Desertificazione, conclusa la Cop15 di Abidjan: si punta a ripristinare un miliardo di ettari di territorio degradato

Ogni anno, nel mondo si perdono 12 milioni di ettari di terreno a causa di desertificazione e siccità. Più della metà dei terreni agricoli è a rischio, mettendo in pericolo la vita di 2,6 miliardi di persone ancora dipendenti da questo settore produttivo. Di questi e di altri problemi si è discusso alla Cop15 di Abidjan, Conferenza promossa dalle Nazioni Unite per combattere la desertificazione. In cui è stato stabilito un obiettivo importante: ripristinare circa un miliardo di ettari di territorio degradato entro il 2030.
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Michele Mastandrea 23 Maggio 2022

Aumentare il contrasto a siccità e desertificazione, ma anche le attività di cura e ripristino del suolo. Questo l'appello che arriva al termine della Conference to Combat Desertification delle Nazioni Unite (UNCCD), giunta alla sua sua 15esima edizione. Terminata lo scorso venerdì a Abidjan, capitale della Costa d'Avorio, è stata partecipata da circa 7mila persone, con delegazioni arrivate da 196 Paesi da tutto il mondo.

Il meeting, devi sapere, era stato chiamato per decidere azioni comuni contro le conseguenze sui territori dell'attività umana e dei cambiamenti climatici, tra cui appunto la desertificazione. Il Global Land Outlook 2022 stima infatti che circa il 40% del suolo a livello globale sia stato già compromesso dalle nostre azioni.

Già oggi più di 3 miliardi di persone vivono su un territorio in qualche modo degradato. Secondo i dati rilasciati nei comunicati finali, a rischio c'è il 52% dei terreni agricoli, una minaccia diretta verso i 2,6 miliardi di persone che ancora oggi dipendono direttamente dal lavoro nei campi. Nel 74% dei casi si tratta di persone sotto la soglia di povertà. Ogni anno, desertificazione e siccità provocano la perdita di 12 milioni di ettari di terreno.

La desertificazione, dovuta a periodi di siccità sempre più prolungati, anche a causa dei cambiamenti climatici, può essere combattuta solo con sforzi politici, scientifici e finanziari seri e coordinati. Sono state numerose le decisioni prese nell'ambito del meeting, i cui risultati saranno anche al centro della prossima Cop27 di Sharm El-Sheikh, in Egitto.

Il focus principale è stato sulle politiche per il ripristino del territorio, da effettuare attraverso soluzioni sostenibili. Un esempio da replicare è quello della Grande Muraglia Verde africana, che mira a combattere la desertificazione nel Sahel strappando via via pezzi di territorio all'aridità. La dichiarazione finale della Cop15 ha stabilito l'obiettivo di risanare un miliardo di ettari di terreno degradato entro il 2030, anche attraverso nuove modalità di partnership tra i Paesi coinvolti, proprio sull'esempio della Grande Muraglia Verde in realizzazione.

Per combattere la siccità è stato lanciato un gruppo di lavoro intergovernativo che intende lavorare su un approccio attivo e non solo reattivo al problema. Investendo dunque su pratiche come l'individuazione in anticipo delle zone aride in espansione. Nuovi strumenti politici e finanziari dovranno affrontare anche i rischi sociali che la siccità produce sui territori. A partire dalle migrazioni forzate su larga scala delle popolazioni residenti nelle zone più sotto stress, che molto spesso riguardano le donne.

Un compito importante, infine, sarà quello che avrà il monitoraggio scientifico. Aumentare la ricerca sul tema desertificazione permetterà anche di avere a disposizione maggiori dati su cui agire, in particolare nella prevenzione di eventi climatici estremi come le tempeste di sabbia. Mentre per quanto riguarda il lato finanziario, sono stato 2,5 i miliardi di dollari i fondi raccolti nell'Abidjan Legacy Programme per future azioni di tutela del territorio.