Dalla spesa per la prevenzione alla riduzione della mortalità: i numeri celebrano la lotta italiana contro il cancro

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha appena pubblicato i profili della lotta al tumore di ciascuno dei 27 Stati membri del’Unione Europea. Tra questi, l’Italia spicca per spesa in prevenzione oncologica, sopravvivenza a cinque anni e mitigazione dei fattori di rischio: tutti risultati che oggi, nella giornata mondiale contro il cancro, brillano ancora più forte.
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Kevin Ben Alì Zinati 4 Febbraio 2023
* ultima modifica il 04/02/2023

Siamo in testa, e non in classifiche banali. Risultiamo primi nella spesa per la prevenzione oncologica, per la più bassa mortalità connessa ai tumori, per il miglioramento di tutti i fattori di rischio e per la qualità delle cure contro il cancro. Stiamo spingendo forte, insomma, nella nostra lotta al tumore.

La fotografia che cristallizza l’efficacia dei nostri sforzi arriva dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (la OCSE) e oggi, nella giornata mondiale contro il cancro, la preziosità di questi risultati brilla ancora più forte.

Il documento appena presentato dalla Commissione europea mostra più in generale lo status quo di questa “battaglia”. Si vede, insomma che i paesi dell’Unione avrebbero speso somme importanti per le cure oncologiche, per un totale di quasi 170 miliardi di euro solo nel 2018; che il cancro ai polmoni sarebbe ancora di gran lunga la più comune causa di morte per tumore mentre i tassi di mortalità pagherebbero ancora forti disuguaglianze tra i paesi dell'UE e al loro interno.

Ma andiamo con ordine.

In Europa

L’Ocse, in collaborazione con la Commissione europea, ha stilato il profilo di tutti i paesi membri, dell’Islanda e della Norvegia e dello stato della lotta al tumore di ciascuno di essi, fornendo dati solidi e affidabili sulla prevenzione e sulla cura e identificando “i punti di forza, le sfide e le aree d’azione specifiche per ciascuno dei 27 Stati membri per orientare gli investimenti e gli interventi a livello europeo, nazionale e regionale nell’ambito del piano europeo di lotta contro il cancro”, come si legge nel documento.

Facendo una panoramica a 360° sull’Europa è emerso che il cancro, oggi, rappresenta il 26% di tutti i decessi, attestandosi quindi come la seconda causa di mortalità alle spalle delle malattie cardiocircolatorie.

La mortalità per cancro è ancora molto influenzata dalle vaste disuguaglianze socioeconomiche che contraddistinguono i vari Stati. Disparità che, secondo l’Ocse, sarebbero da attribuire, almeno in parte, alla diversa esposizione a fattori di rischio: fumo, obesità, alcol e inquinamento atmosferico.

Le popolazioni a basso reddito e a basso livello di istruzione, infatti, tendono ad essere quellemaggiormenteesposte a tali fattori di rischio.

La spesa per la prevenzione oncologica negli ultimi anni è aumentata, sebbene non a sufficienza: secondo i dati raccolti, infatti, rappresenterebbe ancora solo il 3,4% della spesa sanitaria complessiva. La Commissione ha comunque già messo in campo molte misure di lotta contro il cancro, specialmente quelle di screening.

È in corso infatti un nuovo programma per offrire lo screening dei tumori della mammella, della cervice uterina e del colon-retto al 90% degli europei ammissibili ed è in programma anche l’estensione al cancro ai polmoni, alla prostata e, in determinate condizioni, al carcinoma gastrico.

In Italia

In questo quadro che ti ho appena descritto emerge con forza la «prestazione» dell’Italia dove, secondo le stime riportate dall’Ocse, nel nostro paese nel 2020 il 6% della popolazione era affetto da tumore.

Incidenza 

Inizio il giro di periscopio sull’Italia portando la tua attenzione sull’incidenza dei tumori nel nostro Paese. Che, secondo i dati, nonostante sia in linea con la media europea sarebbe tuttavia destinata ad aumentare.

Le stime prevedono infatti un rialzo del 19,5% del numero di tumori diagnosticati in Italia, con un balzo dalle 382.670 diagnosi del 2020 alle 457.824 stimate per il 2040. L’incidenza del cancro tra gli over65, poi, dovrebbe aumentare di quasi il 40% entro il 2040, in linea con la media dell’UE.

