Dimmi che ore sono e ti dirò cosa mangiare: la crononutrizione e i suoi potenziali effetti contro le malattie metaboliche

Secondo questa teoria alimentare, cosa portare in tavola dipenderebbe dal cronotipo, se cioè sei un tipo più mattiniero o notturno. Questo perché il corpo funzionerebbe in maniera diversa a seconda del momento della giornata, favorendo la combustione del grassi o il loro accumulo. In più, un nuovo studio italiano ha messo in relazione la “dieta dell’orologio” con obesità e rischi per la salute.
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Kevin Ben Alì Zinati 16 Luglio 2021
* ultima modifica il 16/07/2021
In collaborazione con la Dott.ssa Silvia Soligon Biologa nutrizionista

Se più gufo o allodola? Dunque: senti il fascino della notte e preferisci vivere nelle ore più buie della giornata oppure ami il sole e l’aria frizzante che ti pungola solo la mattina presto?

So che potrebbe sembrare l’incipit di una favola di Esopo ma quando si parla di dieta e alimentazione, chiederti se sei gufo o allodola equivale praticamente alla famigerata domanda amletica.

Capire se sei un tipo mattiniero o notturno, infatti, potrebbe cambiare ciò che mangi e influire anche sulla tua salute. Specialmente se soffri di obesità, perché potrebbe aiutarti a prevenire gravi e serie malattie metaboliche.

Lo suggerisce l’ultima ricerca firmata dalla dottoressa Giovanna Muscogiuri, endocrinologa e ricercatrice presso l'Università Federico II di Napoli e recentemente premiata con il New Investigator Award dell’Associazione Europea per lo studio dell’Obesità.

La crononutrizione

Il corpo non funziona allo stesso per ciascuno di noi durante la giornata: ci sarebbero momenti in cui è più efficace nel bruciare le calorie e altri in cui è più predisposto all’accumulo.

Su queste basi si costruisce la crononutrizione, un concetto alimentare nato ormai quasi 30 anni fa che intende ridisegnare i criteri di impostazione di un regime alimentare in base al bioritmo personale di ciascuno di noi.

La dieta dovrebbe costruirsi con le lancette dell’orologio e cosa mettere in tavola dipenderebbe dal momento della giornata in cui ti appresti a mangiare. Questo perché tutti noi ci divideremmo in gufi e allodole, che sono i cosiddetti cronotipi.

Le allodole rappresentano i mattinieri, chi insomma vive maggiormente le prime ore della giornata: quelle in cui produciamo più ormoni catabolici e dunque “bruciamo” per produrre energia.

I gufi sono invece sinonimo di notte, e dunque di chi predilige la sera e le ore di buio, quelle in cui il corpo si scarica e comincia a funzionare più lentamente.

È per questo che spesso avrai sentito dire di non mangiare troppo abbondantemente e di evitare cibi ricchi di grassi a tarda sera dal momento che l’energia accumulata prima di andare a letto non verrebbe bruciata e verrebbe dunque accumulata sotto forma di grasso corporeo.

Obesità e salute

Quanto è utile per la tua salute impostare la dieta in base ai propri bioritmi naturali?

Secondo l’ultimo studio coordinato dalla ricercatrice dell’Università Filippo II di Napoli, una "dieta dell'orologio" potrebbe diventare una soluzione molto efficace per chi soffre di obesità per tenere lontane le malattie metaboliche.

Nel suo studio, la dottoressa Giovanna Muscogiuri ha preso in analisi circa 200 pazienti adulti per mettere in relazione il cronotipo, e i disturbi del sonno, con il rischio di sviluppare queste patologie.

Nella discussione per il ritiro del premio, la ricercatrice italiana ha spiegato che a parità di eccesso di peso corporeo, i soggetti “gufi” e affetti più frequentemente dai disturbi del sonno sarebbero anche quelli che corrono un maggior rischio di sviluppare malattie metaboliche.

Sto parlando della dislipidemia, e quindi di colesterolo alto, il diabete mellito di tipo 2 e anche altre malattie cardiovascolari.

Secondo la dottoressa Muscogiuri, questa scoperta potrebbe dunque influenzare l’approccio terapeutico del paziente: “Normalmente, quando si valuta il paziente con obesità, gli si indicano una dieta ipocalorica e dell’attività fisica. Accanto a queste, alla luce delle mie ricerche, sarà importante tener conto anche della qualità del sonno e del cronotipo e, eventualmente, suggerire terapie correttive”.

Parere dell’esperto 

Per approfondire la teoria della crononutrizione e quindi dell’idea di impostare la dieta sulla base dell’orario in cui si mangia abbiamo parlato con la dottoressa Silvia Soligon, biologa nutrizionista:

“Anche se oggi è ancora difficile dire con certezza quali siano le ragioni, tanti studi dimostrano come vivere di notte anziché giorno abbia una forte correlazione con l’obesità. Questo probabilmente è dovuto anche al fatto che stando più svegli si hanno più opportunità di mangiare e quindi di mettere peso, ma credo anche nella relazione tra alimentazione e ritmi circadiani e sono convinta che sia importante anche quanto tempo si dedica a mangiare nell’arco della giornata. 

Diversi studi sottolineano che non bisogna mangiare per troppo tempo: per esempio, se si inizia alle 8 del mattino, entro le 8 di sera bisognerebbe aver finito. Questo per dare all’organismo il tempo di bruciare ciò che ha assunto nell’arco della giornata ma anche per dargli la possibilità di un digiuno notturno che duri almeno 12 ore. Trascorso questo periodo di tempo, secondo alcune teorie l’organismo inizierebbe a bruciare i grassi di riserva accumulati aiutando a non ingrassare. 

Questo dimostra comunque quanto sia importante trovare il nutrizionista giusto, che sappia intercettare eventuali difficoltà nel seguire i normali ritmi circadiani (come quelle con cui si scontra per forza di cose chi lavora su turni notturni) e che di conseguenza riesca a mettere a punto un piano nutrizionale adeguato”. 

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