Cosa sono davvero le emozioni: riesci sempre a riconoscerle?

In psicologia, le emozioni sono processi cerebrali fondamentali, che arrivano a determinare il modo in cui il nostro cervello si sviluppa. Riconoscerle non è sempre facile, anche se ci sono alcune reazioni fisiche che ci possono aiutare.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Dott.ssa Samanta Travini Psicologa Psicoterapeuta
20 Maggio 2022 * ultima modifica il 20/05/2022

Le emozioni costituiscono la "parte energetica" delle nostre azioni e ciò che determina "l'architettura della nostra mente e del nostro cervello". Felicità, tristezza, paura, rabbia ecc. attivano e dirigono tutti i processi della conoscenza: dalla percezione alla memoria, dalla formulazione di un obiettivo all'azione per conseguirlo. Ad esempio, quando siamo molto attratti da un oggetto (auto, vestiti, scarpe) l'emozione che proviamo ci fa indirizzare a esso tutta l'attenzione e le risorse mentali: cogliamo i segnali della sua presenza, ne analizziamo ogni dettaglio che resta impresso nella nostra memoria e le nostre azioni sono finalizzate a cercare di ottenerlo. Anche quando qualcosa ci impaurisce o infastidisce il nostro cervello mette in campo le sue risorse per percepire l'evento, ma questa volta per sfuggirlo, per cercare protezione o per affrontarlo.

Quando manca l'emozione, invece, sia essa positiva o negativa, nessun processo cognitivo viene attivato e, di conseguenza, nessuna azione viene "attivata". Visto poi che tutte le attività che facciamo, sia di tipo mentale che fisico, sono basate su miliardi di micro modificazioni più o meno permanenti nella nostra biologia cerebrale, si può dire che sono proprio le emozioni a determinare come il cervello matura e si sviluppa!

A partire dalla metà del secolo scorso, grazie a nuove tecniche sperimentali, si è scoperto che le aree maggiormente attivate durante i processi emotivi appartengono al sistema limbico e sono, in particolare, amigdala, talamo, ipotalamo, ippocampo, lobi frontali, giro del cingolo, corteccia entorinale e addirittura bulbo olfattivo.

Le emozioni sorgono nei centri profondi del cervello, quelli che controllano le funzioni vitali del corpo, che scatenano riflessi e reazioni istintive e che sono completamente fuori dal controllo cosciente della persona.

Le emozioni si presentano e basta, non vanno giudicate e non sono né guiste né sbagliate!

Cosa sono le emozioni

Per la psicologia le emozioni sono processi celebrali che, in risposta a particolari eventi, scatenano un "insieme complesso di modificazioni" che riguardano, ad esempio le reazioni fisiologiche del corpo (battito cardiaco, pressione sanguigna, respirazione, diametro delle pupille, sudorazione, biochimica corporea e cerebrale ecc.).

Queste modificazioni sono la risposta a qualcosa che accade all'esterno o all'interno della persona. Le emozioni, infatti, sono sempre contestualizzate, cioè emergono per un motivo preciso, anche se spesso fuori dalla nostra consapevolezza. Essenzialmente, possono esserci attivazioni emotive da stimoli esterni, come un rumore forte e improvviso, un lampo di luce o la vista del viso del nostro bambino e del nostro partner, o da processi cognitivi interni come il riapparire di un ricordo o l'interpretazione di un evento. Quando, ad esempio, qualcuno ci racconta una barzelletta o qualcosa di triste che gli è accaduto, la risposta emotiva che ne segue non è data da uno "stimolo" nel senso stretto del termine, ma da un nostro processo di analisi mentale!

Primarie e secondarie

Esistono emozioni universali, cioè che gli individui provano al di là della provenienza geografica o della cultura? Negli anni, molti studi hanno provato a dare una risposta a questa domanda e hanno cercato di stabilire quali sono le emozioni comuni a tutti gli esseri umani.

Una delle classificazioni più note è quella di Paul Ekman che nel 1972, studiando e seguendo una tribù in Papua Nuova Guinea completamente isolata, notò che gli individui utilizzavano alcune espressioni emotive tipiche, presenti anche nel resto del mondo. Da quel momento queste emozioni furono considerate "universali", cioè indipendenti dall'effetto della cultura a cui si appartiene. Le emozioni base individuate sono le seguenti: rabbia, paura, disgusto, sorpresa, felicità e tristezza.

A ogni emozione corrisponde un'espressione facciale, che costituisce una delle forme più primitive e veloci di risposta a uno stimolo esterno e uno dei mezzi di comunicazione più efficaci e profondi.

Ciascuna delle 6 emozioni universali rappresenta il capostipite di una "famiglia" di emozioni. Le emozioni secondarie invece sono vere e proprie "sfumature" di emozioni che – sommate – restituiscono la complessità dell'intero sentire umano.

Riconoscere le emozioni

A molti verrebbe da chiedersi il motivo per cui la giornata è andata così male: se è facilmente individuabile il motivo, è altrettanto semplice trovare una soluzione o una modalità alternativa a quella già provata. Il problema sorge quando ci si sente giù di morale, o in generale male senza avere un’idea precisa del perché. È proprio in queste situazioni che riconoscere le emozioni che stiamo provando e riconoscere i nostri pensieri diventa molto importante.

Un valido aiuto per comprendere quale emozione si sta provando in un dato momento arriva dal correlato fisiologico che ciascuna emozione porta con sé. Quando ci attiviamo in seguito a una emozione sentiamo, di solito, qualcosa nel corpo.

Alcuni ricercatori finlandesi hanno scoperto che quando le persone provavano l’emozione rabbia le parti del corpo ad attivarsi maggiormente sono i pugni e la parte alta del tronco insieme alla testa; in caso di paura si percepisce maggiormente una sensazione fisica attivante in mezzo al petto, mentre nel caso in cui si provi ansia oltre all’attivazione nel petto i partecipanti percepivano anche una sensazione di torpore negli arti; in caso di tristezza o depressione il torpore sembra essere percepito in modo molto maggiore rispetto a quando sono provate altri tipi di emozioni; la vergogna sembra attivare il corpo principalmente all’altezza delle guance; mentre l’emozione che sembra attivare il nostro corpo in modo più omogeneo è la felicità, che insieme allo stato d’animo definito dai ricercatori come amore produce un’attivazione intensa e omogenea.

Laureata in psicologia clinica dello sviluppo e neuropsicologia, si occupa di sostegno psicologico per individui, coppie e famiglie con particolare attenzione altro…