Ecomafia: quei reati che distruggono l’ambiente (e i nostri diritti)

Probabilmente ti arrabbieresti se ti dicessi che ogni giorno rischi di mangiare cibi contaminati dai tuoi stessi rifiuti. Si, perché anche se li hai differenziati correttamente, le mafie potrebbero averli sotterrati sotto i campi agricoli. Questo è solo un esempio tra tutte le attività criminali che le mafie svolgono ai danni dell’ambiente e della nostra salute. Ma in cosa consiste esattamente l’Ecomafia?
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Beatrice Barra 19 Maggio 2023

In questo articolo leggerai più volte la parola "mafia".

Ti potrebbe sembrare strano – visto che Ohga è un giornale che si occupa di ambiente, salute, diritti -, ma non lo è, perché la caratteristica principale delle mafie è la capacità di permeare e distruggere ogni ambito della società.

C'entrano con la salute: perché mangiano i soldi della nostra sanità. C'entrano con i diritti, perché tentano di negarceli. E centrano ora più che mai con l'ambiente, che oggi è diventato uno dei suoi ambiti preferiti.

In che modo? Per esempio quando ci impegniamo a fare la raccolta differenziata e poi la ‘ndrangheta o la camorra si occupano dello smaltimento, sotterrando i rifiuti sotto i campi in cui crescono le verdure che mangiamo. Quando beviamo acqua contaminata dai rifiuti chimici gettati illegalmente nei corsi d'acqua. Quando troviamo impianti eolici anche dove il vento non c'è (o non è abbastanza significativo da giustificarli). Quando leggiamo certificazioni false sulla carne che acquistiamo.

Ecomafia: 3,5 reati ogni ora ai danni dell'ambiente

C'è una regola di base: le mafie sono dove sono i soldi, gli interessi economici. Nel campo della sostenibilità ambientale, in questo momento storico, ce ne sono tantissimi. E ai mafiosi interessa riuscire ad accedere a questi soldi e usarli per i loro sporchi interessi, prima che qualcun altro lo faccia per portare avanti gli interessi di tutti.

Alla criminalità organizzata ormai piace così tanto il green, che ci hanno costretto a creare un termine apposito: Ecomafia. Questo neologismo è stato coniato da Legambiente per raggruppare quelle attività delle organizzazioni criminali di stampo mafioso che creano danni all'ambiente.

Queste attività nel 2021 sono state oltre 30mila , rilevate dal rapporto ecomafia 2022 : in media quasi 84 reati al giorno, circa 3,5 ogni ora, nonostante la leggera diminuzione del 12,3% rispetto al 2020.

Quali sono i reati ambientali?

Inizialmente il business principale era quello dei rifiuti. Più precisamente: il traffico e lo smaltimento illegale dei rifiuti, che venivano depositati sotto i terreni agricoli o le zone destinate alla fauna. Oggi invece si sono "evoluti" e hanno allargato i loro interessi anche ad altri settori: l'escavazione abusiva, il traffico di animali esotici, il saccheggio di beni archeologici, l'abusivismo edilizio su larga scala, l'allevamento di animali da combattimento, gli investimenti in energie rinnovabili, i prodotti "italian sounding" (ovvero il falso made in Italy per conquistare importanti fette del mercato internazionale).

Elementi storici e legislazione

Le prime notizie del genere hanno cominciato ad avere risalto a partire dal 1982, quando è entrata in vigore la normativa sul trattamento dei rifiuti speciali con il decreto n.915 del 10 settembre per lo smaltimento dei rifiuti tossici e nocivi. Qualche anno dopo, nel 1995 è stata istituita la commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, rinnovata in tutte le legislature successive.

Nonostante ciò, i reati ambientali fino al 2015 sono stati considerati reati di serie B, contravvenzionali. Le associazioni hanno spesso descritto questo vuoto normativo dicendo che "il furto della mela al supermercato, per la normativa era più grave dei più gravi reati ambientali".

Ma il 19 maggio 2015, fortunatamente, dopo circa vent'anni di lotte da parte delle associazioni come Legambiente, il Senato ha approvato la legge n.68 che introduce nel nostro codice penale cinque delitti ambientali: inquinamento, disastro ambientale, traffico di materiale radioattivo, omessa bonifica e impedimento del controllo. Anche le pene sono aumentate: si va dalla reclusione da 2 a 6 anni per il delitto di inquinamento, a quella da 5 a 15 anni per chi commette un disastro ambientale.

Perché è importante che gli eco-reati siano nel Codice Penale?

È così importante l'introduzione degli eco reati nel codice penale perché permette a magistrati e forze dell'ordine di usare strumenti di indagine più efficaci (come arresti in flagranza, intercettazioni telefoniche e ambientali, rogatorie internazionali), i tempi di prescrizione raddoppiano e sono previste anche molte aggravanti, con sconti di pena solo per chi si adopera a bonificare in tempi certi, così da accellerare il processo di risanamento in Italia, tutelando la salute di moltissime persone e dando giustizia alle vittime di quella che è sempre stata e sempre sarà, come diceva Peppino Impastato, "una montagna di merda".