Dove si vogliono costruire i nuovi termovalorizzatori in Italia? Saranno 4 e tutti al Sud

Non solo Roma. L’Italia ha individuato altre tre aree strategiche dove investire per la costruzione di 4 nuovi termovalorizzatori. Sicilia, Puglia e Calabria saranno le regioni che ospiteranno le strutture e la linea politiche sulla gestione dei rifiuti urbani trasformandoli in energia si sta delineando sempre più in modo netto.
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Mattia Giangaspero 25 Marzo 2024

La linea politica italiana sul tema della gestione dei rifiuti si sta sempre più delineando verso la scelta di investire sui termovalorizzatori e dopo aver avviato i progetti di presentazione e futura realizzazione del primo grande impianto di Roma (Se vuoi puoi approfondire tutto sulle caratteristiche e sugli scenari di emissione di questo progetto) sembrano essere in cantiere altri 4 progetti di valorizzazione energetica dei rifiuti: tutti al Sud.

Ora, prima di analizzare nel concreto ogni singolo nuovo progetto è giusto tornare sul discorso della gestione dei rifiuti a livello nazionale. Perché stiamo andando nella direzione di generare energia dai rifiuti e non nell'aumentare la raccolta differenziata per esempio?

In questo momento in Italia ci sono 37 termovalorizzatori (di cui oltre 26 al Nord), mentre sono 130 le discariche certificate (poi ci sono quelle abusive… ma non ne conosciamo il numero). Queste discariche emettono 1.400 kg CO2 equivalente per tonnellata, contro le 800 di un termovalorizzatore. 

L‘obiettivo della costruzione di nuovi  Termovalorizzatore sarà, quindi, quello di ridurre il numero di discariche in tutto il Paese e di migliorare soprattutto la situazione al meridione. Il termovalorizzatore in Italia non è e non sarà mai considerato come soluzione definitiva a tutti i problemi, ma come un miglioramento delle situazioni attuali che ci sono nel Paese. E questo lo diciamo perché stando ai dati forniti dall'Unione Europea sia tra i primi nel Continente per la raccolta differenziata e sappiamo bene come solo continuando questo iter virtuoso, il problema rifiuti può essere risolto. (Puoi approfondire qui il piano nazionale della gestione dei rifiuti e anche l'andamento di raccolta differenziata, compostaggio e produzione di rifiuti urbani)

Dopo aver fatto questa digressione necessaria per comprendere questo aumento considerevole di termovalorizzatori nei piani regionali, iniziamo a vedere in quali regioni del sud sorgeranno i nuovi impianti. Sicilia, Calabria e Puglia sono le tre regioni che attualmente hanno iniziato a presentare accordi, bozze e programmi per la realizzazione di 4 nuovi termovalorizzatori.

Sicilia, i due termovalorizzatori sorgeranno a Catania e Palermo

È da pochi giorni che la giunta regionale siciliana ha approvato il nuovo piano della gestione dei rifiuti, esattamente il 21 marzo del 2024 il Presidente di Regioni Schifani ha elencato quali saranno, da qui fino al 2027, i punti cardini che caratterizzeranno il ciclo completo dei rifiuti in Sicilia.

  • consentire il recupero energetico
  • ridurre il trasporto dei rifiuti
  • realizzare due termovalorizzatori

Proprio l'ultimo punto rappresenta un'importante novità per la Regione. Per quanto riguarda i due progetti, la loro conformazione, le loro caratteristiche e anche nello specifico i luoghi in cui sorgeranno, nulla è stato deciso. Quel che il governatore ha detto è che a livello di macroaree sorgeranno vicino alle due città metropolitane di Palermo e Catania. Subito alcune testate locali hanno ipotizzato anche all'area di Pantano d’Arci, adiacente al Vulcano, con annessa discarica per lo smaltimento delle ceneri con capienza di 50mila tonnellate l’anno. Mentre per quanto riguarda Palermo si pensa all'area di Bellolampo.

