L'asessualità consiste nella mancanza di attrazione sessuale verso ogni genere; dunque, le persone asessuali non provano alcun tipo di interesse riguardo alla sfera sessuale.
Le persone asessuali possono stringere dei rapporti sentimentali nei quali l’atto sessuale può essere mai o raramente consumato (asessualità romantica), oppure dall’assenza di legami romantico-sentimentali nel contesto di un generale disinteresse per il sesso (asessualità aromantica).
Nell’asessualità vi è un disinteresse nei confronti dell’attività sessuale di coppia, a differenza dell’astinenza sessuale che viene vissuta dal soggetto come una privazione.
Partendo dal presupposto che un individuo dovrebbe provare attrazione sessuale alcuni studiosi si sono chiesti se il disinteresse per la sfera sessuale fosse la manifestazione di una psicopatologia sottostante.
Dal 2013 nel DSM-5 (il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi mentali), l’asessualità viene differenziata da disturbi che interessano la sfera sessuale come il disordine ipoattivo del desiderio sessuale (HSDD). Nel manuale si legge:
“Se una mancanza di desiderio sessuale per tutta la vita è meglio spiegata dalla propria autoidentificazione come asessuale, allora non verrebbe fatta una diagnosi di interesse/disturbo dell'eccitazione sessuale femminile. […] Se il basso desiderio dell'uomo è spiegato dall'autoidentificazione come asessuale, allora non viene fatta una diagnosi di disturbo da desiderio sessuale ipoattivo maschile”.
Si può quindi affermare che la mancanza di desiderio sessuale non è correlato a una patologia.
L’asessualità non è sinonimo di mancanza di desiderio sessuale. Si tratta però di un desiderio sessuale non rivolto a un partner.
L’asessualità si configura infatti come un’assenza di “attrazione”, non di “desiderio”, laddove per desiderio s’intende quella pulsione, quel motore che può esistere in sé e non necessariamente diretta verso qualcuno. Quando parliamo di attrazione, ci riferiamo invece a quella spinta che ci porta ad andare verso una precisa persona.
Le persone asessuali non provano un’avversione sessuale, né la mancanza di attrazione si correla a paure o angosce relative alla sessualità. Possono infatti per esempio decidere di avere rapporti sessuali per avere figli senza avere sentimenti negativi associati all’atto in sè.
Concludiamo ricordando come le persone asessuali si trovano ad affrontare una lotta per i propri diritti, in quanto anch’essi, come le persone che fanno parte della comunità LGBT, sono bersaglio di pregiudizi e discriminazione. Va sottolineato inoltre che la comunità asessuale risulta più invisibile rispetto alle altre minoranze sessuali, in quanto non rientrano nel movimento sociale per la legittimazione dell’orientamento sessuale e sono assenti dall’acronimo che caratterizza e determina il gruppo sopra citato. Perciò, facciamo presente che dal 2002, grazie a David Jayil, esiste la comunità AVEN (acronimo di Asexuality and Visibility Education Network), la più grande e importante comunità asessuale al mondo (ad oggi conta circa 120 mila membri registrati in tutto il mondo), creata con l’obiettivo di promuovere discussioni sull’asessualità, stimolare la crescita e la visibilità della comunità asessuale e come risorsa informativa per le persone che si identificano come asessuali e per la comunità scientifica, per i media e per la società in generale.