I rischi dell’autodiagnosi sui social: non bastano i video virali, serve uno specialista

Se da un lato è importante parlare di salute mentale sui social, dall’altro lato può diventare pericoloso se porta a un’autodiagnosi senza il parere di uno specialista.
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Dott.ssa Samanta Travini Psicologa Psicoterapeuta
20 Agosto 2024 * ultima modifica il 20/08/2024

Con il termine autodiagnosi si fa riferimento al processo attraverso il quale una persona tenta di identificare disturbi psicologici o emotivi basandosi su informazioni raccolte autonomamente, spesso attraverso ricerche online.

La spinta a cercare autonomamente una risposta alle proprie difficoltà è spesso motivata dalla necessità di trovare un nome e una spiegazione al proprio malessere e al tempo stesso dal timore di ricevere una vera diagnosi da uno specialista.

Spesso i social non diventano più solo un mezzo di informazione e di divulgazione di nozioni mediche, ma vanno a sostituire la conoscenza ed esperienza del professionista. Ecco che a sempre più utenti capita di riconoscersi in quei format: "I cinque segni che soffri di…", e automaticamente convincersi si essere realmente affetti da qualche disturbo. Si tratta spesso di comportamenti generici in cui è facile identificarsi, e proprio per questo dovremmo porci qualche domanda in più.

L’autodiagnosi è considerata una buona soluzione in quanto è rapida, posso quindi trovare risposte velocemente senza dover attendere l’appuntamento, economica, non devo spendere soldi e comoda posso trovare tutte le mie risposte stando comodamente sul divano di casa. Le risposte che si cercano possono essere verso sintomi e comportamenti propri o delle persone che ci stanno accanto.

La spinta all’autodiagnosi ha avuto un notevole incremento durante il covid. Anni in cui sia per motivi di sicurezza, sia per l'emergenza sanitaria era difficile avere un riscontro da parte dei medici. Inoltre in questi anni è stato maggiormente sdoganato il concetto di salute mentale e la necessità di rivolgere l’attenzione alla sfera psicologica con, di conseguenza, una crescente divulgazione di informazioni su questo tema.

Il principale rischio dell'autodiagnosi è quello di formulare una diagnosi scorretta. Questo perché spesso disturbi mentali diversi presentano sintomi simili con conseguenti sentimenti di preoccupazione e ansia ingiustificati. Potrebbe capitare di non essere in grado di porre la giusta attenzione ai sintomi con la conseguenza di sottostimare sintomi gravi o sovrastimare quelli minori. Inoltre potremmo mettere in atto comportamenti volti a trattare i nostri sintomi con rimedi inadeguati. Un ultimo aspetto importante è il rischio di categorizzare un comportamento o uno stato d’animo normale, per il momento che stiamo vivendo, come patologico o disfunzionale. Autodiagnosticandoci un disturbo laddove non è presente.

La ricerca sui social e la divulgazione di informazioni sui disturbi mentali non è ovviamente negativa di per sé. Con qualche piccolo accorgimento può infatti essere un ottimo strumento per aumentare la consapevolezza di sé e sentirsi parte attiva verso la risoluzione del proprio problema. Inoltre parlare di salute mentale ha permesso di ridurre lo stigma associato ai disturbi mentali e ha permette di non sentirsi più soli.

Ricorda sempre di consultare siti affidabili gestiti da professionisti del settore in modo da poter avere informazioni corrette e considera questa ricerca solo il primo passo, il primo accesso a queste informazioni a cui deve far seguito la ricerca di un professionista competente che possa aiutarti ad affrontare a superare le tue difficoltà, e non solo dargli un nome.

Laureata in psicologia clinica dello sviluppo e neuropsicologia, si occupa di sostegno psicologico per individui, coppie e famiglie con particolare attenzione altro…