Fukushima, la AIEA ha iniziato a testare i pesci dopo i primi sversamenti di acqua radioattiva trattata

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha iniziato a raccogliere sedimenti marini e campioni di pesci catturati al largo della costa di Fukushima e venduti in un mercato vicino alla centrale nucleare. L’obiettivo è valutare l’impatto degli svernamenti in mare dell’acqua radioattiva purificata.
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Kevin Ben Alì Zinati 25 Ottobre 2023

Sono partite le operazioni di monitoraggio degli effetti del rilascio dell’acqua di Fukushima.

Un team di scienziati internazionali dell'Agenzia internazionale per l’energia atomica ha raccolto sedimenti marini e campioni di pesci catturati al largo della costa a sud della zona e trasportati in un mercato di città portuale vicino alla centrale nucleare. L'obiettivo è quello di valutare l’impatto degli svernamenti in mare di acqua radioattiva trattata.

Si tratta della prima missione di campionamento dell’AIEA, voluta espressamente dal governo giapponese, “e uno dei motivi è cercare di rafforzare la fiducia nei dati che il Giappone sta producendo” ha spiegato Paul McGinnity, un ricercatore dell’Agenzia che supervisiona l'indagine, aggiungendo che "non ci aspettiamo di vedere alcun cambiamento nei pesci.

I campioni prelevati verranno inviati ai laboratori di ciascun Paese coinvolto nelle operazioni, dal Canada alla Cina fino alla Corea e a Monaco, e saranno sottoposti a test indipendenti per valutare i livelli di radioattività.

Le operazioni di sversamento nelle acque dell’oceano Pacifico delle acque reflue provenienti dalla centrale di Fukushima, che come sai è stata colpita da uno tsunami nel 2011, sono iniziate lo scorso agosto.

Il processo, che durerà decenni, prevede il rilascio di un massimo di circa 500mila litri al giorno attraverso una conduttura lunga un chilometro.

Come puoi immaginare, l’operazione sostanzialmente sicura ha suscitato feroci proteste di ambientalisti, pescatori e governi vicini dal momento che i processi di filtraggio e purificazione delle acque avrebbero lasciato nelle acque solamente il trizio, un isotopo radioattivo.

È possibile che in luoghi vicini ai punti di sversamento siano registrati piccoli aumenti dei livelli di trizio, che non può essere rimosso dalle acque reflue di Fukushima Daiichi mediante il sistema di trattamento. Secondo l'Agenzia, però, l'acqua avrà "un impatto radiologico trascurabile sulle persone e sull'ambiente".