
Alzi la mano chi non ha un ricordo della sua infanzia legato al cibo. Che si tratti del piatto forte della nonna o di dolci confezionati, siamo in molti a poter raccontare di quel boccone che ci ricorda l'epoca in cui eravamo bambini. L'imprinting lasciato in noi dall'alimentazione durante i primi anni di vita è tale da poter essere sfruttato per operazioni di marketing di successo. Qualche anno fa, una nota azienda ci ha provato (e ci è riuscita) con un famosissimo biscotto per bambini – “il” biscotto per bambini per eccellenza, oserei dire – proponendone la versione per “grandi”.
Purtroppo, però, il tipo di imprinting che dovremmo ricercare non è questo, cioè la preferenza verso alimenti che apportano una grande quantità di zuccheri semplici, primi fra tutti i dolci. Per questo sarebbe bene evitare di introdurli precocemente nell'alimentazione dei bambini, anche se si tratta di alimenti sponsorizzati come adatti alle esigenze dei più piccini. Si possono iniziare a mangiare più avanti, quando i piccoli hanno scoperto già anche altri sapori e il rischio di rafforzare la loro preferenza nei confronti del gusto dolce diminuisce.
Come accennato, il grande problema dei dolci “classici” sono gli zuccheri semplici. Per essere corretti dovremmo in realtà usare un'altra espressione, “zuccheri liberi”, con cui ci si riferisce a tutti gli zuccheri semplici (monosaccaridi, come il glucosio e il fruttosio, e disaccaridi, come il saccarosio, cioè il comune zucchero da tavola) che vengono aggiunti al cibo e alle bevande da chi li produce, da chi li cucina e da chi li consuma, o che sono naturalmente presenti nel miele, negli sciroppi e nei succhi di frutta.
Non ti sto parlando, quindi, dello zucchero presente nella frutta, considerato “buono” anche se “semplice” perché, se assunto sotto forma di frutta intera, porta con sé diverse sostanze utili per la salute (vitamine, minerali e fibre), né di quello presente nel latte, che porta con sé calcio e proteine di elevata qualità. Ti sto parlando, invece, dello zucchero presente in moltissime bibite analcoliche e di quello di cui è colma la stragrande maggioranza delle merendine confezionate, ma non solo. È zucchero libero anche quello previsto nella ricetta della torta fatta in casa, così come quello presente in tanti biscotti pubblicizzati come adatti sin dall'inizio dello svezzamento.
Nessuno, adulto o bambino che sia, dovrebbe introdurre nella sua alimentazione una quantità di zuccheri liberi superiore al 10% delle energie che assume durante una giornata. Anzi, per un'alimentazione ottimale dovremmo tutti limitarli a meno del 5%. Un eccesso di questi nutrienti ci porterebbe facilmente a trascurare l'assunzione di cibi migliori sotto il profilo nutrizionale e aumenterebbe il nostro rischio di ingrassare (e quindi di ritrovarci alle prese con i problemi di salute associati a sovrappeso e obesità). Ma non solo.
Infatti, l'eccesso di zuccheri liberi è associato a un aumento del rischio cardiovascolare. Purtroppo il problema inizia sin dai primi anni di vita. Infatti, aumentando l'assunzione di energie e l'accumulo di adipe e favorendo l'alterazione dei livelli di lipidi nel sangue, gli zuccheri di troppo minacciano anche la salute del cuore dei più piccoli. A tutto ciò si aggiunge l'annoso problema della carie, che non può essere risolto solo con un adeguato apporto di fluoro: limitare gli zuccheri resta necessario anche in chi ne assume a sufficienza.
Per tutti questi motivi la raccomandazione attuale è non inserire gli zuccheri liberi nell'alimentazione dei bambini prima dei 2 anni di vita.
C'è da dire che è facile far accettare ai bambini alimenti carichi di zuccheri, perché tutti noi veniamo al mondo con un'innata preferenza per il gusto dolce. Questa predilezione è fondamentale per la nostra sopravvivenza; infatti, il latte di mamma è dolce e sarebbe un bel pasticcio se lo rifiutassimo perché non ne gradiamo il sapore. Inoltre, amare il dolce permette di prediligere cibi che sono una buona fonte di energia.
Nella nostra società, però, il problema che dobbiamo fronteggiare non è di certo al scarsità di cibi ricchi di energie, anzi. Gli alimenti altamente calorici strabordano dagli scaffali di negozi e supermercati. Purtroppo, spesso portano con loro poco più delle calorie e dal punto di vista nutrizionale sono veramente poco interessanti.
Va da sé che, oggi, l'innata preferenza dei bambini per il dolce è un'arma a doppio taglio che può portarli a desiderare di consumare quantità eccessive di bevande e alimenti che contribuiscono a peggiorare la qualità dell'alimentazione e ad aumentare i rischi per la salute. La prima conseguenza a breve termine del consumo precoce di zuccheri liberi è il rafforzamento di questa preferenza, ed è la prima conseguenza dell'introduzione precoce di dolci nell'alimentazione dei tuoi bambini cui dovresti pensare.
Insomma, quello che fai evitando di far mangiare al tuo bambino, prima dei 2 anni, biscotti o altri dolci con zuccheri liberi è un vero e proprio investimento per la sua salute presente e futura.
Detto ciò, è bene riflettere sul fatto che permettergli di consumare dolci contenenti zuccheri liberi non è l'unico modo in cui puoi rafforzare la preferenza del tuo bambino nei confronti del gusto dolce. Se l'obiettivo è quello di fargli apprezzare anche sapori diversi, non dovresti eccedere nemmeno con la preparazione di torte, biscotti e altri manicaretti resi dolci (a volte anche più della controparte tradizionale) con l'aggiunta di frutta come i datteri. Il principio dovrebbe essere lo stesso ad ogni età: i dolci si mangiano ogni tanto, non di continuo. Puoi alternare la loro preparazione con quella di ricette che possono svolgere esattamente la stessa funzione ma che non contemplano l'aggiunta di zuccheri liberi. Che ne dici, per esempio, delle crêpe sugar-free? Farcite con della ricotta sono adatte per una colazione o una merenda che, seppur golose, non vanno a sovraeccitare le papille gustative inondandole di dolce. Ecco come puoi preparale.