La dieta alcalina funziona? Ecco perché è meglio scegliere una dieta varia ed equilibrata

Ignora i principi della piramide alimentare, si allontana dai dettami della dieta mediterranea, eppure c’è ancora chi vede nella dieta alcalina un modo per prevenire malattie e disturbi di salute, basandosi sull’idea che gli alimenti acidi disturbano l’equilibrio acido-base dell’organismo. Noi abbiamo sentito il parere di un esperto.
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Gaia Cortese 25 Ottobre 2019
* ultima modifica il 29/12/2020
Con la collaborazione di Dott. Silvia Soligon Biologa Nutrizionista

La dieta alcalina è un regime alimentare che prevede il consumo dei cosiddetti alimenti alcalini, a dispetto di quelli acidi. Semaforo verde quindi per vegetali, frutta fresca, succhi di frutta, tuberi, noci e legumi. Semaforo giallo (vanno quindi limitati) per cereali, carni e formaggi, i cosiddetti alimenti acidi. Semaforo rosso infine per alcolici, bevande gassate tipo cola e cibi molto salati. La dieta alcalina si può riassumere così, ma è da comprendere perché alcuni alimenti sono consigliati o meno, e quale è il loro effetto sull’organismo. Va sottolineato però come questo regime alimentare ignori completamente i principi della dieta mediterranea e della piramide alimentare. Vediamo insieme come funziona.

Il pH degli alimenti

Per comprendere la dieta alcalina dobbiamo chiarire come si comportano i valori del pH su una scala da 0 a 14: gli acidi più forti hanno valore 0, mentre le basi forti arrivano a valore 14, che rappresenta il massimo dell'alcalinità. Il valore intermedio della scala, il 7, è quello dell'acqua distillata, ossia quello dell’acqua in cui non è disciolta alcuna sostanza che possa spostare l’equilibrio verso l’acidità o l’alcalinità. L'acqua distillata quindi ha pH neutro e non è né acida né alcalina.

Il pH del sangue e dei tessuti si aggira intorno al valore di 7,4; può avere diverse oscillazioni, ma di base questo equilibrio, detto “equilibro acido-base”, si mantiene grazie a determinati meccanismi funzionali come per esempio la respirazione.

Come funziona la dieta alcalina

La dieta alcalina suggerisce di consumare ogni giorno il 70-80% di alimenti alcalini e il 20-30% di alimenti acidi, così facendo riduce gli eccessi di acidità nell’organismo. Questo regime alimentare, infatti, si basa sull’idea che un'alimentazione ricca di cibi acidi disturba inevitabilmente l’equilibrio acido-base dell'organismo, promuovendo la perdita di minerali fondamentali, come il calcio e il magnesio. Tali alterazioni favorirebbero la comparsa di un'acidosi cronica, che sarebbe un fattore predisponente per alcune malattie e per un diffuso senso di malessere.

I benefici

Al contrario, assumendo alimenti alcalini, come la frutta e la verdura, il pesce da preferire nettamente alla carne, i legumi e i tuberi, si manterrebbe un pH dell’organismo alcalino che aiuterebbe a prevenire (e a curare) molti disturbi e malattie. C’è quindi chi sostiene che la dieta alcalina aiuterebbe a ostacolare problemi di sovrappeso e di ritenzione idrica, ma anche patologie più complesse come il diabete o i tumori. Non solo. La dieta alcalina contrasterebbe anche i radicali liberi e rappresenterebbe anche una forma di prevenzione dell’osteoporosi (perché se il corpo è troppo acido, l’organismo tende ad assorbire il calcio dalle ossa).

La dieta alcalina è antitumorale?

No, non è stata riscontrata nessuna evidenza che la dieta alcalina influenzi la formazione di un tumore o che possa curare un tumore già esistente, come spiega benissimo l'AIRC, . È stato infatti dimostrato da diversi studi scientifici che la dieta o l’uso di integratori possono influenzare il pH delle urine (con un aumento di 0,2-1,2 unità), ma non il pH del sangue (che varia al massimo di 0,02 unità). E oltretutto, non ci sono ricerche che dimostrino l'effetto di una dieta alcalina su tumori già in atto.

Cosa mangiare

Gli alimenti alcalini sono perlopiù di origine vegetale, come la frutta e la verdura, la frutta secca e i cereali integrali (meglio se privi di glutine). Ci sono poi degli alimenti altamente alcalinizzanti come la prugna umeboshi (fermentata in salamoia nelle foglie di miso), le alghe, il succo di aloe, l’olio di semi di lino, l’erba porcellana, i germogli, la borragine, la curcuma, lo zenzero e il kuzu, una pianta selvatica originaria dell’Asia orientale. Considerazione a parte spetta poi al limone che per quanto abbia un pH acido, una volta ingerito, innesca una reazione chimica basica e ha quindi un buon potere alcalinizzante.

Il parere dell'esperto

Abbiamo sentito sull'argomento il parere della Dottoressa Silvia Soligon, biologa nutrizionista: "La teoria su cui si basa la dieta alcalina è fortemente criticata dagli scienziati proprio perché l'organismo è dotato di meccanismi che garantiscono di evitare anche piccole oscillazioni del pH del sangue e degli altri tessuti; quando questi meccanismi non funzionano le conseguenze sono gravi e rapide. In altre parole, l'organismo pensa da sé a mantenere stabile l'equilibrio acido-base proprio perché un eventuale stato di acidosi o alcalosi metabolica non sarebbe sopportabile.

Dobbiamo poi ricordare che demonizzare gruppi di alimenti – come fa la dieta alcalina, per esempio, con la carne – non è mai corretto. Una dieta varia ed equilibrata, come per esempio la dieta mediterranea, permette di assumere tutti i nutrienti di cui l'organismo ha bisogno; per questo, a meno di problemi specifici (come un'allergia alimentare), è bene non escludere intere categorie di alimenti dalla propria tavola. Chi lo fa per motivi personali (come chi è vegetariano) deve prestare attenzione a bilanciare adeguatamente l'apporto di alcune sostanze per non incorrere in carenze nutrizionali".

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