Cosa emette un termovalorizzatore: cosa il contiene il fumo bianco che esce dai camini

L’impianto che sorgerà a Roma ha riacceso il dibattito accademico e non. Facciamo un po’ di chiarezza: è vero che dobbiamo preoccuparci per le sostanze emesse?
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Francesco Castagna 8 Marzo 2024

Termovalorizzatore sì o no? Questo è il dilemma che da anni fa discutere la comunità scientifica, le associazioni ambientaliste e la cittadinanza. Questo impianto è la versione di ultima generazione di un inceneritore: brucia i rifiuti e, dove gli impianti vecchi si fermano a smaltire semplicemente l'indifferenziata, i termovalorizzatori convertono la combustione di rifiuti in energia da poter riutilizzare a uso commerciale e non. In questo modo si riduce lo spazio occupato dai rifiuti e si recupera energia in ottica di un'economia circolare. L'alternativa a questo tipo di impianto sarebbe la discarica che, come ricordano le direttive europee, si posiziona all'ultimo posto tra le opzioni riguardanti la gestione e il trattamento dei rifiuti.

Passando vicino a una struttura di questo tipo, si può notare la fumata bianca che esce dalla ciminiera. Sono i fumi derivanti dalla combustione dei rifiuti, ma cosa contengono? Per capirlo, abbiamo letto un report scritto dalla Dr. Anna Bott per ISPRA, l'ente governativo per la Protezione e la Ricerca Ambientale. In questo documento si fa una analisi del particolato emesso dai termovalorizzatori poiché, come ricordato nel testo: "Come tutti i processi di combustione, il trattamento termico dei rifiuti comporta però l’emissione di sostanze inquinanti nell’ambiente; gli studi relativi all’argomento presentano i termovalorizzatori come sorgenti di gas acidi, diossine, composti organici, metalli pesanti e particolato".

Nel paper di ricerca, la Dr. Bott ha analizzato prima le alternative al termovalorizzatore, come il trattamento meccanico-biologico o la pirolisi, per esempio e ha analizzato la bibliografia presente sul tema dal 1990 a oggi. Lo scopo è stato capire se il materiale che fuoriesce dai camini del termovalorizzatore possa essere dannoso per la salute umana. Al termine del lavoro, la Dr. Bott ha concluso che: "Dalle informazioni che è stato possibile raccogliere si è portati a credere che gli impianti per il trattamento termico dei rifiuti, grazie all’azione combinata di diverse tecnologie per la depolverazione dei fumi, emettano una quantità di particolato inferiore al limite stabilito dalla normativa vigente". Inoltre, uno studio condotto dai Politecnici di Torino e Milano e dalle Università di Trento e Roma 3 Tor Vergata ha mostrato che l’impatto ambientale di questi impianti è inferiore di otto volte rispetto alle classiche discariche.

Cos'è il fiume bianco che esce dai camini del termovalorizzatore?

Innanzitutto bisogna dire che i camini che emettono la fumata bianca che esce dall'impianto sono torri di raffreddamento, dopo il processo di combustione dei rifiuti. Ecco perché sarebbe meglio non parlare di fumi, ma di vapore acqueo, in quanto si tratta di una semplice reazione dovuta al raffreddamento dell'acqua nel ciclo termico e dal funzionamento della turbina, che serve a produrre energia elettrica. Il fenomeno è più visibile quando le temperature sono basse, per via del cosiddetto effetto di condensazione.

Nulla di cui preoccuparsi, dunque, questo perché i fumi che fuoriescono dalle torri di raffreddamento vengono sottoposti a una serie di trattamenti, per la depolverizzazione dei fumi nel filtro a maniche.

Le sostanze contenute nei fumi sono tanti(Cloro, Sodio, Zinco, Piombo, Magnesio, Stagno, Alluminio, Ferro, Titanio, Rame, Antimonio, cadmio, Bromo, Manganese, bario, Arsenico, Argento, Cromo, Nichelio, Selenio, Cesio, Tungsteno, Cobalto, Indio, Latano, Samario, Torio, Oro), ma a noi in realtà ci interessa se questi materiali possono far male all'uomo o meno. Nello stesso report infatti emerge, dopo le conclusioni, l'urgenza di effettuare campionamenti di tipo qualitativo, in quanto: "monitoraggi fino ad ora condotti analizzano il particolato soltanto in termini quantitativi, senza effettuare distinzione tra le sorgenti emissive; di qui la necessità di eseguire misure qualitative capaci di individuare dei marker specifici e univoci per ciascuna fonte emissiva". Solo in questo modo si potranno fornire delle analisi assolute sulla qualità dell'aria.

La salute dei cittadini

La salute dei cittadini che vivono nei pressi del termovalorizzatore viene monitorato da alcuni programmi avviati dai Comuni. Un esempio è SPoTT, la Sorveglianza sulla salute della Popolazione nei pressi della Città di Torino. Il programma avviato dal Comune per tutelare il benessere e la qualità della vita della cittadinanza, coinvolgendo l'Istituto Superiore della Sanità, le Asl e il Comune di Torino. Parallelamente vengono paragonate le analisi di una fetta di popolazione che abita nei pressi del termovalorizzatore, e una che non rientra nella zona di interesse.

Secondo i risultati pubblicati nel nuovo report del 4 marzo 2024: "tutte le analisi effettuate non evidenziano un effetto significativo a breve termine dell’impianto di incenerimento dei rifiuti, permettendo, anche a distanza di anni, di confermare i risultati già evidenziati nel precedente report".

Fonte| ISPRA;

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