Da Ecomondo arriva un messaggio chiaro: bisogna accelerare sulla transizione ecologica

L’Unione Europea (di cui l’Italia fa parte) si è fissata come obiettivo quello di raggiungere la neutralità climatica entro la metà del secolo e di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Il nostro Paese sconta però un forte ritardo sulle rinnovabili: attualmente viaggiamo a un ritmo di 800 MW installati all’anno, ma per rispettare i target europei dovremmo aumentare di dieci volte questo numero.
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Federico Turrisi 29 Ottobre 2021

Cala oggi il sipario su Ecomondo, il più importante appuntamento a livello internazionale sulla green economy. Quest'anno la fiera di Rimini è tornata a popolarsi di espositori, buyers, esperti del settore, giornalisti e semplici curiosi. Segno che l'interesse dell'industria e dell'opinione pubblica per i temi della sostenibilità e dell'ambiente non è certo venuto meno con la pandemia. Anzi.

Nella giornata di ieri, anche noi di Ohga ci siamo recati a Rimini per seguire il terzo giorno della manifestazione. Girovagando per gli stand, le aree tematiche e gli stimoli sono sempre moltissimi: dal biometano al riciclo della plastica, dal trattamento delle acque reflue alla smart mobility, passando per gli sviluppi tecnologici nel settore energetico. Tanto per fare un esempio, ci siamo imbattuti perfino in un robot capace di spiegare a menadito che cosa significhi bioeconomia circolare.

Ma Ecomondo è fatto soprattutto di "incontri umani". Come quello che abbiamo avuto con Rossella Muroni, vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, al termine di un convegno sulla bonifica e la riqualificazione dei siti contaminati (un'altra delle noti dolenti con cui dobbiamo fare i conti in Italia). Con lei non abbiamo potuto fare a meno di parlare di contrasto alla crisi climatica, a partire da un commento a caldo sull'alluvione che ha colpito Catania.

"Si continua a pensare che bloccare il consumo di suolo (sono quasi dieci anni che aspettiamo una legge su questo) significhi danneggiare un settore economico come l’edilizia. E invece abbiamo visto che nel nostro Paese c’è bisogno di fare rigenerazione e riqualificazione dell’esistente, e soprattutto di mettere in sicurezza i cittadini italiani", afferma l'onorevole Muroni. "Quanto sta accadendo in Sicilia è un monito, siamo indietro sull’adattamento ai cambiamenti climatici. Purtroppo i costi in termini di vite umane e di danni continuano a metterci di fronte a questa insipienza tutta italiana".

Sul fronte della transizione energetica le cose non vanno meglio. Per rilanciare l'economia in chiave green l'Italia ha una grande opportunità da cogliere chiamata Pnrr. Oggi più che mai, è importante quindi avere una rotta chiara da seguire, così da indirizzare nella maniera giusta gli investimenti. Come ci ha detto pochi giorni fa il presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile Edo Ronchi (e come ha avuto modo di sottolineare anche agli "Stati generali della green economy", proprio in occasione di Ecomondo), se vogliamo rimanere in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall'Unione Europea, una delle priorità del nostro Paese è lo sblocco delle rinnovabili. Un messaggio forte e chiaro, che arriva a poche ore dall'inizio della Cop26 di Glasgow.

"Mi sembra che continui a mancare un concetto fondamentale: per il nostro Paese la transizione ecologica è una grande occasione anche economica. Le bollette degli italiani salgono non perché ci sono le rinnovabili, ma perché la classe dirigente industriale di questo Paese, e quella politica dietro di essa, hanno rallentato questa trasformazione necessaria", prosegue Muroni. "Invece su questo fronte potremmo essere all’avanguardia in Europa e nel mondo. Posso assicurare che, se la facciamo seriamente, la transizione ecologica porterà più lavoro, più sano e più giusto".

Su questo argomento si è soffermato anche Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente. "Avremmo tutto l’interesse a spingere nella direzione della decarbonizzazione e dell’economia circolare, riducendo da una parte i consumi energetici e dall'altra l’importazione delle materie prime. Il problema – aggiunge Zanchini – è che investiamo troppo poco in efficienza energetica e soprattutto nelle rinnovabili. Oggi abbiamo dei target europei che ci dovrebbero portare a installare 7-8.000 megawatt all’anno. Attualmente ne installiamo un decimo. L’augurio è che con la Cop26 di Glasgow vengano fissati obiettivi più ambiziosi a livello internazionale e che l’Italia con il prossimo Pniec (il Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima, ndr) scelga davvero di accelerare nella direzione della neutralità climatica".

"L'Italia è in ritardo sugli obiettivi dell’Accordo di Parigi", ribadisce Roberto Cavallo, eco-runner e amministratore delegato della cooperativa Erica (Educazione Ricerca Informazione Comunicazione Ambientale). "Sono ottimista: ce la possiamo fare, ma dobbiamo accelerare. Per attuare il cambio di passo, ci vuole decisione politica e coraggio. Che cosa possiamo fare invece nella nostra vita quotidiana? Possiamo cambiare alcune nostre abitudini: cambiare che cosa mangiamo, come ci muoviamo, come gestiamo i nostri rifiuti e come gestiamo la nostra energia".

Foto di Federico Turrisi