La famiglia è il nucleo di base in cui tutti cresciamo, quindi, che lo vogliamo o no, ci lascia un’impronta molto profonda. Infatti, formando una nuova famiglia tendiamo a ripetere i modelli che abbiamo imparato da bambini, siano essi giusti o meno.
Una famiglia funzionale promuoverà il corretto sviluppo dei suoi membri, permettendo ad ognuno di mostrare la propria individualità. Una famiglia disfunzionale creerà un ambiente tossico che intellettualmente o emotivamente invalida i suoi membri e può addirittura diventare terreno fertile per una gran varietà di disturbi psicologici.
Una famiglia svolge diverse funzioni, tra le quali:
Ciò significa che una famiglia funzionale deve non solo essere in grado di soddisfare le necessità materiali di base dei suoi membri, ma deve anche fornire loro il supporto emotivo di cui hanno bisogno e garantire che sviluppino al massimo il loro pieno potenziale come individui.
Proviamo a capire meglio quali sono le caratteristiche delle famiglie funzionali:
Ora invece cerchiamo di capire quando una famiglia è disfunzionale, a partire dalle sue caratteristiche:
Ognuna di queste famiglie vive nella paura e i membri più deboli sono costantemente sottoposti a violenze fisiche e psicologiche. In questi modelli familiari l’autorevolezza viene sostituita da un’idea distorta di autorità che viene esercitata attraverso manifestazioni di rabbia, bisogno di controllo e aggressività.
La modello familiare della famiglia sacrificante si presenta decisamente chiuso in se stesso. Ogni membro assolve al proprio dovere sacrificando sé e gli altri. In queste famiglie non c’è spazio per il piacere ma solo per il dovere e il sacrificio. Nella famiglia sacrificante predominano la gelosia, il possesso e il bisogno di controllo. Giorno per giorno, il legame d’amore viene sostituito dal sacrificio di sé, costringendo i soggetti più deboli in balia dei soggetti prevaricatori.
Nella famiglia democratico-permissiva tutto è permesso, appunto. Gli adulti non sono in grado di esercitare il proprio ruolo genitoriale e si mostrano fragili e indecisi. Tale incapacità di educare i figli, attraverso regole condivise, li rende inadeguati alla cura e tutela della prole. Questi genitori vogliono essere amici dei figli poiché non sono in grado di dimostrarsi autorevoli.
La famiglia iperprotettiva vive in un clima caratterizzato dalla paura verso il mondo esterno. Queste famiglie vivono sulla difensiva e tendono a limitare la libertà dei propri figli ogni volta che devono svolgere attività che sfuggono al controllo genitoriale. I genitori iperprotettivi sono sempre pronti a difendere e scusare i propri figli da eventuali aggressioni e pericoli che spesso non esistono.
In questo clima i figli crescono protetti ed isolati sotto una ‘campana di vetro’ diventando spesso adolescenti socialmente inadeguati o di converso, individui arroganti e prepotenti convinti di essere sempre e comunque dalla parte della ragione.
La famiglia è un sistema composto da sottosistemi diversi (che sarebbero i suoi membri). Dal punto di vista sistemico, si presume che la relazione tra i membri di una famiglia sia così stretta che qualsiasi cambiamento di uno di questi provoca modifiche negli altri e, quindi, in tutta la famiglia. Ad esempio, la malattia di uno dei membri altera la vita del resto.
Assumere questa prospettiva significa capire che la famiglia non è la somma semplice dei suoi membri, ma è un insieme d’interazioni. Significa anche che quando si verificano dei problemi familiari, non c’è un “colpevole” verso il quale puntare il dito, ma è necessario analizzare le dinamiche dei rapporti che sono stati stabiliti.
Pertanto le cause delle famiglie disfunzionali non dovrebbero essere ricercate in un solo membro, ma sono molto più complesse, dato che si trovano nei rapporti che sono stati stabiliti nel tempo e nel modo in cui gli altri membri hanno risposto al conflitto.
Le famiglie disfunzionali sono semplicemente quelle che non dispongono delle risorse psicologiche necessarie per affrontare la coesistenza in un modo assertivo e favorevole allo sviluppo dei suoi membri. Ciò significa che, di fronte a una crisi, qualsiasi famiglia funzionale può diventare disfunzionale in quanto tutto dipenderà dal modo in cui la affronterà.
Crescere o vivere in una famiglia disfunzionale può lasciare delle ferite per tutta la vita. Infatti, aumenta il rischio di soffrire di disturbi psicologici come depressione, ansia e dipendenza. Nei bambini aumenta la vulnerabilità a sviluppare disturbi psicologici o disturbi comportamentali.
Nel caso dei bambini, di solito assumono uno di questi ruoli:
Se vivi in una famiglia disfunzionale il mio consiglio è quello di rivolgerti a uno psicoterapeuta a indirizzo sistemico relazionale. Secondo la psicoterapia sistemico relazionale il comportamento di ogni individuo può essere spiegato analizzando l’ambiente in cui vive (ovvero il sistema) e le reti di relazioni significative di cui egli è parte. Per queste ragioni la famiglia, intesa come sistema transazionale, è soggetta a continui cambiamenti. Pertanto, un’eventuale difficoltà nel relazionarsi non è interpretata come caratteristica insita nell’individuo, ma come l’esito di ben precise esperienze relazionali.
Il fine della terapia è quindi quello di trovare modalità relazionali diverse, così come sono diversi i vari sistemi di appartenenza.
L’approccio sistemico ha totalmente modificato il modo di considerare le categorie cliniche quali il sintomo, la diagnosi e il trattamento, e le ha ridefinite in termini relazionali. Pertanto gli eventi problematici di un singolo individuo influenzano l’intera famiglia come unità funzionale, con effetti che si estendono a tutti i membri e alle loro relazioni. Il sintomo non viene più considerato come l’espressione di problematiche individuali ma indica una disfunzione dell’intero sistema familiare.
Nella terapia sistemica si possono prevedere incontri dapprima individuali, perché il paziente porta con sé tutte le relazioni significative che animano la propria vita nel presente, nel passato, e che possono compromettere l’ipotetico futuro. Si porrà attenzione alla dimensione relazionale ed interattiva del cliente, non tralasciando pensieri, emozioni, storie e vissuti legati alla dimensione individuale.
In alcuni casi tale tipo d’approccio si configura come prosecuzione di un percorso familiare o di coppia, dove si cerca di affrontare “nodi privati” che altrimenti il paziente affronterebbe individualmente.
L’intervento terapeutico è basato sull’osservazione delle modalità di relazione tra il paziente e la sua famiglia, e si pone l’obiettivo di modificare, attraverso un processo di comunicazione tra terapeuta ed individuo/famiglia, i modelli disfunzionali presenti nel contesto entro il quale il disagio del paziente è emerso, stimolando le risorse familiari e rafforzando sia il funzionamento individuale sia quello familiare.