Disomogenea, iniqua e ingiusta: questo è lo stato della distribuzione dei vaccini nel mondo, secondo l’Oms

Nel recente Global Vaccine Market Report 2022, l’Oms ha cristallizzato lo stato della distribuzione dei vaccini: una diffusione ingiusta e disomogenea che non riguarda solo i vaccini anti-Covid dal momento che i paesi più poveri devono lottare tutti i giorni per accedere a moltissimi altri vaccini (come quello per la rosolia o il papilloma virus ) richiesti dai paesi più ricchi.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 16 Novembre 2022
* ultima modifica il 16/11/2022

Mentre in Europa l’Ema ha appena dato via libera a un nuovo vaccino contro Sars-CoV-2, c’è qualcuno a cui questo farmaco non arriverà. C’è anche chi non potrà nemmeno portare avanti la propria prevenzione contro il morbillo, qualcun altro invece dovrà attendere chissà quanto prima di potersi immunizzare contro la rosolia.

Questo perché la distribuzione dei vaccini, nel mondo, è iniqua e disomogenea. Significa, in sostanza, che se ci sono paesi del mondo dove si può scegliere – a volte in maniera anche contestabile – se vaccinarsi o meno, ci sono altrettante regioni in cui la possibilità di tutelarsi contro malattie che oggi riteniamo “gestibili” o debellate nemmeno esiste.

Questo è lo scenario fotografato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel Global Vaccine Market Report 2022, un documento che per la prima volta certifica, numeri alla mano, come la distribuzione ingiusta non riguarda solo i vaccini anti-Covid: i paesi più poveri devono lottare tutti i giorni per accedere a moltissimi altri vaccini richiesti dai paesi più ricchi.

Secondo i dati mostrati dall’OMS, per esempio, il vaccino contro il papillomavirus umano sarebbe stato introdotto solo nel 41% dei paesi a basso reddito, nonostante rappresentino i luoghi maggiormente colpiti dal cancro cervicale, rispetto invece all’83% dei paesi ad alto reddito. Capisci quindi che la fornitura limitata di vaccini e la loro distribuzione ineguale genera disparità globali decisamente allarmanti.

Tra i tanti ostacoli a un accesso democratico ai vaccini ci sarebbe quella che l’Organizzazione definisce “convenienza”: “mentre i prezzi tendono a essere graduati in base al reddito, le disparità di prezzo vedono i paesi a reddito medio pagare tanto – o anche di più – di quelli più ricchi per diversi prodotti vaccinali” si legge nel report.

Nonostante poi la capacità di produzione dei vaccini sia aumentata in tutto il mondo, ancora oggi il motore produttivo resta “altamente concentrato” in determinate zone del mondo.

Secondo le stime, dieci produttori fornirebbero da soli circa il 70% delle dosi di vaccino (escluso quello per Sars-CoV-2) e molti dei primi 20 vaccini più utilizzati (come quello anti-pneumococco, per l’HPV, il morbillo o la rosolia) oggi dipenderebbe sostanzialmente da due fornitori.

Una disparità che favorisce un’inevitabile iniquità. La produzione così geolocalizzata porta con sé il rischio di carenze e approvvigionamenti instabili. Pensa che solo nel 2021 le regioni dell'Africa e del Mediterraneo orientale per il 90% dei vaccini acquistati dipendevano da produttori esteri.

L’emergenza legata alla pandemia da Covid-19 ha dimostrato che i vaccini possono essere sviluppati e distribuiti in modo rapido, riducendo a 11 mesi processi che tendenzialmente durano decenni, eppure il diritto alla salute, che include anche il diritto ai vaccini, ancora oggi non è globalmente tutelato.

"Questo nuovo rapporto mostra che le dinamiche del libero mercato stanno privando alcune delle persone più povere e vulnerabili del mondo di tale diritto – ha commentato il dott. Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – L’Oms chiede i cambiamenti tanto necessari al mercato globale dei vaccini per salvare vite umane, prevenire le malattie e prepararsi per il futuro crisi”.

Del resto la pandemia l’ha messo di fronte agli occhi di tutti noi: i vaccini sono un bene pubblico fondamentale, salvifico, e economicamente vantaggioso, non un mero prodotto commerciale.

Fonte | Organizzazione Mondiale della Sanità

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.