Coronavirus: l’impatto di Covid-19 sulle emissioni di CO2

Uno studio parla di 100 milioni di tonnellate in meno: se c’è un lato positivo dell’epidemia, è questo. Ma è un fuoco di paglia, perché le attività industriali riprenderanno ancora più intensamente.
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Gianluca Cedolin 28 Febbraio 2020

Scorrendo tra siti di informazione e social network forse avrai visto, tra i proclami apocalittici sul coronavirus e gli scaffali vuoti dei supermercati, le drammatiche (quelle sì, davvero) immagini dell’Antartide senza ghiacci, con temperature superiori a 20 gradi. A febbraio. A pochi sembra importare ora, impegnati come siamo nella corsa all’Amuchina e alle mascherine, ma il cambiamento climatico è sempre lì, più minaccioso che mai, e il caldo anomalo del Polo Sud ci ricorda ancora una volta quanto poco tempo manchi prima che sia troppo tardi.

A questo proposito, se vogliamo trovare un lato positivo nell’epidemia di Covid19, è proprio quello di aver ridotto le emissioni di CO2, che a quel cambiamento climatico contribuiscono in maniera determinante. Perlomeno in Cina, come dimostra un’analisi del finlandese Centre for research of energy and clean air (Crea).

Il perché è facile da capire: alcune città cinesi molto popolose e produttive, come Wuhan, sono totalmente isolate, la gente non si muove di casa, le fabbriche sono chiuse. Di conseguenza, viene emessa meno CO2: i numeri dello studio del Crea lo dimostrano. Secondo il centro di ricerca finlandese, la Cina in questo periodo rilasciava circa 400 milioni di tonnellate di anidride carbonica: la quarantena ha fatto ridurre le emissioni di oltre 100 milioni di tonnellate. Un 25% in meno di CO2 nell’aria, frutto soprattutto di un calo della produzione industriale che si aggira tra il 15 e il 40%. È la prima volta che le emissioni calano in Cina negli ultimi tre anni. Insomma, se vuoi vedere il bicchiere mezzo pieno, pensa a questo!

Ma attenzione: lo stesso Crea ha messo in guardia dal fatto che questo calo è temporaneo, e che anzi le azioni pensate dal governo della Repubblica popolare per rilanciare l’industria porteranno a un nuovo aumento delle emissioni. La speranza che possiamo avere, però, è che questa brutta fase di emergenza legata al coronavirus ci lasci in eredità alcune buone pratiche per ridurre il nostro impatto ambientale, come quella di fare smartworking quando si può e di evitare le trasferte di lavoro (soprattutto in aereo!) quando basta una telefonata per risolvere una faccenda.