Dove sono vietate al momento le sigarette elettroniche? Le leggi in Italia e nel resto d’Europa

Di recente il ministro della Salute ha annunciato una proposta di legge che potrebbe estendere alle e-cig tutti i divieti già previsti per quelle tradizionali. Ma oggi dov’è effettivamente consentito svapare e dove invece non è possibile? In due Paesi dell’UE, ad esempio, la vendita subisce una serie di restrizioni.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Giulia Dallagiovanna 20 Gennaio 2023
* ultima modifica il 20/01/2023

Per tanti anni è sembrata riuscire a ritagliarsi il proprio angolino, al riparo dalla maggior parte dei divieti e dalle campagne di sensibilizzazione che invitassero a non utilizzarla più. Ma anche sulla sigaretta elettronica, alla fine, si sono accesi i riflettori. Al punto che il ministro della Salute Orazio Schillaci ha proposto il divieto di svapo negli stessi luoghi in cui è già impedito l'uso delle sigarette tradizionali, compresi quelli all'aperto. Nelle intenzioni del ministro, la legge 3 del 2003, la famosa legge Sirchia, dovrebbe essere estesa e prevedere il no al fumo anche all'aperto, se in presenza di minori o donne in gravidanza. Oltre al fatto che si vorrebbero eliminare tutte le sale fumatori ancora esistenti nei locali. La vera novità, però, sta nel fatto che queste disposizioni varrebbero anche per le e-cig e per i prodotti del tabacco riscaldato.

Può sembrare un'assurdità, ma in realtà in alcuni Paesi questi dispositivi stanno già subendo qualche limitazione. Il caso più estremo è forse quello della Thailandia, dove le sigarette elettroniche sono addirittura considerate illegali dal 2014. Ma anche in Europa c'è chi non le vede di buon occhio, come ad esempio l'Austria che sta cercando di ridurne la vendita. In Italia, invece, c'è il bollino rosso per i locali chiusi, gli edifici scolastici, gli istituti di correzione minorili e i centri per l'impiego. In ristoranti, pub e bar e altri luoghi pubblici non vige un vero e proprio divieto, ma gli esercenti o i gestori hanno facoltà di proibirlo all'interno della propria attività.

D'altronde, sebbene risultino meno pericolose rispetto a quelle tradizionali, le e-cig non sono innocue. Il loro impatto sulla salute viene indagato con sempre maggiore attenzione e diversi studi ormai sono concordi nell'affermare che lo svapare presenti non pochi elementi di preoccupazione. Da qui, le restrizioni al loro uso che si stanno facendo sempre più capillari.

Gli effetti sulla salute delle e-cig

In un primo momento la Boston University aveva diretto il proprio monito verso i cosiddetti fumatori duali, quelli cioè che alternano sigarette elettroniche e tradizionali nel tentativo di ridurre l'uso di tabacco bruciato. Il rischio infatti era quello di compensare il numero ridotto con boccate più intense e profonde, arrivando a immettere nel proprio corpo le stesse quantità di sostanze tossiche.

Nell'ottobre del 2022, poi, un report dell'Organizzazione mondiale della sanità metteva in guardia contro l'aumento del rischio di degenerazione maculare senile per tutti i fumatori, compresi gli svapatori. Circa un mese dopo, uno studio pubblicato sul Journal of the American Dental Association individuava un potenziale collegamento tra una maggior probabilità di soffrire di carie e il contenuto zuccherino del liquido di svapo. Infine, l'Istituto Mario Negri che abbatteva anche l'ultima delle obiezioni: le sigarette elettroniche e il tabacco riscaldato non aiutano a smettere di fumare. Non solo, chi era riuscito ad accantonare questa brutta abitudine sarebbe invogliato a ricominciare sotto la falsa convinzione che tutto sommato questi dispositivi non siano troppo dannosi per l'organismo.

Dove sono vietate in Italia

Come ti accennavamo prima, in Italia esistono già alcuni luoghi in cui le sigarette elettroniche sono vietate. Non puoi ad esempio svapare all'interno di una scuola statale o paritaria, di qualsiasi grado. Proibito anche nelle scuole di comunità di recupero, negli istituti di correzione minorili e nei centri per l’impiego e di formazione professionale. In generale, nelle stanze chiuse non dovrebbe essere possibile utilizzare la propia e-cig.

Per quanto riguarda invece i locali pubblici, a eccezione di quelli appena elencati, bisogna dire che non vige un vero e proprio divieto. In teoria dunque dovresti poter svapare in ristoranti, cinema, bar e pub. Non solo, ma anche il tuo ufficio o il tuo luogo di lavoro dovrebbero essere zona franca. Perché allora abbiamo precisato "in teoria"? Perché tanto il tuo datore di lavoro quanto il gestore di quella specifica attività possono decidere che all'interno dei loro edifici non è consentito l'uso di nessun dispositivo per fumare. Il consiglio quindi è di chiedere, prima di accenderti qualsiasi tipo di sigaretta.

Spetta al gestore del locale decidere se si può svapare all'interno dell'attività

Curiosamente, lo stesso principio vale anche per i mezzi di trasporto pubblici, nonostante siano luoghi molto piccoli e spesso quasi del tutto chiusi. Sui treni, ad esempio, è vietato per il semplice fatto che tutte le aziende italiane hanno optato per questa scelta all'interno dei propri vagoni. Per gli autobus il discorso è simile: in macanza di una direttiva comune e uniforme, è sempre meglio chiedere il permesso al conducente. Inoltre, è sconsigliato fumare in presenza di minori e donne in gravidanza, anche se si tratta di e-cig o tabacco riscaldato.

I divieti in Europa

In Europa, va detto, le sigarette elettroniche sono in genere accolte senza eccessive restrizioni, come ti sarai accorto anche tu se sei uno svapatore e ti capita di viaggiare al di fuori dell'Italia. L'UE prevede semplicemente che la concentrazione di nicotina contenuta nelle ricariche non superi i 20 milligrammi, ma non vieta nè l'uso, nè la vendita, nè tantomeno le pubblicità di questi prodotti.

Meritano un'attenzione in più solo Austria e Norvegia, che hanno provato a limitare l'abitudine allo svapo in alcuni suoi aspetti. Nella prima non è consentito pubblicizzare le e-cig e nemmeno venderle in negozi che non siano specializzati. Nella seconda, invece, ora si possono acquistare anche senza l'autorizzazione del medico, ma vi sono moltre restrizioni rispetto al loro utilizzo nei luoghi pubblici. Perché ti ho parlato di un documento del curante? Perché in effetti, dall'altra parte del Pianeta, vi è un Paese dove per compare una e-cigarette devi presentare una vera e propria prescrizione medica. In Australia sono infatti consentite solo come aiuto allo smettere di fumare in generale e non come attività ricreativa in sè per sè.

Fonte| Ministero della Salute

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.