Cosa significa a km 0? Scopriamo cosa sono i prodotti a chilometro 0 e quali sono i vantaggi

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Sono migliori per la tua salute, hanno un sapore più buono, rispettano l’ambiente e ti permettono di risparmiare. I vantaggi dei prodotti a chilometro zero superano di gran lunga gli svantaggi. Ecco tutte le ragioni per comprare alimenti di stagione e legati al territorio in cui vivi.
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Giulia Dallagiovanna 12 Novembre 2018

Sai quanti chilometri ha percorso il cibo che hai cucinato per cena? In media, 1.900. Significa che nel tragitto dal produttore alla tua tavola, ha potuto inquinare più o meno quanto un'automobile che viaggia da Parigi a Reggio Calabria. Tutti i giorni. E senza contare quanta anidride carbonica emettono l'agricoltura intensiva e la successiva lavorazione degli alimenti, e quanta plastica viene utilizzata per gli imballaggi.

Il modo in cui viene prodotto il cibo è uno dei fattori che contribuisce maggiormente al cambiamento climatico. Il che significa che anche tu puoi fare molto per questo pianeta. Come? Scegliendo alimenti che di chilometri non ne percorrono nemmeno uno. "Chilometro zero" è un'espressione che ha preso piede già dal 2004, ma che si usa, e soprattutto si pratica, ancora troppo poco. Una spesa che rispetta l'ambiente richiede forse un po' più di tempo, ma ha benefici diretti sulla tua salute, è più buona e ti fa risparmiare!

Il significato di Km 0

Un concetto simile, due modi per esprimerlo. Chilometro zero significa che la distanza fra produttore e consumatore è ridotta ai minimi termini. Gli alimenti che compri provengono da aziende agricole della zona che propongono solo cibi biologici. Questo significa che se abiti in Val d'Aosta, non potrai mangiare arance tutti i giorni e che non troverai il radicchio trevigiano nel mercato dietro casa, a Firenze. Naturalmente, i primissimi prodotti che vengono esclusi sono quelli che non possono nemmeno essere coltivati, o allevati, in Italia.

Filiera corta invece è una cultura del consumo che si contrappone alla filiera lunga della grande distribuzione. Eliminati quindi tutti i passaggi intermedi che separano l'agricoltore da chi acquista e porta in tavola. Non esistono più imballaggi, confezioni di plastica e camion con celle frigorifere enormi che percorrono lunghe distanze.

Di consumo alimentare sostenibile se ne parlava già nel protocollo di Kyoto del 1997, ma la prima regione italiana a far suo questo buon proposito è stato il Veneto, nel 2008. Con una legge regionale, la giunta, assieme a Coldiretti, ha dato il via alla campagna "chilometri zero" per incentivare mense, ristoranti e grande distribuzione a proporre ai consumatori prodotti del territorio e di stagione.

"Far volare il vino e far navigare la carne contribuisce in modo significativo all'emissione di anidride carbonica– si legge nel comunicato – mentre cibarsi con prodotti locali permette di risparmiare decine di chili di petrolio".

Una cultura del chilometro zero si è poi diffusa piano piano in tutta la penisola. Ad esempio, è probabile che anche nella piazza del tuo paese ci sia un distributore automatico di latte, o che nella tua città si organizzino periodicamente mercati dove i contadini della zona possono esporre i loro prodotti. Di solito in questo circuito rientrano soprattutto frutta, verdura, cereali e carne, oppure prodotti finiti come formaggi e vino. Ma con il passare del tempo il termine si è ampliato e ora puoi anche pensare di fare, per esempio, una vacanza a chilometro zero.

I vantaggi del Km 0

Il primo vantaggio di una spesa a chilometro zero è per la tua salute: sai da chi stai acquistando le mele e sai come le ha coltivate. Puoi quindi essere sicuro di mangiare prodotti che non sono stati nutriti da concimi chimici o protetti da pesticidi aggressivi. In più, sono freschi, appena raccolti. Niente maturazioni in celle frigorifere e nessun bisogno di conservanti.

E così si arriva al secondo vantaggio, che è chiaramente il gusto. Sono l'aria aperta e i raggi del sole a stimolare quelle sostanze che rendono il sapore di una zucchina diverso da quello di una melanzana e sono i principi nutritivi del terreno che rendono buono un rapanello o una patata.

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Coldiretti

Ma soprattutto l'eliminazione di tutti i passaggi intermedi fa sì che tu non ne debba più sostenere il costo. Significa quindi che, il più delle volte, comprando a chilometro zero risparmierai anche fino al 30%.

E naturalmente, il vantaggio maggiore lo regali all'ambiente:

  • abbattimento delle emissioni di C02 e di ammoniaca, liberata nell'aria dai fertilizzanti
  • niente spreco di acqua o energia per la lavorazione, il confezionamento e la conservazione del prodotto
  • eliminazione di imballaggi di plastica o cartone

Gli svantaggi del Km 0

Gli svantaggi, se così possiamo davvero definirli, riguardano principalmente la possibilità di scelta. Se acquisti biologico e a chilometro zero, significa che avrai a disposizione prodotti di stagione, quindi non potrai cucinare lo stesso piatto a gennaio e ad aprile (a questo proposito, guarda su Ohga i consigli per la spesa di ogni mese).

Non solo, ma vengono valorizzati soprattutto alimenti legati al territorio, quindi sarà più facile trovare gli agrumi in Sicilia e le mele in Trentino. E ovviamente, i prodotti che provengono dall'estero non sono nemmeno da tenere in considerazione. Ma ci pensi quanta anidride carbonica serve per fare arrivare un salmone dai mari del nord Atlantico fino al tuo frigorifero?

Come acquistare a Km 0

Ti avevamo già raccontato dove puoi trovare frutta e verdura a chilometro zero in una grande metropoli come Milano. E qualcosa di simile puoi trovare anche in altre città, come Roma.

In generale, puoi affidarti ai mercati di quartiere dove i contadini e gli allevatori della zona vendono i propri prodotti. Oppure puoi scegliere di dedicare un weekend a fare un giretto in campagna e scovare chi ha aperto un punto vendita direttamente nella propria azienda agricola. In questo modo potrai anche chiedere come lavorano ed essere sicuro che si tratti di produzione biologica.

A volte, poi, anche i supermercati dedicano una sezione agli alimenti di quella regione. Ma un'opzione più rapida è sicuramente internet, dove puoi trovare anche siti e applicazioni che mettono in relazione contadini e consumatori e consentono la consegna a domicilio della spesa che hai ordinato.

Chilometro zero non significa che tu debba dimenticarti per sempre di qualsiasi prodotto che non venga coltivato dietro casa tua, ma che decidi di basare le tue abitudini alimentari soprattutto sugli alimenti del tuo territorio e che consideri tutto il resto come un'eccezione da non consumare tutti i giorni.