All'interno del testo approvato dalla Regione si evince che:

Gli impianti assorbiranno il 30% dell’energia prodotta per il loro funzionamento mentre il restante 70% verrà immesso sul mercato producendo un ulteriore ricavo che concorrerà alla riduzione della tariffa di ingresso. Secondo le stime, avranno un fabbisogno di 600 mila tonnellate all’anno per una produzione di 50 Mw di energia elettrica. Negli altiforni di incenerimento verranno immessi rifiuti solidi urbani solo dopo un trattamento meccanico biologico che li priverà di elementi ferrosi e frazioni omogenee "nobili" che possono essere avviate al ciclo di recupero.

Contemporaneamente, si ridurrà notevolmente il traffico necessario per il loro trasporto, annullando anche la presenza di rifiuti maleodoranti o percolanti, sia nei mezzi circolanti che nelle zone di stoccaggio.

Il costo complessivo ha fatto sapere il governatore Schifani, sempre nel comunicato, dovrebbe aggirarsi intorno agli 800milioni di euro ed entrambi non sorgeranno prima del 2027.

Da quando entreranno in funzione "garantiranno risparmi nello smaltimento dei rifiuti a carico dei Comuni: tutto ciò si tradurrà concretamente nella riduzione della Tari per i cittadini". conclude così la nota.

Perché questi due impianti saranno centrali per la Sicilia? Nel documento riguardante la gestione dei rifiuti, che ogni anno rilascia Ispra la Sicilia gestisce in discarica oltre la metà dei rifiuti (1.1 milioni di tonnellate) che genera ogni anno e inoltre è anche la regione che fa meno raccolta differenziata (-50%).

Calabria, il termovalorizzatore di Gioia Tauro raddoppia

Come la Sicilia anche la Regione Calabria ha recentemente approvato in Consiglio il nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti adeguandolo agli obiettivi delle Direttive UE “Economia Circolare”

E sempre come per la Sicilia, anche per la Calabria, all'interno del Piano, si fa menzione del termovalorizzatore. In questo caso però non di uno o due nuovi, bensì di uno già esistente anche se non completamente funzionante. Si sta parlando del termovalorizzatore di Gioia Tauro che fino al 2019 ha gestito il carico completo di rifiuti da bruciare e da cui trarne energia, ma successivamente a causa di guasti e obsolescenze dell'impianto la gestione si è ridotta del 50%.

Si è passati da un carico annuo di 120mila tonnellate a un carico di 60mila. Attualmente il piano della giunta regionale è quello di ripristinare l'efficenza al 100% intervenendo sulla rifunzionalizzazione e sul revamping necessari per consentire l’incenerimento di rifiuti ulteriori.

Inoltre il termovalorizzatore di Gioia Tauro non verrà solo ammodernato, ma verrà anche raddoppiato. La Regione Calabria possiede un’area di cantiere dismesso adiacente all'opera e questo cantiere  consisteva nel creare un'altra unità di termovalorizzatore dei rifiuti chiamata "B" I lavori furono parzialmente realizzati e attualmente sono completi all'80%. A breve il cantiere verrà attivato nuovamente per completare l'intero impianto.

Puglia, ipotesi di un inceneritore tra Bari e Modugno

La Regione che per il momento ha parlato della realizzazione di un impianto per la gestione dei rifiuti, ma è ancora molto ferma sulle mosse da mettere in campo per pianificare il progetto è la Puglia. Pensa che si parla di questo nuovo impianto dal 2016, ma Regione e Comune non sono mai stati d'accordo sulla realizzazione e soprattutto molti comitati del "No all'inceneritore" hanno portato la causa anche in tribunale.

Cosa sappiamo fino a ora? Per prima cosa non si parla di Termovalorizzatore, ma di inceneritore appunto (qui puoi approfondire le differenze tra i due impianti). Inoltre l'impianto sarebbe di ossicombustione, in sostanza si tratta in sostanza di una tecnica attraverso la quale alcuni carburanti vengono bruciati tramite l'ossigeno puro. Serve per concentrare la CO2 prodotta durante l’incenerimento a livelli tali da permetterne la cattura a valle. L'area dove potrebbe sorgere è quella della zona industriale tra Bari e Modugno. 

Fonti | Regione Sicilia Piano rifiuti ; Regione Calabria Piano Rifiuti ;