Dopo il liceo Berchet, anche il civico Manzoni: gli studenti soffrono di ansia e malessere psicologico

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Un sondaggio presentato dal collettivo scolastico del liceo linguistico Manzoni di Milano ha fatto emergere lo stato di malessere che vivono molti studenti, tra crolli emotivi e crisi di pianto.
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Gaia Cortese 13 Aprile 2023

Sette studenti su dieci hanno crisi di pianto o manifestano un crollo emotivo a causa della scuola. A sostenerlo sono i risultati di un sondaggio diffuso al liceo linguistico comunale Manzoni di Milano dal collettivo “Manzoni antagonista”, con l’obiettivo di dare inizio ad un cambiamento concreto nell’ambito del sistema scolastico.

Composto da domande inerenti la salute mentale e la pressione percepita nel corso dell'anno scolastico, il sondaggio ha restituito  una fotografia molto chiara e al contempo allarmante. Secondo l'indagine, infatti, uno studente su due non solo non si sente valorizzato dai docenti, ma è fermamente convinto che la scuola abbia un’influenza sulla salute mentale. Non solo. Più di metà degli studenti ha anche dichiaratoo di sentirsi giudicato solo sulla base dei voti e spinto a raggiungere forzatamente l’eccellenza.

Secondo il collettivo, “Fondare la scuola su concetti come merito e competitività, alimentando un continuo stato di pressione, trasforma lo studio da accrescimento personale a un'interminabile prestazione”.

"Ci accorgiamo che gli studenti fanno più fatica ad affrontare lo studio rispetto a quanto avveniva in passato. In particolare, le classi prime e le seconde sono quelle che hanno risentito di più della chiusura delle scuole nel lockdown – ha commentato Maria Rossi, preside del liceo linguistico Manzoni -. Anche la psicologa ci ha segnalato un aumento delle situazioni di stress e degli attacchi di panico, non in maniera vertiginosa, ma comunque importante. Su questo ci stiamo interrogando anche noi, per mettere in atto strategie di aiuto. Abbiamo già incrementato il monte ore del servizio di ascolto psicologico. E nelle classi prime da due anni abbiamo, introdotto la figura del docente tutor, dedicato al metodo di studio e all’organizzazione del tempo in base al carico di lavoro”.

Il Manzoni non è l’unico liceo a fare i conti con questa forma di stress e ansia. Di recente anche gli studenti del liceo classico Berchet di Milano, attraverso una petizione rivolta al preside e ai docenti della scuola, hanno denunciato "il clima di ansia sistematicamente alimentato in diverse classi, dovuto all'atteggiamento di alcuni professori”.

In questo caso, alla petizione ha risposto circa il 64 per cento degli studenti, che hanno spiegato come "pur coscienti che la situazione descritta non trovi riscontro nella totalità degli alunni e delle classi, è evidente come sia largamente diffuso un sentimento di disagio e pressione psicologica, controproducente per l'apprendimento e il percorso educativo".

Non stupirebbe se dopo il caso Berchet e il caso Manzoni, anche da altri istituti scolastici emergesse un malessere dilagante tra gli studenti, e resta da capire se si tratti di un problema generazionale o di un sistema scolastico da rivoluzionare.