Cos’e il doomscrolling, la ricerca ossessiva in Rete di notizie negative

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Spesso se ne è assolutamente inconsapevoli ma la ricerca continua di notizie negative in rete, dove è più facile e immediato trovare quello che si cerca, può essere una vera e propria dipendenza che, alla lunga, può aggravare alcuni tipi di disturbi psicologici preesistenti.
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Gaia Cortese 23 Giugno 2022

Doomscrolling è la parola selezionata dall’Oxford Dictionary come Word of the Year per il 2020, e non è un caso che questa data coincida con l’inizio della pandemia dovuta al Covid-19. Il termine deriva dalla parola inglese "dooms" che viene tradotto come cattive notizie e "scrolling" ossia l’azione di scrollare o di scorrere lo schermo dello smartphone, nella ricerca continua di notizie negative online.

Nel pieno della pandemia chi più, chi meno, tutti siamo stati un po’ toccati da questa tendenza a cercare notizie on line, complice il fatto che del virus in circolazione non si sapeva praticamente nulla e tra le fonti di notizie più facilmente raggiungibili c’erano proprio quelle pubblicate in Rete.

Un' abitudine non certo salutare dal momento che la continua ricerca di notizie sull’andamento dei contagi e sui decessi non poteva far altro che aumentare il senso di angoscia di quelle giornate interminabili chiusi tra le quattro mura domestiche per via del lockdown. L’angoscia, infatti, nasce semplicemente dal fatto che su certi avvenimenti non è possibile avere il controllo, perché non dipendono direttamente dalle proprie azioni e non si è in possesso di strumenti per gestirli o risolverli.

L'esempio delle notizie sulla pandemia è forse quello più chiaro, ma le notizie negative non si limitano al caos provocato dal Covid. Basta aprire una pagina di un quotidiano online per leggere ogni genere di notizie negative: ai fatti di cronaca nera si aggiungono conflitti e guerre senza fine, e difficilmente manca qualche notizia relativa ai danni dovuti ai cambiamenti climatici, si tratti di siccità estrema o inquinamento da combustibili fossili.

Doomscrolling: ne sei consapevole?

A questo si aggiunge il problema che non sempre si è consapevoli di fare doomscrolling. A lungo andare questa brutta abitudine può influenzare le tue giornate, inducendo una forma di pessimismo che non può che essere dannoso per il tuo benessere psicologico.

Oltretutto, devi sapere che il doomscrolling è alimentato dalla natura degli algoritmi che governano i social network e che tendono a riproporre le notizie su cui ci si sofferma maggiormente. Se quindi dovessi accorgerti che in Rete ti compaiono prevalentemente notizie su certi argomenti, con ogni probabilità ciò è dovuto a un particolare algoritmo che funziona a quello scopo, non perché si sia rivolto contro di te, ma solo perché ti facilita trovare notizie di tuo interesse.

Avere la consapevolezza di quello che si legge maggiormente è un primo strumento per capire se sei vittima del doomscrolling; in alternativa, basta una sbirciatina alla tua cronologia delle ricerche su pc, tablet o smartphone, per avere una maggiore consapevolezza a riguardo.

Questa dipendenza dalle brutte notizie colpisce soprattutto quelle persone che già hanno una predisposizione per soffrire di disturbi di ansia e che quindi hanno più probabilità di sviluppare meccanismi di controllo per la gestione dell’ansia. Chi infatti soffre di questi disturbi, sente l'esigenza di anticipare e in qualche modo “tamponare” delle eventuali situazioni di pericolo, e cos' facendo alimenta inconsapevolmente una dipendenza dalle cattive notizie.