
La catatonia è una sindrome psichiatrica caratterizzata da un disturbo comportamentale, emotivo e motorio. È inserita all’interno della DSM, la Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders dell’Associazione Psichiatrica Americana.
È un disturbo comportamentale caratterizzato dalla perdita dell'iniziativa motoria e dall'insensibilità agli stimoli esterni.
Il paziente catatonico presenta un aumentato tono muscolare a riposo e si impegna in atteggiamenti faticosi, mantenendo a lungo posture statiche e assumendo sembianze da statua. Al contempo, si osserva rigidità del pensiero con ripetizione di parole o frasi, inespressività e mutismo.
Le fasi di inerzia motoria sono alternate a episodi di iperattività artificiosa, non influenzati da stimoli esterni, che si manifestano con movimenti stereotipati e agitazione scoordinata, spesso a carattere aggressivo e violento.
La catatonia può verificarsi nel contesto di vari disturbi mentali: disturbi del neurosviluppo, disturbi psicotici, disturbi bipolari, disturbi depressivi e altre condizioni mediche (per es., carenza di folati cerebrali, rari disturbi autoimmuni e disturbi paraneoplasici).
Il DSM-V non tratta la catatonia come una classe indipendente, ma riconosce:
La caratteristica essenziale della catatonia è una grave alterazione psicomotoria che può variare da una marcata riduzione della reattività all'ambiente a una marcata agitazione e una diminuzione del contatto (mutismo o negativismo).
Alcuni sintomi della catatonia sembrano essere riconducibili alla schizofrenia, per questo bisogna fare molta attenzione distinguere le due condizioni. Bisogna inoltre ricordare che lo stato catatonico può essere un segno associabile ad altre patologie. Quando parliamo di sindrome catatonica, riconosciamo:
Lo stato catatonico non è spiegabile attraverso un’unica causa, ma può trovare un’insorgenza importante a causa di alcolismo, autismo, bipolarismo, depressione, emorragia cerebrale, ictus, encefalite, morbo di Parkinson e sclerosi multipla.
Il trattamento per la catatonia dipende molto dalla persone, ed è sempre bene rivolgersi a un medico per scoprire il percorso terapeutico da affrontare. In linea generale, si procede con la somministrazione di benzodiazepine.