Mortalità

La prima bandierina della nostra lotta al tumore riguarda la mortalità. Nel 2019, dice l’Ocse, il numero di decessi per cancro è stato tra i più bassi dell’UE e il tasso di mortalità sarebbe diminuito per tutti i principali tumori, eccetto quello del pancreas.

Se si va indietro fino al 2011, si può notare anche che la mortalità nel nostro paese è diminuita in maniera più sensibile in Italia rispetto al resto dell’Europa.

La ragione sarebbe da attribuire all’efficacia delle diagnosi precoci e all’alta qualità delle cure oncologiche che ci hanno permesso di registrare, appunto, tassi di sopravvivenza al cancro superiori alla media dell’UE. Quelli per il cancro della prostata, della mammella, del collo dell’utero, del colon e del polmone e per la leucemia infantile, infatti, sono più alti rispetto a quelli registrati negli altri stati europei nel periodo 2010-2014.

“Inoltre in Italia la mortalità complessiva per tumore prevenibile e trattabile è inferiore rispetto alle medie dell’UE ed è diminuita nell’ultimo decennio. Secondo i dati Eurostat, i tassi di mortalità prevenibile sono diminuiti da 56,8 per 100mila abitanti nel 2011 a 48,5 per 100 000 abitanti nel 2018” si legge sul nostro profilo.

Fattori di rischio

Rispetto agli altri paesi europei, l’Italia ha investito molto anche in misure e strategie per mitigare i fattori di rischio connessi allo sviluppo di un tumore. Sto parlando di sovrappeso e obesità, alcol e fumo: campi in cui l’Ocse ha riconosciuto l’eccellenza dei nostri sforzi.

Siamo un po’ meno bravi, e va detto, sul fronte dell’inquinamento atmosferico poiché i tassi di esposizione a una pessima qualità dell’aria (pensa ai dati dell'ultimo report Mal'Aria di Legambiente) restano purtroppo ancora elevati.

Sul fumo abbiamo invece fatto progressi importanti. La percentuale di adulti fumatori quotidiani è diminuita dal 17,4% del 2014 al 16,5% del 2019 e la percentuale dei «nostri» fumatori più bassa rispetto alla media dell’UE.

Abbiamo abbassato anche il numero di consumatori di alcol. Nel 2020 gli italiani hanno consumato in media 7,7 litri di alcol puro pro capite, contro i 9,8 litri della media di tutti i paesi membri. Nel documento, però, viene sottolineato il pericoloso fenomeno del binge drinking, “aumentato gradualmente in Italia tra il 2008 e il 2018”. 

La pandemia però avrebbe giocato in questo senso un ruolo decisivo per una netta inversione di tendenza: “La riduzione degli eventi sociali e la chiusura di bar e ristoranti per fermare la diffusione del virus hanno probabilmente modificato, perlomeno temporaneamente, le modalità di consumo di alcol”.

Prevenzione

Ti riporto un dato che ti ho citato all’inizio: la spesa per la prevenzione oncologica, in Europa, è stata in media il 3,4% della spesa sanitaria complessivamente effettuata dagli Stati membri.

Ecco: è qui che l’Italia spicca in alto dal momento che la nostra percentuale era il 5,5% della spesa sanitaria, ben più alto della media Ue e la più alta in assoluto nel Vecchio Continente.

Come si traduce questa spesa nel concreto? La percentuale delle donne che si sottopongono a una mammografia, per esempio, è superiore alla media dell’UE e il merito è della spinta data dal nostro sistema sanitario nazionale all’adesione alle attività di prevenzione.

Pensa che nel 2019 il 71% delle donne tra i 50 e i 69 anni ha effettuato una mammografia nell’ultimo anno, rispetto al 66% della media UE.

Nel 2019, invece, circa il 36% degli italiani tra i 50 e i 74 anni si è sottoposto a uno screening per il tumore del colon-retto nei due anni precedenti. Super di poco, anche in questo caso si tratta di una percentuale superiore alla media UE, ferma al 33%.

Fonte | Ocse 

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