Cos’è e come funziona l’ipnositerapia: intervista alla Dottoressa Tiziana Vernola, psicologa e psicoterapeuta

Come funziona l’ipnositerapia? E cosa si intende per “esperienza immaginativa”? Abbiamo voluto approfondire questa area della psicoterapia con la Dottoressa Tiziana Vernola, psicologa e psicoterapeuta, specializzata in ipnosi Ericksoniana e psicoterapia con l’esperienza immaginativa.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Gaia Cortese 9 Marzo 2022
Intervista a Dott.ssa Tiziana Vernola sicologa e psicoterapeuta, specializzata in ipnosi Ericksoniana e psicoterapia con l'esperienza immaginativa.

Cos'è l'ipnositerapia? E come funziona? Sappiamo che è una tecnica utilizzata nell'ambito della psicoterapia volta a curare i più diffusi disturbi di natura psicosomatica, ma anche attacchi di panico, traumi e stress. Eppure come funziona nello specifico è tutto da approfondire, oltre ad essere molto interessante. Lo abbiamo fatto attraverso un'intervista alla Dottoressa Tiziana Vernola, psicologa e psicoterapeuta, specializzata in ipnosi Ericksoniana e psicoterapia con l'esperienza immaginativa.

Cosa si intende per ipnositerapia? Quale scopo ha?

Nell'ambito della ipnositerapia, il "linguaggio immaginativo" o dell'"immaginario" si avvale  di immagini e metafore che non sono solo espressione di un linguaggio tecnico che chiarisce quali siano le dinamiche sottostanti il sintomo, ma veri e propri strumenti di cura che favoriscono il superamento di blocchi caratteriali del paziente.

In un'epoca in cui si tende a guardare fuori, queste tecniche spingono a guardarsi dentro alla scoperta di sé, raggiungendo la consapevolezza di chi siamo, cosa desideriamo e quali emozioni proviamo. Tutti elementi a cui daremo un nome attraverso una relazione terapeutica umana e autentica che si rafforza con l’esperienza immaginativa, l’ipnosi, l’empatia e l’uso del linguaggio immaginativo.

Questo perché proprio il linguaggio immaginativo, fatto di immagini e metafore, è in grado di stimolare l’inconscio in modo indiretto, molto più del linguaggio verbale diretto, tipico di altri approcci terapeutici.

Le tecniche immaginative, oltre a guarire il sintomo, facilitano quel processo di cambiamento che porta a una naturale crescita ed emancipazione del paziente, il quale, seduta dopo seduta, non solo dà inizio a una profonda riflessione su di sé, ma anche a un cambiamento concreto e progettuale di vita.

Quali tecniche immaginative si possono usare?

Ipnosi ed esperienza immaginativa rientrano quindi nella psicoterapia. Nell'ambito dell'ipnosi, il terapeuta induce in uno stato di trance o ipnosi il paziente; diversamente nell'ambito dell'esperienza immaginativa il paziente inventa una storia sulla base di uno stimolo percettivo di partenza, che può essere, per esempio, un "prato verde" o una "chiave", e da uno stato di rilassamento inizia a raccontare al terapeuta la sua storia.

Entrambe le tecniche forniscono un materiale immaginativo privilegiato che porta maggiori elementi a quelli ottenuti attraverso il colloquio terapeutico, in cui prevale il confronto vis a vis sugli aspetti del carattere del pazienteInstaurare una relazione è fondamentale. Il mio primo obiettivo con il paziente è proprio quello di creare una relazione, che già di per se è terapeutica: creata questa relazione, è possibile poi rafforzarla attraverso l'ipnosi.

Cosa si lavora con le tecniche immaginative nell'ambito dell’ipnosi?

Immaginare una storia e raccontarla al terapeuta, in uno stato di rilassamento simile alla trance, favorisce indubbiamente l'ingresso nel proprio inconscio. In questo stato le emozioni sono molto più vive e il paziente si rivela: il depresso descriverà un cielo oscurato dalle nuvole, il narcisista immaginerà di essere sollevato dal prato verde, l'ossessivo ti racconterà di vedere un sentiero con cartelli e segnalazioni di cui dover tenere conto, l'ansioso descriverà delle montagne che lo circondano e che si chiudono intorno a lui.

Pertanto, seduta dopo seduta, il mio compito è portare il paziente ad una consapevolezza di quello che è, di ciò che ha dentro e di ciò che vuole. Il senso di questo procedimento, che si distingue per il suo carattere esplorativo, è la correlazione tra le immagini emerse durante l'esperienza immaginativa e significati più profondi, per cui il paziente piano piano scopre sé stesso.

Ciò non significa che si vadano a cercare le cause o a scavare necessariamente nel passato del paziente; piuttosto l'obiettivo è quello di scoprire sue risorse e le sue capacità affinché siano valorizzate attraverso scelte di vita concrete, valutate e condivise con il terapeuta.

Quali sono gli ambiti di applicazione dell’ipnosi?

Gli ambiti di applicazione sono innumerevoli. C'è chi sta vivendo un periodo di separazione, o anche un lutto, chi vuole migliorare la sua performance, chi non sta bene con sé stesso e non sa il perché, chi ha un disturbo psicosomatico che con lo stress
diventa più acuto. La terapia consiste in più fasi con l’obiettivo ultimo di favorire il benessere psicofisico del soggetto, e la sua emancipazione personale; ciò significa non solo risolvere problemi come l'insonnia, lo stress, i disturbi del colon, gli attacchi di panico, i disturbi di natura sessuale, ma anche imparare a fare scelte importanti che rendono adulti.

Quante sedute sono necessarie per vedere i primi benefici?

Il percorso può durare da pochi mesi a pochi anni, i primi benefici si vedono subito, tra le prime tre o cinque sedute settimanali, in cui si nota già che qualcosa sta cambiando e che il paziente sta meglio. Ma la questione è consolidare tutto questo e, perché ciò avvenga, ci vuole più tempo.

Perché i pazienti scelgono l’ipnosi?

Molti pazienti ci arrivano perché le hanno provate un po' tutte senza avere risultati, o perché hanno trovato gli approcci tradizionali troppo intellettuali e poco coinvolgenti. L'ipnosi è senza dubbio più stimolante, quindi non stupisce che le persone ci arrivino e rimangano.

E invece, quali sono le paure più diffuse che bloccano le persone ad iniziare un percorso di questo tipo?

Principalmente a spaventare è la questione economica anche perché le sedute sono settimanali In verità, paure vere e proprie non ce ne sono, se non quella di fare una fatica inutile, visti anche i numerosi preconcetti. Sta comunque al terapeuta essere onesto, completo ed esaustivo nello spiegare quello che può offrire.

La parola d’ordine rimane comunque una sola: motivazione. Il percorso può iniziare solo se la richiesta del paziente è sincera e il suo dolore autentico, e di questo te ne accorgi già dal primo contatto telefonico, un momento fondamentale in cui può nascere una relazione embrionale tra paziente e terapeuta.