Il 2020 potrebbe essere l’anno più caldo di sempre

Nonostante il lockdown, perché per invertire la tendenza del riscaldamento globale non bastano tre mesi di chiusura: serve un piano a lungo termine.
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Gianluca Cedolin 6 Maggio 2020

Secondo la Nasa e la Noaa (National oceanic and atmospheric administration), il 2019 è stato il secondo anno più caldo registrato dal 1880, secondo solo al 2016. Le temperature medie globali lo scorso anno sono state quasi 1 grado più calde della media degli anni tra il 1951 e il 1980, e la tendenza degli ultimi anni all’aumento della temperatura è chiara, visto che gli ultimi cinque sono tutti tra i più caldi di sempre. Nel 2020, dopo un gennaio pessimo su questo fronte, si pensava che la situazione potesse migliorare, per via delle emissioni ridotte dal lockdown nel quale quasi tutto il mondo è piombato a causa della pandemia di Covid-19.

E invece no: le stime del Noaa hanno calcolato un 75% di possibilità che il 2020 sia l’anno più caldo da quando sono iniziate le misurazioni. Quindi, dirai, le emissioni non c’entrano con il riscaldamento globale? C’entrano eccome, solamente che per invertire la tendenza non bastano tre mesi con le fabbriche chiuse e gli aerei fermi. Se vogliamo salvare il pianeta, e fermare la crisi climatica, dobbiamo pensare a strategie a lungo termine per ridurre le emissioni di gas serra e l’inquinamento, altrimenti la temperatura continuerà a salire, con tutti gli effetti devastanti che questo produce.

Ma d’altronde già da gennaio ai poli c’erano state ondate di calore e a febbraio, prima che scoppiasse la pandemia, si era parlato tanto della più alta temperatura mai toccata in Antartide, quando il termometro aveva toccato per la prima volta i 20 gradi. Sull’altro polo, in Groenlandia, lo scorso 6 aprile c’erano 6 gradi, anche qui un record. Ma ci sono stati anche 34 gradi ad aprile a Los Angeles, e temperature 3 gradi sopra la media nell’est Europa e in Asia per tutti i primi mesi di quest’anno.

Karsten Haustein, un climatologo dell’università di Oxford, ha detto al Guardian che «la crisi climatica continua. Le emissioni caleranno quest’anno, ma la concentrazione di gas serra sta salendo. È davvero difficile che vedremo un rallentamento nei livelli di gas serra». Haustein però ha ricordato che «abbiamo l’opportunità unica di rivedere le nostre scelte, e usare la crisi del coronavirus per ripensare un futuro più sostenibile, dai trasporti alla produzione di energia».