
Il disturbo da dismorfismo corporeo, definito in passato dismorfofobia, fa parte del capitolo dei disturbi ossessivo-compulsivi del DSM-5. Il disturbo è caratterizzato da una eccessiva preoccupazione per uno o più difetti corporei. Questi difetti possono essere minimi o totalmente assenti ma vengono comunque percepiti come profondamente disturbanti. Chi soffre di questo disturbo si definisce spesso brutto, anormale o deforme e la percezione di questi difetti è fonte di vergogna e disagio profondi.
I sintomi del disturbo da dismorfismo corporeo sono molteplici ma decisamente evidenti e peculiari. Possono svilupparsi in modo graduale oppure improvvisamente in maniera acuta, e possono essere più o meno intensi e persino diventare cronici.
Il problema interessa principalmente il volto, ma può coinvolgere qualsiasi parte del corpo. L'attenzione su un determinato difetto o pseudo tale, o una particolare area del corpo, ad esempio, può cambiare e spostarsi. Queste zone "mal percepite", inoltre, vengono spesso descritte in maniera dispregiativa e alquanto negativa, con aggettivi quali: brutte, orrende, o deformi, orribili.
Sintomi classici, sono, ad esempio:
Nei casi molto gravi, il disturbo da dismorfismo corporeo è invalidante in quanto ha conseguenze impattanti e negative sulla sfera pubblica e privata delle persone che ne soffrono che tendono ad assumere comportamenti ossessivo compulsivi e ad isolarsi.
Le cause dell'insorgenza del disturbo da dismorfismo corporeo sono molteplici e risiedono nella sfera biologica, culturale e psicosociale. Un'instabilità emotiva, stati depressivi, aver subito abusi fisici o psicologici rende maggiore la probabilità che il disturobo si manifesti, in quanto rende i soggetti maggiormente vulnerabili. Il disturbo ha una incidenza di circa il 2% nella popolazione generale, mentre nella popolazione con diagnosi psichiatrica sale attorno al 6%.
Spesso ai pazienti può risultare difficile chiedere aiuto, in quanto si vergognano o si sentono imbarazzati, e alcuni pazienti potrebbero non riconoscere che il problema è di natura psicologica. Tuttavia, è di vitale importanza che chi soffre di dismorfia riceva aiuto.
Il trattamento del disturbo da dismorfismo corporeo è certamente multidisciplinare. Comprende, infatti, sia trattamenti psicologici che terapie farmacologiche.
La diagnosi di BDD richiede una valutazione iniziale della storia clinica del paziente con una valutazione accurata dello stato psichico e dell’anamnesi psicopatologica.
Alcune caratteristiche tipiche di pazienti con dismorfofobia sono la presenza di pensieri suicidari, a volte ideazioni deliranti, comorbilità con altri disturbi psichiatrici e, una storia di passati interventi estetici volti a ridurre i percepiti difetti fisici.
Il DSM-5 inserisce il disturbo da dismorfismo corporeo nel capitolo dei disturbi ossessivo compulsivi e ne definisce i criteri diagnostici (APA, 2013):
"Il soggetto manifesta preoccupazione per uno o più difetti fisici che non sono osservabili o che appaiono lievi agli altri. Il soggetto manifesta una serie di comportamenti ripetitivi volti a ricercare delle rassicurazioni (ad es. guardarsi ripetutamente allo specchio) oppure passare molto tempo a confrontare se stesso con gli altri, in risposta alle preoccupazioni per il proprio aspetto. Queste preoccupazioni causano nel soggetto un significativo distress e problemi nel funzionamento sociale, emotivo, relazionale o in altre importanti aree di vita. Le preoccupazioni per il proprio aspetto non sono meglio spiegate da preoccupazioni per il peso e le forme corporee in un individuo con un disturbo alimentare".
Sfidare gli ideali di bellezza e imparare ad accettare la forma del proprio corpo è un passo cruciale verso un’immagine corporea positiva.
Alcuni suggerimenti e consigli per migliorare la percezione della propria immagine corporea sono: