Cos’è l’anuptafobia, la paura di rimanere single a vita

Non solo a San Valentino, ma anche tutti gli altri giorni dell’anno: se sei single e vorresti a tutti i costi un partner al tuo fianco, potresti soffrire di anuptafobia. Niente di grave. Solo una paura irrazionale di rimanere soli, che si può superare con l’aiuto di uno psicologo.
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Gaia Cortese 15 Febbraio 2022
In collaborazione con Dott.ssa Samanta Travini Psicologa

Archiviata la festa di San Valentino, il 15 febbraio di ogni anno si celebra la festa dei single, con cui ancora è poco chiaro se si auguri di trovare presto un'anima gemella o di godere dello status di single. Sicuramente è giusto che ognuno viva questa giornata a modo suo, nel modo che gli è più congeniale, ma non sarà cosa facile per chi soffre di anuptafobia, vale a dire la paura di rimanere a vita single.

Potrebbe sembrare un'esagerazione, ma non lo è affatto, e in questi due ultimi anni, i lunghi periodi in cui le occasioni di incontro e aggregazione non sono state permesse, non hanno fatto che far aumentare i casi di anuptafobia. Ma di cosa si tratta nello specifico e come la si può riconoscere?

Significato

Il termine anuptafobia deriva dal latino (a – nupta, ossia “senza moglie”) ed è la paura di rimanere single: sia chiaro, non è una paura solo degli uomini, ma è generosamente diffusa anche tra le donne, nonostante quest'ultime rischino meno di rimanere sole. Secondo le più recenti statistiche relative alla distribuzione di uomini e donne nel  mondo, ad oggi ci sono più uomini che donne su questo pianeta. Lo confermano le stime delle Nazioni Unite che dichiarano che attualmente il numero di uomini si attesta intorno alla cifra di 3.776.294.273 mentre quello delle donne intorno ai 3.710.295.643 soggetti. L’anuptafobia è quindi una paura irrazionale di rimanere soli e di non vivere quindi alcuna relazione di tipo sentimentale.

Di norma quindi , l'anuptafobia colpisce più le donne che gli uomini, soprattutto nella fascia di età compresa tra i 30 e i 40 anni, quando si fanno i conti con l'orologio biologico e ci si aspetta che una donna metta al mondo dei bambini. Dal momento che per tale passo, è necessario avere un partner, il rischio è iniziare una ricerca disperata di un compagno pur di mettere su famiglia.

Come capire se soffri di anuptafobia

Per capire se si soffre o meno di anuptafobia è necessario avere consapevolezza del proprio stato d’animo e dei pensieri che occupano la mente. Il desiderio di trovare un’altra persona per dare inizio a una relazione non può trasformarsi in un’ossessione, men che meno dare origine ad attacchi di panico e a condizioni di stress e di malessere.

I segnali poi che evidenziano questa fobia non mancano, basta saperli riconoscere. Se per esempio sei single da poco e non ti dai il tempo per imparare a stare da sola per riprenderti dalla recente rottura, questo atteggiamento potrebbe essere il segnale che indica un’incapacità di fondo di bastare a te stessa. L’immediata conseguenza può essere quella di farti andare bene il primo che ti capita e, nel peggiore dei casi, finire per vivere una relazione di dipendenza affettiva, tale è la paura di rimanere da sola.

Anche annullarsi completamente non appena si inizia una relazione è un segnale di allarme. Significa che metti già in secondo piano le tue priorità, i tuoi valori e i tuoi gusti solo per andare più d'accordo con la persona che stai frequentando: un atteggiamento che alla lunga è impossibile da mantenere, perché privo di spontaneità e fondatezza.

Attivo o passivo?

Esiste anche una distinzione tra anuptafobia attiva e passiva, come si legge in questo articolo. Secondo, infatti, quanto riferisce la Dottoressa Anna Scelzo, psicologa e psicoterapeuta “gli anuptafobici attivi sono ossessivi e tentano qualunque strada per trovare una persona che possa placare lo stato di ansia: mettono di mezzo gli amici, frequentano siti di incontri , si rivolgono ad agenzie matrimoniali. Per loro, l’identità personale è strettamente legata al fatto di avere un partner al proprio fianco”.

Per quanto riguarda invece gli anuptafobici passivi, più propensi ad essere pessimisti, “per loro è piuttosto facile scivolare nella depressione, anche perché credono di non valere nulla e hanno l’autostima sotto i tacchi. Di solito sono persone che sin dall’adolescenza manifestano un mancanza di fiducia in loro stesse e credono di non piacere a nessuno, di non essere brave in niente, di valere poco”.

Come superarla

Quando si raggiunge la consapevolezza di soffrire di un disturbo di natura psicologica come l'anuptafobia, l'unica scelta possibile è quella di rivolgersi da uno psicologo o psicoterapeuta, probabilmente la miglior scelta che si possa fare per tornare a vivere bene con se stessi.

Il parere dell'esperto

Abbiamo quindi voluto avvalerci anche del parere di un esperto in materia e quindi chiesto alla Dottoressa Samanta Travini, psicologa, qualcosa in più su questa fobia: “E’ esperienza comune provare una certa paura all’idea di stare da soli e perdere il partner di vita, ma per chi soffre di anuptafobia la prospettiva di non trovare un partner diviene un vero e proprio incubo.

Chi soffre di anuptafobia ha difficoltà nell’identificare in modo consapevole i propri bisogni ed obiettivi se non in presenza di una figura di supporto o di un contesto che svolga questa funzione. Ha una bassa autostima e ha un forte bisogno di legame nei confronti di una persona dalla quale dipende totalmente e sulla quale investe tutte le proprie energie.

Non è facile uscire da un comportamento così disfunzionale, ma riconoscere di avere il problema è già un buon primo passo. A ciò si deve aggiungere la volontà di risolverlo. È infatti molto importante che chi ha problemi di anuptafobia sia anche in grado di lavorare su se stesso, di accrescere la propria autostima e di mettersi sempre in discussione. Consapevolezza che si può acquisire attraverso un percorso di psicoterapia che aiuti a conoscersi a fondo, capire da dove partono determinate paure e trovarvi una soluzione. Senza un aiuto di questo tipo il rischio è quello di restare intrappolati in un vortice in cui si cerca ossessivamente un partner senza davvero lasciarsi andare alle relazioni sane e ricche di emozioni.”