Energia geotermica in Italia: a che punto siamo e quali le prospettive future?

Siamo tra i migliori in Europa per produzione di questa fonte rinnovabile, ma negli ultimi anni non stiamo facendo grandi progressi.
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Gianluca Cedolin 23 Giugno 2020

Esiste una fonte di energia rinnovabile, pulita e potenzialmente inesauribile: si tratta dell'energia geotermica, generata dal calore naturale della terra. In questo articolo ti avevamo spiegato di cosa si tratta, e quali sono i suoi vantaggi e svantaggi. Ora vogliamo cercare di capire quale sia lo stato dell'energia geotermica in Italia, e quali i possibili sviluppi futuri.

La produzione

L'Italia continua a essere tra i principali produttori di energia geotermica in Europa, ma questa fonte rinnovabile non ha visto nel nostro paese una grande crescita negli ultimi anni. Leggendo il market report dell'European geothermal energy council, si vede come siamo al secondo posto nel continente per capacità geotermica installata (dietro alla Turchia, quindi primi nell'Unione europea), con circa 900 Mwe (Megawatt elettrico). Ma nel dato sull'aumento della capacità tra il 2018 e il 2019 abbiamo registrato uno zero, come del resto negli ultimi tre anni: è dal 2016 che l'apporto dell'energia geotermica rimane lo stesso nel nostro paese.

Sul totale delle rinnovabili italiane, la geotermia occupa solo il 5%, ultima tra le principali fonti, con l'idroelettrico primo al 41%, seguito dal fotovoltaico (21,2%), dall'eolico (17,5%) e dall'energia delle biomasse (15,3%). Va detto però che lo sviluppo della geotermica in Italia è sostanzialmente in linea con gli obiettivi: sempre nel report dell'Egec, un grafico mostra come siamo a oltre l'80% sulla strada del raggiungimento per l'obiettivo del 2020, contro il 20% della Francia e il 10% della Germania, ad esempio. E se non ci sono stati grandi progressi negli ultimi anni, continuiamo a essere, con Turchia e Islanda, il paese con più alta capacità geotermica.

La mancata crescita

Tra le ragioni dello stallo della geotermia, in questa intervista Loredana Torsello, responsabile di Cosvig, il Consorzio toscano per lo sviluppo geotermico, parlava della richiesta di grandi investimenti immediati, a fronte di un rientro lento, e della difficoltà di costruire centrali geotermiche nel territorio italiano (quelle esistenti sono tutte in Toscana, con il più antico complesso geotermico al mondo dislocato tra le province di Grosseto, Pisa e Siena che produce circa 6 miliardi di Kilowattora all'anno). E poi ci sono scelte politiche discutibili, come la decisione di non inserire la geotermia dal Decreto Fer 1 sulle rinnovabili.

Le prospettive future

A inizio anno è stato presentato il progetto di un nuovo impianto geotermico binario nel territorio di Abbadia San Salvatore (Siena), dove sarà sviluppata una nuova geotermia non inquinante, perché non emetterà alcuna sostanza, portando quasi esclusivamente benefici alla comunità. Intanto il decreto Rilancio, con il suo super ecobonus al 110%, permetterà operazioni come la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con quelli a pompa di calore, inclusi gli impianti ibridi e geotermici.

Ora c'è attesa per il decreto Fer 2, il secondo sulle rinnovabili, che dovrebbe comprendere gli incentivi dedicati alla produzione di elettricità geotermica (esclusi come detto dal Fer 1). Il decreto doveva uscire a febbraio, ma con l'emergenza Coronavirus è stato per il momento accantonato.