Faccio scorta di fibre e vitamina C: meglio un’arancia a spicchi o una spremuta?

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Fibre, vitamina C e flavonoidi. Sono le sostanze che si perdono da un’arancia nel momento in cui viene spremuta. Ecco perché un bicchiere di succo di arancia o una spremuta fresca non ti assicurano tutte le proprietà attribuite a questo salutare agrume.
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Gaia Cortese 10 Marzo 2021

Meglio mangiare un’arancia, spicchio dopo spicchio, oppure farsi una spremuta? Dipende. Se la tua finalità non è quella di fare scorta di vitamina C e di fibre, allora una forma equivale all'altra. Diversamente, devi sapere che non è la stessa cosa e che gli effetti di una delle due modalità di preparazione potrebbe lasciarti abbastanza deluso. Vediamo perché.

L’arancia è un frutto molto ricercato ogni volta che si vogliono rinforzare le proprie difese immunitarie. È una buona fonte di vitamine, nello specifico di vitamina C, o acido ascorbico, un potente antiossidante che contribuisce alla protezione delle cellule dell’organismo, alla funzione del sistema immunitario, al metabolismo energetico e alla riduzione dell’affaticamento fisico. Non solo. L'arancia è anche una buona fonte di fibre, in particolare di pectina, cellulosa, emicellulosa e lignina. Le fibre contribuiscono al miglioramento del transito intestinale e alla riduzione dell’assorbimento di zuccheri semplici e di grassi. Insomma, ci sono moltissimi validi motivi per avere una scorta di arance in casa.

Un'arancia di grandi dimensioni è in grado di fornire oltre il 100% della dose giornaliera raccomandata di vitamina C.

C’è chi ama mangiarle dopo averle tagliate a spicchi, chi invece preferisce spremerle e bersi una spremuta fresca. In questo secondo caso, tuttavia, la vitamina C e la fibra assimilate sono inferiori. La vitamina C, infatti, è molto instabile: a contatto con l’ossigeno presente nell’aria e a causa del calore che si sviluppa durante la spremitura dell’arancia, questa preziosa vitamina viene in parte distrutta. Considera poi che nel momento stesso in cui bevi una spremuta di arancia appena fatta, l’apporto di vitamina C è pari al 25% del totale fornito dal frutto. E poi ci sono le fibre che, per la maggior parte, si trovano nella pellicina che riveste gli spicchi e che quindi, attraverso la spremitura, rimangono escluse.

Non vanno neppure tanto bene i succhi di arance confezionati che si trovano nei reparti del supermercato. Una recente ricerca dell’American Chemical Society pubblicata sul Journal of Agricultural and Food Chemistry sostiene che la pastorizzazione riduce la quantità di flavonoidi e di vitamina C presenti nelle arance, nonostante li renda più facilmente assimilabili dall’organismo.

I livelli di flavonoidi, importanti per la loro azione antiossidante e protettiva sul microcircolo, sono addirittura diminuiti di otto volte dopo l'estrazione del succo, molto probabilmente a causa della rimozione dell'albedo (la parte bianca dell'agrume), difatti molto ricco di queste sostanze. Tuttavia, si è anche ipotizzato che la presenza di tali sostanze fibrose durante la digestione in vitro abbassasse significativamente il contenuto totale dei carotenoidi rilasciato dall'alimento nel tratto gastrointestinale: da un 29-30% dei succhi di arancia a un 12% degli spicchi di arancia fresca.