Se sei alla ricerca di un posto di lavoro nel pubblico e stai affrontando un concorso probabilmente ti interfaccerai con i test psicoattitudinali. Li puoi trovare in fase di colloquio orale con l'esaminatore, quando all'improvviso ti pone davanti un foglio, un insieme di quiz che all'inizio ti potrebbero spaventare e creare quella sudorazione fredda tipica degli esami. Ma non preoccuparti, andiamo per gradi e capiamo prima di tutto di cosa si tratta.

Se da una parte i test attitudinali sono quelle prove che indagano le abilità tecniche, logiche e matematiche, quelli psicoattitudinali possono essere in parte simili ma vanno a valutare anche le caratteristiche personali e le capacità cognitive del candidato. Il loro scopo è testare le cosiddette soft skill e sono strutturati in modo da valutare le tue capacità di ragionamento. Si basano, di norma, su quesiti a trabocchetto, domande la cui risposta è in contrapposizione con quelle inserite in precedenza. Tra gli argomenti ti devi aspettare:

• logica verbale
• comprensione di brani
• ragionamento logicologica numerica
• logica spaziale
• logica matematica

I quiz psicoattitudinali fanno parte della famiglia dei test psicometrici, prove standard usate per condurre indagini psicologiche su comportamento, attività psichica e personalità di una persona. I risultati del candidato vengono confrontati con parametri statistici standard con cui è possibile fare un confronto e dare una valutazione obiettiva.

Puoi trovare i test psicoattitudinali sotto forma di domande a risposta multipla e/o chiusa a cui rispondere in un arco temporale prestabilito e solitamente si sostengono, in particolare, per:

• concorsi pubblici e per le forze dell’ordine
• test per l’ammissione universitaria
• colloqui con istituti bancari

In Italia il test psicoattitudinale più usato è il ITAPI-G Test che indaga soft skill come introversione, empatia, difensività, dinamicità, immaginazione, coscienziosità e vulnerabilità.