foresta pluviale

Foreste pluviali ancora sotto attacco: un rischio anche per la salute umana

Deforestazione, incendi e consumo di suolo stanno progressivamente distruggendo le foreste pluviali, ecosistemi indispensabili per mitigare i cambiamenti climatici e garantire la sopravvivenza delle popolazioni indigene. Ogni 15 secondi perdiamo un’area di foresta pari a 7 campi da calcio.
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Martina Alfieri 24 Giugno 2023

Nonostante la loro efficacia nel mitigare i cambiamenti climatici e contrastare l’inquinamento sia universalmente riconosciuta, le foreste pluviali continuano a essere sfruttate e impoverite: gli interessi economici molto spesso prevalgono sulla tutela della natura e degli ecosistemi. Le industrie minerarie e l'agricoltura sono due tra le principali attività che contribuiscono alla deforestazione.

Questa volta l'occasione per denunciare l'allarmante stato di sfruttamento subito da quello che è per antonomasia il "polmone verde della Terra" è stata la Giornata mondiale delle foresta pluviale (World Rainforest Day), che si celebra ogni anno il 22 giugno. Fin dal 2017, questa data simbolica ci aiuta a ricordare l’importanza delle foreste come l’Amazzonia, risorse irrinunciabili per la salute del Pianeta e delle persone.

Secondo il WWF, ogni 15 secondi scomparirebbe addirittura un’area di foresta grande quanto 7 campi da calcio a causa della richiesta di legnami pregiati e di terreni da convertire in piantagioni di soia e palma da olio.

Basti pensare all’Amazzonia, il polmone verde della Terra, che in soli 5 anni, tra il 2017 e il 2021, ha ha perso una superficie di oltre 5.2 milioni di ettari, pari allo stato del Costa Rica. L’anno peggiore è stato proprio il 2021, in cui il Brasile, che ospita la porzione più grande della foresta tropicale, era guidato dal presidente Bolsonaro.

Le foreste sono ecosistemi vitali che non solo forniscono aria, acqua, medicine, cibo e riparo a una moltitudine di esseri viventi, ma sono anche una delle nostre migliori difese naturali contro i cambiamenti climatici”, scrive la Rainforest Alliance. “Eppure, la deforestazione è una delle sfide più urgenti del nostro tempo, che alimenta le fiamme dell'emergenza climatica”.

L’ong Rainforest Partnership – promotrice della Giornata mondiale della foresta pluviale – ricorda invece l’impatto che la deforestazione può avere nella diffusione di malattie:

Quando danneggiamo la foresta pluviale, alteriamo una rete intricata di vita che ha prosperato per secoli. La deforestazione apre la strada a un più stretto contatto tra gli animali e l'uomo, aumentando il rischio di trasmissione e insorgenza di malattie. Proteggendo e preservando le nostre foreste pluviali, non solo salvaguardiamo la loro incredibile biodiversità, ma assicuriamo anche la nostra salute e il nostro benessere”.

Non bisogna infine dimenticare che queste foreste dipende anche la vita di moltissime popolazioni indigene, che da sempre si battono per la tutela della natura.

L’Amazzonia non è l’unica foresta pluviale colpita da incendi, disboscamento e consumo di suolo. In Africa si trova ad esempio la foresta pluviale del Congo, popolato da almeno 400 specie di mammiferi, mille specie di uccelli e 700 specie di pesci, in Sud America c’è invece la foresta di Valdivia – la terza più grande al mondo – mentre gli Stati Uniti ospitano la foresta nazionale del Tongass.