Gli USA potrebbero diventare net-zero riutilizzando biomassa con la tecnologia BiCRS

Si tratta di un processo che permetterebbe di assorbire CO2 rimuovendola dall’atmosfera. Grazie a questa tecnologia gli USA (e anche altri Paesi) 1 miliardo di tonnellate di carbonio all’anno entro la metà del secolo utilizzando le tecnologie esistenti.
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Francesco Castagna 12 Dicembre 2023

Immaginiamoci di essere a metà del mese e di non avere già più soldi, cosa fare? Bisogna trovare un modo per andare avanti, allora si comincia a pensare a tutti i modi possibili per ricavare denaro: c'è chi mette in vendita i propri vestiti o chi altri vari oggetti che non usa più. In una situazione del genere si attiva un meccanismo di risparmio, in sostanza si usa ciò che si ha a disposizione. Più o meno è la stessa cosa che accade quando si cattura la CO2, ma solo se si riutilizzano le risorse esistenti e non se ne impiegano di nuove. Esistono diversi modi per catturare l'anidride carbonica dall'atmosfera per contrastare il riscaldamento globale, sappiamo da tempo che le foreste sono anche dei grandi magazzini di anidride carbonica, poiché la catturano a basso costo. Ma le foreste stanno perdendo questa capacità, inoltre quando gli alberi muoiono, la maggior parte dell'anidride carbonica viene riemessa nell'atmosfera. Ecco perché c'è bisogno di ulteriori tecnologie per compensare questi scenari.

Uno dei metodi per farlo è il BiCRS, ovvero "rimozione e lo stoccaggio del carbonio da biomassa", che si distingue dal BECCS la bioenergia con cattura e stoccaggio del carbonio (BECCS). Per biomassa si intende qualsiasi tipo di materia che proviene da piante, animali o altri esseri viventi. Queste risorse spesso vengono utilizzate per produrre energia. In questo processo la biomassa è chiamata biocombustibile, che serve per produrre bioenergia.

Un nuovo report dimostra come negli Stati Uniti esista realmente la possibilità di abbattere le emissioni portandole allo zero netto grazie al metodo BiCRS. Il Lawrence Livermore National Laboratory ha mostrato come la rimozione e lo stoccaggio della CO2 da biomassa rappresenti circa il 70% del potenziale di rimozione del carbonio negli Stati Uniti, circa 700 milioni di tonnellate all'anno. Queste tecniche però hanno un costo abbastanza elevato, poiché manca un finanziamento per la costruzione di strutture in grado di trasformare i rifiuti in nuovi materiali durevoli per trattenere efficacemente la CO2.

Differenza tra BECCS e BiCRS

Come abbiamo appena detto, entrambi i processi utilizzano la biomassa per produrre energia, ma si distinguono per modalità. Nel caso del BECCS, gli agricoltori creano dei terreni per piantare delle coltivazioni che utilizzeranno soltanto per produrre biomassa. Questa tecnica è stata utilizzata finora, ma non è il massimo sotto il punto di vista dell'economia circolare, da una parte perché si utilizzano dei terreni nuovi, il che comporta consumo di suolo e, a livello macro, potrebbe portare anche ad azioni di land-grabbing: quando delle potenze economiche sfruttano territorio e risorse di altri Paesi, togliendoli agli abitanti locali. Dall'altra perché in questo modo non si riduce il consumo di risorse, ma al contrario se ne sfruttano di nuove. Ecco perché l'alternativa potrebbe essere il BiCRS, ovvero quella tecnica per cui si utilizza la biomassa, ma la si prende dagli "scarti" di terreni già esistenti. Gli Stati Uniti dispongono di una grande quantità di materiale di questo tipo, che si crea spesso per via degli incendi o dalle tecniche di coltivazione, che lasciano indietro numerosi scarti. Tutto questo materiale potrebbe essere riutilizzato per prodotti come idrogeno, biogas e carbone.

L'impatto sull'economia

Da quando la transizione energetica ed ecologica è salita agli onori della cronaca, si è accentuato anche lo scontro tra chi sostiene che un cambiamento dei modelli di sviluppo dei Paesi sia necessario, e chi crede che in questo modo si perdano migliaia di posti di lavoro. Stando al report, la crescita dell'industria della di CO2 creerebbe più di 440.000 potenziali posti di lavoro, pari a circa cinque volte il numero di lavoratori che l'industria del fossile ha perso dal 1990.

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