Nella scorsa puntata, sui nuovi termovalorizzatori (oltre quello di Roma) che sorgeranno in futuro nel Sud Italia, eravamo rimasti fermi alla questione riguardante la Regione Puglia e più nello specifico la città di Bari. E questo perché, di quelli nuovi, l'impianto barese è il più avvolto da dubbi e perplessità, visto che se ne parla dal lontano 2016. Cosa sappiamo a oggi?
Per prima cosa non si parla di Termovalorizzatore, ma di inceneritore appunto (qui puoi approfondire le differenze tra i due impianti). Inoltre l'impianto sarebbe di ossicombustione.
In sostanza si tratta in sostanza di una tecnica attraverso la quale alcuni carburanti vengono bruciati tramite l'ossigeno puro. Serve per concentrare la CO2 prodotta durante l’incenerimento a livelli tali da permetterne la cattura a valle.
Per provare a capire qualcosa in più sulla realizzazione o meno di questo impianto noi di Ohga abbiamo sentito la Presidente del Comitato No Inceneritore, Corsina Depalo.
Professoressa Depalo torniamo indietro di qualche anno, raccontiamo la storia che c'è dietro l'Inceneritore di Newo SpA. Quando è nato il suo Comitato No Inceneritore e quali sono le motivazioni che vi spingono a non volerlo?
Il nostro Comitato No Inceneritore è nato a Bari il 3 maggio 2018 ed è formato da cittadini e associazioni. Il nostro interesse è sempre stato quello di dire No al progetto della società foggiana Newo SpA, la quale punta alla costruzione di un mega inceneritore a ossicombustione di rifiuti urbani e speciali-pericolosi. E questo sorgerebbe in una zona prossima al tessuto urbano dello stesso quartiere San Paolo di Bari.
Inoltre la questione dell'inceneritore riguarderebbe anche un'altra società, la quale fornirebbe la tecnologia di ossicombustione. Si tratta di Itea Spa di Gioia del Colle (Ta). Il problema in questo caso è che questa società è finita più volte sotto sequestro e la sua attività è tuttora sospesa per decisione giudiziaria.
Quindi voi vi opporreste non solo per una questione ambientale, ma anche per questione di poca credibilità del progetto?
Il progetto dell’impianto è stato da sempre considerato dal mio Comitato assolutamente privo delle minime garanzie di sicurezza per la salute dei cittadini e tra l’altro in contrasto con le previsioni di legge, trattandosi di un ossicombustore che produce a valle del trattamento materia che non può essere immessa sul mercato in quanto non si tratta di “fine rifiuto o End of Waste”.
A ciò si aggiungerebbe l’impossibilità per un ossicombustore, secondo le indicazioni scientifiche dei nostri tecnici, di produrre energia (combustibile) in virtù dei principi della fisica.
A livello di giustizia, a che punto siamo con il progetto?
C'è stata una prima sentenza del Tar Puglia di Bari la quale ha dichiarato l'annullamento delle autorizzazioni Via-Aia della Regione, proprio su un ricorso del mio Comitato No inceneritore e questo grazie ovviamente: all'avv. Luigi Campanale del Foro e del Comune di Bari e dei Comuni dell’ambito Aro Ba2.
Poi è arrivata una sentenza di segno opposto da parte del Consiglio di Stato e qui noi come Comitato abbiamo presentato ricorso in Cassazione, ma senza sostegno del Comune di Bari. Adesso siamo in attesa di un pronunciamento.
In questo caso si parla di inceneritore e quindi mancherebbe la possibilità di produrre energia dalla combustione dei rifiuti. Se invece fosse in realizzazione un termovalorizzatore che cosa direste?
Come comitato No Inceneritore non abbiamo voluto prendere in considerazione una tale tipologia di impianto. Ci siamo concentrati di più su un Piano Gestione dei rifiuti urbani che comprenda:
Volevamo capire a che punto si è con la storia di questo inceneritore. Anni fa lo stesso sindaco di Bari Decaro e anche il governatore della Regione Puglia Emiliano si erano spinti per non dare ulteriori finanziamenti utili alla sua realizzazione. Allora chi lo vuole realmente?
I finanziamenti di cui parla lei sono fondi pubblici della Regione che sì inizialmente erano destinati al progetto in questione, ma la stessa Regione li ha recentemente revocati. Si trattava di circa 10 milioni di euro. Il Comune di Bari, invece, aveva inizialmente dato un parere positivo alla costruzione dell'inceneritore. Partirono quindi le Autorizzazioni Regionali, ma subito dopo queste il Comune si dichiarò contrarietà al conferimento dei rifiuti urbani per il futuro, all’impianto in questione.
La Regione è sempre stata in linea con l'ultima decisione del Comune di essere quindi contrario all'Inceneritore, ma nella recente Conferenza dei servizi ha rinnovato le Autorizzazioni Via-Aia Regionali all’impianto non provvedendo al loro annullamento in autotutela.