Sologamia significa sposarsi con se stessi, invece che con un partner, ed è una tendenza in crescita, soprattutto tra le donne over 40. È un impegno che si prende verso la propria persona, promettendo di amarsi fino alla morte. É un modo per affermare la propria forza. Un’occasione per riconoscere ufficialmente un sentimento di crescita personale.
Non stiamo parlando di una questione giuridica vincolante, ma di un'espressione di amor proprio, un modo per aumentare l'auto-compassione e apprezzare se stessi nel miglior modo possibile. Una cerimonia di auto-matrimonio è simbolica ed vantaggiosa se desideri impegnarti in una profonda introspezione, vivere in allineamento con i tuoi valori, onorare e impegnarti nell’amore per te stesso per ottenere una vita romantica molto piu appagante.
Sposarsi senza partner non è legalmente riconosciuto, ma non è nemmeno una novità. Il primo matrimonio con se stessi conosciuto è stato quello di una donna americana di nome Linda Baker nel 1993. Alla sua cerimonia hanno partecipato 7 damigelle d'onore, 75 invitati e nessuno sposo o sposa. Era stufa di aspettare il partner ideale, partecipando ai matrimoni degli altri.
Il termine "self-partnered" è entrato, invece, ufficialmente nel lessico culturale proprio di recente quando l'attrice Emma Watson ha descritto la sua situazione sentimentale in un'intervista a British Vogue. Tuttavia, è grazie agli show degli anni '90 come Sex and the City, che le donne hanno iniziato a sentirsi più a proprio agio con la vita da single abbracciandola e celebrandola in modo cerimonioso. E nel telefilm, proprio Carrie nel 2003 ha optato inizialmente per la sologamia.
In Italia, però, il matrimonio con se stessi è diventato famoso con Laura Mesi, una donna single che nel 2017 si sposò a 40 anni indossando abito bianco e velo. Alla cerimonia c'erano un officiante, 70 ospiti, una torta a tre livelli, balli. Ha anche organizzato una successiva luna di miele in Egitto. Tutto ciò senza un partner. "A quarant’anni mi sono sentita abbastanza forte per essere davvero me stessa. E non ho più voluto accettare che niente e nessuno potesse dirmi come dovevo vivere e cosa dovevo fare della mia vita", ha dichiarato. Puoi avere una favola anche senza il principe".
É molto difficile definire la sologamia un atto femminista. Potrebbe esserlo, perché le donne single sono spesso stigmatizzate: gli uomini soli sono scapoli, le donne sono zitelle. Storicamente, il successo di un matrimonio dipendeva dalla volontà della donna di subordinare la propria individualità per il bene del marito e dei figli. Per questo motivo, una donna che si sposa senza un marito potrebbe essere la risposta a una società che le dice che ha bisogno di un uomo per essere felice.
La sologamia però non è solo per le donne. É un’opzione per tutti i generi. Nella nostra società, gli uomini vengono spesso educati per essere meno capaci di dimostrare apertamente le emozioni e sono spesso ostacolati dalla loro incapacità di affrontare la loro situazione. C’è un crescente bisogno di cura di sé e di autostima individuale per tutti i sessi. Sposarsi senza partner, quindi, deve essere interpretato semplicemente come un atto d’amore verso se stessi.