cop26, ossia della 26esima Conferenza delle parti alla Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà l'anno prossimo. Una conferenza che si preannuncia la più importante dopo la Cop21 di Parigi nel 2015. Invece non sarà così. Molto probabilmente la Cop26 si terrà in Gran Bretagna, che però deve ancora liberarsi della concorrenza della Turchia. La decisione finale verrà presa nel corso della Bonn Climate Change Conference, che si tiene nella città tedesca fino al 27 giugno.

La candidatura era stata formalizzata dal premier Conte e dal ministro dell'Ambiente Costa, che aveva proposto Milano come città per ospitare la Conferenza Onu sul clima del 2020. Si tratta comunque di una parziale retromarcia. L’Italia e la Gran Bretagna hanno raggiunto infatti un accordo di partenariato in vista della Cop26.

Sulla base di tale accordo, secondo quanto riporta la nota ufficiale diffusa dal governo italiano, la Gran Bretagna si offre di esercitare la Presidenza della Cop26 sul clima e di ospitare il summit che avrà luogo a fine 2020. L’Italia si propone invece di organizzare la Pre-Cop e altri eventi preparatori, tra cui uno dedicato specificamente ai giovani (“Youth event”).

"Attraverso la partnership i due Paesi – si legge nella nota – si impegnano a promuovere il più alto livello di ambizione possibile per la prossima COP26 e a favorire l’adozione di azioni concrete in grado di realizzare il necessario salto di qualità necessario alla piena attuazione dell'Accordo di Parigi".

Non si sa il motivo ufficiale della retromarcia del governo italiano. Secondo la Bbc, molti paesi europei si sono mostrati cauti nell'appoggiare la candidatura dell'Italia dal momento che uno dei due partiti di governo, la Lega, ha assunto una posizione scettica sulla questione del riscaldamento globale. Non devi dimenticare inoltre che di recente il Parlamento italiano non si era espresso a favore della dichiarazione dello stato di emergenza climatica. Pesano poi, prosegue l'analisi della Bbc, alcuni dubbi sulla capacità dell'Italia di organizzare un evento così importante, che attrae migliaia di esperti, negoziatori, imprese, attivisti e giornalisti.